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CREMONA. I RITI DELLA PASQUA

Messa e lavanda dei piedi: «Gesto umile che affratella»

Cattedrale gremita con tutti i sacerdoti della Diocesi ieri mattina per la messa del Crisma con il vescovo

La Provincia Redazione

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29 Marzo 2024 - 11:16

Messa e lavanda dei piedi: «Gesto umile che affratella»

CREMONA - La pioggia ha sconsigliato, ieri mattina, di rinnovare la tradizionale processione del presbiterio della chiesa cremonese che, dal Palazzo vescovile, conduce al duomo per la prima messa del Giovedì Santo. Quella detta ‘crismale’ perché in essa vengono benedetti gli olii santi (degli infermi, dei catecumeni e il sacro crisma), distribuiti alla fine della celebrazione ai vicari zonali, e da questi poi alle parrocchie per l’amministrazione dei sacramenti. Anche quest’anno l’olio usato è stato donato dal questore, Michele Sinigaglia, e proviene dagli ulivi del Giardino della memoria di Capaci, sorto in memoria dei magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, e dei poliziotti di scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo, vittime della mafia, con l’aggiunta di un’essenza di bergamotto offerta a tutte le diocesi italiane dalla chiesa di Locri-Gerace.

La navata centrale della cattedrale si è comunque puntualmente riempita dei sacerdoti provenienti da tutto il vasto territorio della diocesi, e a loro si è in particolare rivolto il vescovo Antonio Napolioni, che ha presieduto il rito, avendo al suo fianco l’emerito Dante Lafranconi, il vicario generale don Massimo Calvi e i canonici del Capitolo.

L’omelia è stata incentrata sulla preghiera di Cristo, essendo questo, per decisione di papa Francesco, l’Anno della preghiera, in preparazione del Giubileo del 2025, che si aprirà a dicembre. «Un anno di grazia, nonostante tutto», ha sottolineato il vescovo, perché la preghiera è innanzitutto quella del Signore, con la precisazione che non si tratta di un invito a «fare cose pastorali in più» quanto piuttosto ad «entrare nel mistero di Gesù orante». Che egli poi ha ripercorso come passando in rassegna episodi e scene del Vangelo, non mancando di sottolineare che Gesù «sceglie il monte e la solitudine per non perdere la bussola», che «nella preghiera si trasfigura», che insegna ai suoi apostoli a pregare con il ‘Padre nostro’.

preti

Il Giovedì santo poi richiama in modo speciale la «preghiera sacerdotale nella cena prima della Passione», i gesti di benedizione e di amore compiuti sul pane, sul vino, sui piedi dei discepoli. I sacerdoti, ha detto monsignor Napolioni, sono «i figli e i ministri della Sua preghiera». «Che bello – ha osservato – saperci pensati e voluti, generati e formati così, dal Cristo in preghiera». Perché «a dispetto delle statistiche vocazionali, il sacerdozio di Cristo non tramonta». Oggi «la chiesa prega specialmente per noi perché tutti i figli di Dio consacrati dalla medesima unzione spandano il profumo di una vita santa» e citando il defunto arcivescovo di Bari, Mariano Magrassi, ha aggiunto che ogni ministero nella chiesa dipende dall’essere «afferrati da Cristo».

In tale contesto il presule ha fatto memoria dei sacerdoti defunti nel corso dell’ultimo anno: don Giancarlo Bosio, don Emilio Bini, don Gianfranco Castelli, don Bernardino Orlandelli, don Giuseppe Bressani, don Romeo Cavedo, monsignor Angelo Staffieri, don Virginio Morselli, don Pierluigi Pizzamiglio. Poi un affettuoso augurio a quanti invece festeggiavano uno speciale anniversario dell’ordinazione sacerdotale: 70 anni per monsignor Mario Barbieri, 65 per don Goffredo Crema, 60 per il vescovo Lafranconi, don Giuseppe Bettoni, don Francesco Castellini e don Mario Marinoni, 50 per don Gianni Cavagnoli, don Antonio Censori, don Ettore Dominoni, don Francesco Ferrari, don Emilio Garattini, monsignor Luigi Nozza, monsignor Valerio Tanchio, don Eugenio Trezzi, don Giuliano Vailati, don Gianfranco Vitali, 25 anni per don Antonio Allevi, don Paolo Arienti, don Gianpaolo Civa. Non è mancato un cenno al sacerdozio universale dei fedeli: «Quanti di loro sono sacerdoti senza essere preti. Speriamo non viceversa...».

A tutti, da monsignor Napolioni l’esortazione ad «accogliere se stessi in Cristo» nella consapevolezza che «un cristiano, a maggior ragione un prete, cade nella cattiva solitudine quando si spezza la circolarità fra relazioni fraterne ed intimità con il Signore», a «ripartire dalla preghiera in cui siamo nati, a mettere la nostra preghiera nella sua, con la certezza che quando si prega accade sempre qualcosa. Che cosa accade? Ci vorrebbe l’occhio dello Spirito per saperlo. La preghiera solca la vita. Se si prega, la chiesa si rinnoverà».

I due vescovi e molti sacerdoti non hanno mancato, al termine della messa, di fermarsi a salutare monsignor Giuseppe Soldi (92 anni) che, dalla casa di cura La Pace, è stato accompagnato, in carrozzina, da due volontarie per partecipare alla concelebrazione. Nel pomeriggio il vescovo ha presieduto in cattedrale la messa ‘In Coena Domini’ con il rito della lavanda dei piedi: «Non è un gesto poetico», ha sottolineato il vescovo, bensì è un’umile azione con cui ci si offre al prossimo, ci si consegna ai fratelli «per ritrovarsi nella pienezza della pace».

La giornata del Venerdì Santo, oggi, si aprirà per il vescovo con la liturgia delle Ore presieduta alle 8.45 in cattedrale insieme ai canonici del Capitolo. Il sito della diocesi informa che alle 18 ci sarà quindi l’azione liturgica della Passione e Morte del Signore caratterizzata dalla lettura dialogata della Passione e dall’adorazione della Croce. Questa sera alle 21, per le vie del centro si svolgerà la tradizionale processione cittadina della Sacra Spina.

Il Sabato Santo, domani, inizierà per il vescovo Napolioni con la liturgia delle Ore alle 8.45 in cattedrale, in attesa della solenne veglia di Pasqua, nella quale saranno conferiti i sacramenti dell’iniziazione cristiana a otto catecumeni adulti. La veglia inizierà alle 21.30 nel cortile del palazzo vescovile con la benedizione del fuoco. Il giorno di Pasqua alle 9 il vescovo Napolioni celebrerà l’Eucaristia nel carcere; alle 11 in Cattedrale presiederà la solenne messa pontificale del giorno di Pasqua al termine della quale impartirà la benedizione apostolica con indulgenza plenaria. Nel pomeriggio il vescovo sarà al Santuario di Caravaggio per la messa delle 16.

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