L'ANALISI
04 Aprile 2024 - 10:54
CREMONA - L’anno diviso in trimestri, non più di sei materie da studiare ogni tre mesi, blocchi di due ore per disciplina e non più di tre materie al giorno: il tempo è prezioso quanto l’organizzazione. Il liceo Vida punta tutto sul tempo, il tempo lento dell’apprendimento, con la volontà di far sedimentare le nozioni e procedere per competenze e non per conoscenze, sviluppando così il saper fare e ‘imparando ad imparare’. È questo il senso della rivoluzione in atto nel liceo presso il seminario, indicata come scuola fila di una rivoluzione del tempo degli apprendimenti dall’Indire l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, un organismo che in continua collaborazione e sinergia con il Ministero dell’Istruzione si pone come obiettivo la promozione di azioni di sviluppo e sostegno ai processi di miglioramento nella didattica. Per questo motivo la preside Roberta Balzarini è stata invitata a tenere una relazione nell’ambito della fiera della didattica e dell’innovazione scolastiche, Didacta, che tutti gli anni si tiene a Firenze. ‘Oltre il suono della campanella. Innovare la scuola con l’uso flessibile del tempo: esperienze delle scuole del Movimento delle Avanguardie educative’ è stato questo il tema affrontato nella tavola rotonda.
A intervenire, insieme a Balzarini, anche Antonella Accili, dirigente scolastica dell’Istituto Omnicomprensivo Della Rovere ad Urbania. «Un recente rapporto Eurydice sull’organizzazione del tempo a scuola in Europa evidenzia che non è la quantità di ore di scuola a fare la differenza hanno spiegato Elena Mosa e Lorenza Orlandini, ricercatrici Indire —. Il nostro Paese è tra i primi a livello europeo in termini di tempo scuola, nonostante ciò, nei test internazionali l’Italia rimane indietro. La ricerca di Avanguardie educative sul tema della flessibilità oraria ha permesso di individuare e descrivere modalità diverse di progettazione e organizzazione dell’orario scolastico all’interno delle scuole del I e del II ciclo che saranno oggetto del seminario».
In questo contesto volto all’innovazione delle metodologie di apprendimento e ‘positivamente sbilanciato sulle competenze più che sulle conoscenze’, la rivoluzione didattica del liceo Vida ha dimostrato di avere tutte le carte per fare scuola e «di rappresentare una modalità didattico organizzativa che permette di trovare la chiave per aiutare i ragazzi a elaborare un loro metodo di studio — spiega Balzarini —. Un esempio su tutti. Greco viene affrontato nel secondo trimestre, dopo che i ragazzi si sono impratichiti con latino, un modo per aiutare l’approccio al sistema dei casi e delle declinazione prima di affrontare la lingua di Platone con le difficoltà legate a un nuovo alfabeto e a parole lontane dalla nostra lingua».
Di tutto questo si è parlato nell’ambito del seminario: «È piaciuto il processo pedagogico organizzativo che consolida il passaggio dalla didattica per contenuti a quella per competenze, con attenzione allo sviluppo di abilità cognitive, meta-cognitive e trasversali», conclude la preside Balzarini affiancata da Gianluca Mete.
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