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TRASPORTO FERROVIARIO

Treni, indennizzi per i ritardi: i pendolari al contrattacco

Scontro sul bonus. Matteo Casoni (InOrario): «Dopo 4 mesi, la montagna ha partorito il classico topolino»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

27 Marzo 2024 - 10:47

Treni, indennizzi per i ritardi: i pendolari al contrattacco

Matteo Casoni (InOrario)

CREMONA - «Dopo quasi quattro mesi dall’avvio del nuovo contratto di servizio, e dopo l’inutile (per noi rappresentanti dei viaggiatori) incontro del 7 febbraio, la montagna ha partorito il classico topolino spacciandolo per un gigante». Basta questa frase dei rappresentanti dei comitati pendolari lombardi, per far capire quale sia il giudizio degli utenti delle ferrovie in merito alle recenti novità introdotte dall’assessore ai Trasporti, Franco Lucente. I viaggiatori cremonesi del comitato ‘Inorario’, guidati da Matteo Casoni, e quelli cremaschi del Comitato pendolari, avevano eletto i loro rappresentanti al tavolo del Tpl lo scorso ottobre.

Le critiche arrivate ieri fanno riferimento, in particolare, al riallineamento dei bonus introdotto da Regione. «Si allinea percentualmente l’indennizzo a quanto previsto dal vecchio bonus per gli abbonamenti mensili (30%) estendendo la stessa percentuale anche agli abbonamenti annuali (in precedenza al 10%). L’indennizzo, come previsto dalla delibera dell’Autorità di regolazione dei trasporti, è calcolato sull’andamento mensile di ogni singola direttrice e viene riconosciuto, su richiesta dell’abbonato, quando la somma delle corse soppresse e di quelle che hanno accumulato più di 15 minuti di ritardo, sia pari o superiore al 10% dei treni programmati. La norma nel prevedere la necessità di richiesta dell’abbonato reindirizza la misura compensativa del disagio a chi effettivamente lo ha subito, diversamente da quanto accadeva con il bonus».

Casoni aggiunge: «Un passo avanti, ma non completo. La pressione dei Comitati pendolari della Lombardia ha fatto in modo che almeno ci fosse questo ritorno alla percentuale pre modifiche, ma il metodo di calcolo non pare ancora adeguato. L’indice di affidabilità, seppur complesso, dava comunque un risultato più veritiero. Adesso, prendere come target i treni arrivati entro i 15 minuti, che Regione stessa dice di essere al 97% vuol dire annullare il tutto. Inoltre, la modalità personale è molto laboriosa e rischia di non essere usata dalla massa. Per questo, ci stiamo attivando per trovare un fronte comune di risposta. Inoltre oggi, chiamando Trenord, viene risposto che ancora non si sa come sarà emesso questo rimborso e non sono stati pubblicati i dati delle linee di gennaio 2024, per cui ora sarebbe il momento di chiedere il bonus».

Ancora più duri i toni dei rappresentanti degli utenti al tavolo del tpl. «Regione Lombardia ha istituito il sistema del bonus risarcitorio dal lontano 2003, e ciò ne faceva una Regione all’avanguardia nella difesa dei diritti degli utenti. Ma voler essere la locomotiva d’Italia implica il dovere di stabilire adeguate misure compensatorie per gli utenti a fronte ai disservizi provocati dall’Impresa di trasporto in house. L’indennizzo attuale, pur portato al 30%, scatterà solo per ritardi superiori ai 15 minuti, invece che i precedenti cinque, le soppressioni parziali continueranno a non essere conteggiate, e, nel complesso, con una frequenza circa tre volte inferiore rispetto al precedente metodo di calcolo. Non ci hanno ascoltati».

In riferimento al nuovo meccanismo di indennizzo il capogruppo in consiglio regionale dei Cinque Stelle, Nicola di Marco, parla di «un’autentica presa in giro». Il consigliere regionale cremasco del Pd Matteo Piloni aggiunge: «Il passaggio dal bonus all’indennizzo sarà una beffa perché non è più automatico e dovrà essere richiesto. L’aumento al 30% del contributo è in realtà un ripristino, ma quanti pendolari non faranno richiesta o non riusciranno a farla? Un impiccio burocratico, oltre ai ritardi».

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