L'ANALISI
22 Marzo 2024 - 05:05
L'enologo cremasco 34enne Francesco Ogliar Badessi
RIPALTA CREMASCA - Da Zappello alle Langhe, per produrre Barolo. Francesco Ogliar Badessi, 34 anni, vive ormai nella zona dove si produce uno dei migliori vini in Italia. L’enologo cremasco lavora in una delle cantine storiche, dove coltiva la sua passione. «Mi sono diplomato al liceo scientifico Dante Alighieri – racconta – dopodiché mi sono iscritto all’università a Milano. Inizialmente alla facoltà di Chimica e tecnologie farmaceutiche. Poi, però, sono venuto a conoscenza del fatto che esisteva anche quella di Enologia e ho cambiato strada per dedicarmi a qualcosa che mi piaceva di più». Durante gli studi, Francesco ha avuto modo di compiere il tirocinio in una delle migliori zone di produzione di vino della penisola.
«Sono stato a Bolgheri, in Toscana, che insieme alle Langhe e a Montalcino è uno dei posti dove si fanno i vini più pregiati». Dopo la laurea, l’enologo cremasco ha trovato un’occupazione in Piemonte. «Sono andato nelle Langhe, dapprima come lavoratore stagionale per fare la vendemmia e poi sono stato assunto come cantiniere a Serralunga d’Alba. Dal 2019 mi sono spostato a Barolo, in una delle cantine più rinomate e da allora vivo qui». Francesco spiega in cosa consiste il suo lavoro: «Nel tempo ho cambiato mansione; adesso mi occupo della qualità e della sostenibilità. Il mio team, tra le altre cose, gestisce la vinificazione delle uve, scegliendo a che tipo di produzione destinarle e come trattarle».
Le qualità prodotte sono quelle tipiche della zona piemontese: «Dolcetto, Barbera e Nebbiolo, ciascuno derivante da un tipo di uva diversa. Poi, con la stessa uva del Nebbiolo, ma proveniente da determinate zone ben definite per legge e con certe caratteristiche, si fa il Barolo. La differenza? Una bottiglia di Nebbiolo costa 15 euro, una di Barolo dai 30 in su». Francesco ha un sogno nel cassetto: «Mi piacerebbe avere quattro filari e produrre vino in proprio. Qui, però, è impossibile, considerato che un ettaro di terra costa più di un milione di euro. Magari potrei puntare a diventare direttore di qualche cantina che produce vini di alta qualità».
Il giovane enologo cremasco ama ovviamente il vino di qualità e si definisce curioso: «Mi piace conoscere e assaggiare vini diversi. Quelli del Piemonte sono estremamente differenti dal resto d’Italia. La produzione della nostra cantina va per l’80% all’estero. Stati Uniti e Nord Europa sono i mercati principali. Da disciplinare, il Barolo può essere venduto dopo almeno tre anni di invecchiamento». A Francesco piacerebbe fare un’esperienza in una cantina francese. «Ma non conosco la lingua. I francesi, comunque, rispetto a noi italiani sono molto più avanti nel marketing e molto più bravi a vendere il loro prodotto. Potrei fare un’esperienza in Inghilterra, dove la viticoltura si sta sviluppando parecchio e dove producono delle ottime bollicine. In quel Paese c’è crescente richiesta di tecnici laureati in enologia come me».
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