L'ANALISI
30 Marzo 2024 - 08:58
Le auto piazzate di traverso lungo la strada che porta al capannone preso di mira dalla banda
PALAZZO PIGNANO - Hanno un conto aperto con la banda dei cosmetici. E sono disposti a perdere il sonno, pur di regolarlo. Perché, se tre notti fa i carabinieri sono riusciti a mandare in fumo il piano di svuotare il reparto spedizioni di un’azienda di Palazzo; la soddisfazione ha lasciato ben presto spazio al rimpianto. Quello di non aver stretto le manette ai polsi dei componenti del commando, che ha preso di mira l’impresa del make up, sfondandone il cancello con un furgone. Ma non prima, a dimostrazione di quanto fossero organizzati, d’aver bloccato la strada che porta al capannone, ostruendo la carreggiata con una Lancia Y e una Fiat 500 L rubate.
Piazzate a mo’ di sbarramento e con tanto di gomme squarciate. Non è servito, perché l’entrata in funzione del sistema d’allarme ha richiamato la pattuglia più vicina e di fronte al muro d’auto, l’equipaggio ha proseguito a piedi, costringendo la gang alla fuga. Ora, però, i carabinieri del comando provinciale di Cremona, quel conto intendono saldarlo. E per farlo, partendo dal presupposto che chi s’è allontanato a mani vuote, di impronte o simili non ne abbia seminate, stanno scandagliando le riprese delle telecamere. Non tanto con gli occhi ai monitor aziendali: a quelli, gli intrusi hanno evitato con cura di offrire i volti.
Quanto, passando in rassegna i video custoditi nelle memorie dei dispositivi della sorveglianza, sparsi lungo il tragitto che i ladri mancati, stando almeno alle ipotesi degli investigatori, avrebbero seguito. Sia l’autocarro-ariete sia le due auto, piazzate all’ingresso della fabbrica, erano del resto sparite la notte stessa nel Cremasco. E pertanto, gli specialisti del reparto operativo, sotto la responsabilità del tenente colonnello Massimiliano Girardi, setacciano, gomito a gomito coi colleghi della caserma Maritano, i frame delle ore in cui il furto è stato preparato.
Pur scafati che siano, ritengono infatti che i membri della banda un errore l’abbiano comunque commesso. Ed è quello che stanno cercando nelle immagini, nella convinzione che si possa trattare di vecchie conoscenze del casellario giudiziale. E quindi un singolo viso, corrispondente a una foto segnaletica, possa inchiodare anche i complici.
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