L'ANALISI
TURISMO: IL 2023 DEI MUSEI DELLA PROVINCIA
05 Aprile 2024 - 05:05
CREMONA - I musei cittadini e del resto della provincia fanno sempre più da traino alle presenze turistiche: 175.312 a Cremona, 42.259 a Soncino, 8.227 a Crema e 6.944 a Casalmaggiore. Un boom di visitatori per la rete cremonese, certificato dai dati resi noti dall’ente provinciale e relativi al 2023. «Rispetto al 2022, l’incremento di ingressi è a due cifre: le presenze registrano nel complesso un incremento di oltre 14mila unità, per un totale di 244.969 (+16%)», sottolineano da corso Vittorio Emanuele (clicca qui per i dati).
A trainare sono soprattutto le attrazioni del capoluogo. Fanno la parte del leone il Museo del Violino e il polo museale diocesano. Forte l’appeal di Soncino, con la rocca sforzesca e il museo della stampa. Bene Crema con il Civico che ha registrato un +31% di visitatori. La statistica della Provincia conferma che le stagioni preferite per visitare mostre ed esposizioni sono la primavera, con il record di presenze annuali ad aprile, e l’autunno.
Per quanto riguarda Cremona, è il periodo della Festa del Torrone di novembre. Significativo, il dato relativo alla tipologia di visitatori che scelgono le strutture museali cremonesi: alta la percentuale degli studenti (il 24% degli ingressi complessivi) tra marzo e maggio, mesi tradizionalmente riservati alle gite scolastiche. Decisamente più bassa, invece, la presenza di turisti stranieri (4%), il cui afflusso risulta piuttosto stabile tra aprile e ottobre, con un picco nel mese di maggio e un forte calo in inverno.
Soddisfatto Luca Burgazzi, assessore comunale alla Cultura: «Numeri molto positivi che rappresentano una crescita importante e confermano come Cremona sia da traino del territorio. Contiamo di dare un’ulteriore impulso sviluppando, per il 2025 un’unica card complessiva che permetta l’ingresso al polo diocesano, al museo del violino e ai civici, mentre ora ci sono due possibilità distinte di biglietti cumulativi. Ovviamente senza nessun vincolo per il turista. I numeri che ci restituisce l’ente provinciale sono importanti, ma non sono il solo indicatore da considerare. Io ritengo fondamentale l’aumento della qualità della proposta, che ci ha permesso di parlare anche ai cremonesi, il nostro primo pubblico, aumentando la loro presenza, anche grazie ad apertura straordinarie serali e visite guidate specifiche. In base ai primi dati 2024 relativi al trimestre iniziale, siamo ulteriormente in crescita. Alla pinacoteca siamo 7.000 ingressi rispetto ai 18.000 totali dell’anno passato. Insomma il trend è molto interessante. Il ringraziamento va ovviamente a tutti gli addetti ai lavori capaci di superare le notevoli criticità del recente passato dovute a fattori esterni».
Per tutti il 2023 è stato una sorta di anno 1, dopo le lunghe difficoltà dovute alla pandemia con le limitazioni alle visite che si erano prolungate anche nei primi mesi 2022. A Crema «l’elemento trainante di questi numeri positivi sono state le mostre temporanee, penso a quella di grafica oltre a Scripta — evidenzia l’assessore alla Cultura Giorgio Cardile —: ci conforta anche la presenza di studenti, di tutti i 48 enti dell’ambito cremasco. L’obiettivo è però quello di fare in modo che un utente frequenti più volte l’anno il museo. Insomma l’obiettivo è far tornare i visitatori». In vista ci sono novità. «Per valorizzare il patrimonio esistente — conclude Cardile — prevediamo da maggio nuove acquisizioni, grazie anche a donazioni di cremaschi generosi: un segnale per i cittadini che il museo è anche loro».
Nel Cremasco fa eccezione solo il castello visconteo di Pandino, con meno di 200 visitatori in un anno, registrati dalla statistica resa nota dalla Provincia e relativa al 2023. Per il resto, i numeri del museo civico cittadino e dell’area archeologica di Palazzo Pignano vanno al di là delle più rosee previsioni, con incrementi rispettivamente del 31% e del 55%.
Per sgombrare subito il campo dai dubbi, il castello visconteo ha registrato un afflusso così basso di turisti per il fatto di essere stato interessato da lavori di riqualificazione e abbattimento delle barriere architettoniche. Un’opera imponente, da due milioni di euro, andata avanti per oltre un anno, compreso l’intero 2023. Iniziati nell’autunno 2022, erano poi entrati nel vivo a marzo dell’anno scorso, impedendo la visita delle sale affrescate.
Negli ultimi mesi, inoltre, era stata interdetta anche l’arena interna del maniero, sede del Comune e della biblioteca. Addirittura si era resa necessaria la chiusura del principale ingresso, quello che dà su piazza Vittorio Emanuele III. Da inizio marzo il castello è tornato visitabile, c’è dunque da aspettarsi per quest’anno un importante rimbalzo verso l’alto delle presenze.
Per quanto riguarda il museo civico di Crema le iniziative del Comune, le mostre e altre proposte di carattere culturale, associate alle aperture straordinarie, hanno colto nel segno: 8.277 ingressi nel corso del 2023, rispetto ai 6.322 del 2022 con un incremento di 1.955 unità. A Palazzo Pignano, pur partendo da numeri assoluti molto inferiori, a livello percentuale hanno fatto anche meglio. L’area archeologica che ospita i resti della villa tardo romana — un’azienda agricola completamente autosufficiente — e il vicino Antiquarium, dove vengono esposti i pezzi migliori ritrovati negli scavi, nel 2022 avevano registrato 961 visitatori. C’erano stati dei i mesi in cui non si era visto quasi nessuno. Ad esempio, gennaio e dicembre con soli quattro ingressi ciascuno. Nel 2023 si è saliti a quota 1.514 presenze, con un incremento di 533 unità, pari al 55%. Rimane il problema di alcuni periodi senza turismo, sempre gennaio e dicembre, ma anche agosto, che l’anno scorso ha fatto registrare zero accessi. Da tenere presente, però, che l’area degli scavi e l’Antiquarium non sono aperti regolarmente, ma solo su appuntamento e con una guida volontaria.
Nel Casalasco sono i due centri più grandi del territorio casalasco a fare la parte del leone come numero di visitatori delle strutture museali. In particolare, in vetta c’è Casalmaggiore, con il Museo Diotti che precede il Museo del Bijou grazie a oltre un migliaio di visitatori in più, e il Museo archeologico Antiquarium Platina di Piadena, staccato di parecchio dai numeri che ha fatto registrare il capoluogo casalasco. I tre musei non arrivano complessivamente ai 10mila visitatori all’anno. Forse sono ancora troppo poco conosciuti, a dispetto degli importanti reperti, oggetti e opere d’arte che custodiscono. Di certo meriterebbero di più.
Fanno poi registrare numeri ben sotto il migliaio di visite il nuovo e interessante Visitors Centre Calvatone Bedriacum Maria Teresa Grassi di Calvatone, dedicato in particolare alla ‘Calvatone Romana’, e il Museo dei Cordai di Castelponzone. Va detto che ad esempio la struttura di Castelponzone non è aperta costantemente, ma solo in occasione di determinati eventi, e per alcune ore. Inevitabilmente i numeri sono bassi.
Rispetto al 2022, comunque, Casalmaggiore ha fatto registrare un importante incremento di visite, passate complessivamente da 4511 alle 6.944 dello scorso anno. A Piadena invece i numeri sono pressoché stabili: da 1.687 visitatori del 2022 si è passati a 1.680. Si tratta, in particolare, di scolaresche. A Calvatone si è registrato un lieve calo, da 615 a 545. Per quanto riguarda Castelponzone, nel 2022 i visitatori erano 194, tre in più dello scorso anno.
A Soncino quei 42.259 accessi complessivi nel 2023 (che confermano il trend positivo post pandemia) valgono al borgo medievale del cremonese la riconferma come terra del turismo per eccellenza. Dietro al capoluogo, ovviamente. Di per sé, la notizia non sarebbe di quelle rivoluzionarie. D’altronde la vocazione della cittadina e la sua bellezza sono un dato di fatto da mezzo secolo. A stupire sono, più che altro, i dati comparati: basti pensare che Soncino ha ben più del quintuplo degli 8mila turisti ‘museali’ di Crema e circa 40 volte quelli di Pandino (l’unico cugino ‘castellano’).
Ma perché il Primo Borgo Franco d’Italia attrae ancora così tanto? Non è difficile capirlo, in realtà. Come primo fattore c’è, senza dubbio, la presenza di una quantità sterminata di monumenti, chiese e musei. Persino la stessa parrocchia (che a dire il vero ne unisce cinque, giusto per inquadrare la quantità di luoghi sacri), lavora anche sul fronte della promozione turistica della cittadina e ha creato addirittura un bazar con magliette, tazze e gadget ispirati a Soncino e alla sua storia.
Ma è ovvio che a tener banco sono oggi, come sempre, il Museo della Stampa e la Rocca sforzesca, che valgono da soli 33mila biglietti. «Un risultato — commenta la titolare alla cattedra del Turismo e Commercio locale Chiara Rossi – che è motivo di grande soddisfazione per il mio assessorato e per tutte le realtà che operano nel campo».
E, sorpresa, questa sì: i dati sono a ribasso! Soncino, infatti, ospita anche un Museo della Seta, cinque tra parchi e riserve naturali, palazzi nobiliari privati visitabili una rete sotterranea grande quanto la città stessa. Tutte senza ticket. Al risultato reale, insomma, manca grossomodo quel 50%.
Se le strutture museali della provincia hanno registrato un incremento di visitatori che in media è del 16%, per i due musei pizzighettonesi gestiti dal Gvm all’interno delle antiche casematte l’incremento è quasi doppio: nel 2023 c’è stato un +31,1% di accessi rispetto al 2022. Museo delle prigioni e Museo arti & mestieri di una volta, dunque, piacciono sempre più. Contando anche gli accessi al Museo civico comunale di via Garibaldi, i visitatori pizzighettonesi sono stati quasi 4.000 e nello specifico 2.862 alle strutture delle mura (erano stati 2.182 nel 2022) e 1.067 al civico (449 utenti liberi e 618 scolaresche).
Il record di visitatori è stato rilevato nel mese di maggio, con 568 accessi di cui 362 al solo Museo delle prigioni. Il record storico, per quest’ultimo, risale invece all’epoca pre Covid e cioè all’anno 2019 quando i visitatori erano stati 3.196.
Anche a Pizzighettone restano però pochi gli stranieri che varcano la soglia dei musei locali: 25 quelli che nel 2023 si sono lasciati attirare dall’offerta. In media gli studenti rappresentano il 24% dei visitatori complessivi, mentre il flusso di stranieri è concentrato nel mese di maggio, ma rappresenta solo il 4% del totale. A livello puramente statistico va detto che Pizzighettone è al quinto posto provinciale per ingressi nei musei, preceduta ovviamente da Cremona, da Soncino, da Crema e Casalmaggiore.
Considerando il numero di abitanti, si tratta di un ottimo risultato legato anche alle numerose iniziative di promozione messe in campo da Comune, associazioni ed ente fieristico Pizzighettone Fiere dell’Adda. Senza dimenticare il titolo di ‘Bandiera arancione’ del Touring club italiano, che nel Cremonese solo il borgo murato può vantare.
L’exploit turistico pizzighettonese si evince anche dal dato relativo alla navigazione fluviale, che nel 2023 ha fatto registrare un +20% con circa cinquemila passeggeri. Infine, è evidente l’interesse dei media nazionali: proprio ieri mattina su Rai 3 è andato in onda un servizio girato nei giorni scorsi, si è parlato delle chiese di San Bassiano e San Pietro, ma anche della cerchia muraria. Sono stati intervistati Ketty Marubbi del gruppo Guide chiese e monumenti che gestisce le visite guidate nelle parrocchie del territorio e Sergio Barili, presidente del Gruppo volontari mura.
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