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TERZA ETÀ: LE NUOVE SFIDE

Over 60, la solidarietà e il digitale per battere la solitudine

Presentati i risultati dello screening per un invecchiamento sano. Un quarto degli ultrasessantenni vive solo

19 Marzo 2024 - 05:00

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CREMONA - Cremona è città longeva, e dunque è importante tenere conto degli anziani anche nell’elaborazione delle scelte e delle strategie di inclusione di chi amministrerà la città nei prossimi anni. Questa la prospettiva evocata ieri mattina, nella sala dei Quadri di palazzo comunale, nel corso del convegno di presentazione dei risultati della ricerca ‘Cremona over 60: screening sull’autosufficienza per un invecchiamento sano e di qualità’, promossa dal settore Politiche sociali del Comune e avviata mesi fa in collaborazione con il dipartimento di Scienze politiche e internazionali dell'Università di Genova. Una ricerca, tuttora in corso, che il sindaco, Gianluca Galimberti, nel saluto introduttivo, ha definito «occasione per programmare preventivamente nuove politiche di intervento e di prossimità».

Un investimento – ha detto a sua volta l’assessore alle Politiche sociali e della fragilità, Rosita Viola - per indagare, dopo la tragica pausa del Covid, lo stato di salute della città «e comprendere in un’ottica evolutiva cosa significa agire in una comunità sempre più urbanizzata dove si vive più a lungo». Sia Viola che il consigliere e medico, Riccardo Merli, presidente della Commissione comunale Politiche alla persona, hanno rivolto un particolare ringraziamento al geriatra Daniele Villani, collegato in video, che – ha ricordato Merli - «è stato l’anima e ha posto le basi scientifiche» della ricerca effettuata; mentre Daniela Prada, direttrice del citato dipartimento dell’Ateneo genovese, ha evidenziato il lavoro quotidiano della propria Università sulle tematiche della longevità, considerando che la Liguria rappresenta la Regione «più vecchia d'Italia».


La ricerca ha censito principalmente due problematiche, come ha spiegato Villani: la non autosufficienza, con particolare riguardo alle persone che vivono sole (158 nel campione considerato), e l’utilizzo delle tecnologie digitali. Ne è emerso un panorama molto articolato e frammentato, rispetto al quale occorre identificare e intervenire «sui primi segnali di fragilità legati all'ìnvecchiamento», per migliorare la qualità di vita degli anziani e la sostenibilità dei sistemi sanitari e sociali. E dunque attivando – ha aggiunto Eugenia Grossi, dirigente del settore Politche sociali del Comune – nuove forme di solidarietà e di intervento «in un approccio trasversale e collaborativo», prima che si pervenga a situazioni di non autosufficienza.

Sulla necessità di guardare al futuro superando un’ottica emergenziale ha insistito il professor Niccolò Morelli, dell’Università di Genova, tenendo presente l’aumento della popolazione anziana, l’incidenza delle disuguaglianze economiche e culturali, le opportunità e i rischi dell’«invecchiare a casa propria», l’intento di porre le tecnologie al servizio delle persone. Metodo e dati della ricerca (587 le interviste) sono stati poi illustrati da Cecilia Capozzi, pure dell'Ateneo genovese e da Alessandra Tamburriello, dell'Azienda sociale del Cremonese, direttamente impegnate nella rilevazione, e preferendo il contatto ‘porta a porta’, per tutti i vantaggi di prossimità che comporta. Due i questionari proposti, uno agli ultrasessantenni, un altro a parenti e caregiver (coloro che si prendono cura) degli ultrasettantenni.

Il primo sondaggio ha riguardato 23.646 persone, pari al 33,2% dei residenti nel Comune, con l’estrazione di un campione rappresentativo per età, fasce di reddito, quartieri. Si è presa in esame la situazione abitativa, in particolare quella di chi vive solo (il 27%), con il conseguente rischio di isolamento sociale, considerandone fascia d’età, sesso, stato civile, lavoro, stato di salute, autosufficienza o bisogno di assistenza, prossimità o meno con i figli, compagnia di animali domestici. Particolare attenzione al decadimento cognitivo è stata data invece nello stato di salute degli ultrasettantenni. Quanto al ricorso alle tecnologie digitali, pur nella buona dotazione di competenze e strumenti informatici, prevalgono i ‘digitali diffidenti’ che, ad esempio, non sono propensi ad utilizzarle per una visita medica.

Questa la sintesi fornita: lo stato di salute della popolazione cremonese over 60 è tendenzialmente buono. Un quarto della popolazione abita da solo. La non autosufficienza è chiaramente collegata all’età. Si conferma che le donne vivono più a lungo, però con maggiori bisogni di assistenza. Buone le competenze digitali, ma con sacche di scetticismo, più marcato laddove il servizio digitale viene associato al rischio di perdere il contatto di persona con le figure di riferimento in campo medico-sanitario. Per il futuro, il suggerimento emerso è quello di una sensibilizzazione dei soggetti meno propensi all'utilizzo di strumenti digitali e anche di un approccio di quartiere che possa attivare figure di supporto, mentre per i ‘digitali aperti’ si punterà sui servizi di telemedicina.

Contesto, genesi e obiettivi della ricerca sono poi stati illustrati da Guendalina Graffigna (Università Cattolica) nella prospettiva di «una continua evoluzione dinamica» del rapporto fra Cremona e i propri anziani, mentre Cristina Masella (Politecnico di Milano) ha rappresentato la necessità che le amministrazioni si preparino a trasformare i servizi in una logica digitale e insieme ad offrire un «multiservizio» che contenga le disuguaglianze, nell’ambito di una sinergia fra pubblico, privato e volontariato. La parte conclusiva della mattinata è stata dedicata alla ‘lectio magistralis’ del professor Tommaso Vitale, preside della Urban Scholl, Sciences Po di Parigi, sul tema: ‘Le sfide della governance urbana nella città che invecchia’.

Premesso che Cremona non rappresenta un’eccezione in Europa, il docente ha esaminato il nesso fra crescente urbanizzazione e allungamento della vita, ponendo domande utili ad orientare le scelte amministrative nella fase di transizione in corso. Spazi pubblici «spesso luogo di conflitti» generazionali, illuminazione, trasporti, abitabilità, vita associata, rispetto dell'altro, partecipazione civica e politica, comunicazione e informazione, salute e servizi sanitari e sociali i capitoli indicati da Vitale, non senza sollecitare al riguardo una ‘conversione’ della spesa pubblica. La problematica dei trasporti va poi affrontata in un’ottica di «demercificazione» delle persone e di «città amica» di chi è avanti negli anni, volta ad una maggiore inclusione, anche sottraendo – ha detto - alcuni spazi alle automobili.

Le tecnologie non devono a loro volta essere ritenute solo strumenti individuali, ma vanno messe a disposizione, semplificandole, negli spazi pubblici, favorendo l’aiuto reciproco. Da promuovere anche i sensori, che possono rilevare situazioni non salubri o di pericolo. Il professore ha portato alcuni esempi virtuosi di città che, nel mondo, stanno investendo, in modi diversi, sull'alleanza con gli anziani: da Portland (Usa) a Dublino a Bruxelles. Ha osservato che possono esserci «ostacoli» a una «politica di amicizia verso la fragilità degli anziani», come la paura di perdere voti. In realtà, casi come quelli di Parigi e di Manchester dimostrano, al contrario, che una politica sensibile ai problemi degli anziani i consensi li guadagna. Occorre pertanto un «lavorio politico» amico di tutte le età, che ne riconosca le diverse esigenze e ciò che invece le accomuna.

Gli anziani nell’area cremasca sfiorano il 30 per cento dei residenti essendo 9.200 su 34mila iscritti 

CREMA È D'ARGENTO: ANZIANI AL 30%

di Stefano Sagrestano

CREMA - In poco più di tre decenni, in città la popolazione sopra i 65 anni è passata dal rappresentare il 16% dei residenti (nel 1991) a superare il 27% (dato aggiornato al 2023): 9.200 persone su su 34mila abitanti. E anche tenendo conto della fascia di età in cui ormai la scienza medica colloca l’inizio dell’ultima parte della vita, ovvero gli over 75enni, l’incremento percentuale è simile. La conseguenza è che i pensionati sono sei ogni dieci lavoratori, con il sorpasso avvenuto negli ultimi 20 anni. Nel 2004 il rapporto era paritario. L’invecchiamento costante della popolazione, porta con sé una serie di conseguenze economiche e sociali: ad esempio la difficoltà di un quinto dei residenti ad arrivare a fine mese. E la stragrande maggioranza di queste persone, con un reddito inferiore ai 10mila euro annui, sono anziani.

Poi la necessità di garantire assistenza socio sanitaria per una popolazione sempre più in età avanzata, che mette alla prova anche le risorse economiche comunali. Dal punto di vista sociale, è essenziale garantire un sostegno adeguato agli anziani, compresi servizi sanitari e strutture di cura. Lo ha ricordato Donata Bertoletti, presidente provinciale dell’Auser e portavoce del Terzo settore, che ha sottolineato come serva sempre un maggior impegno da parte dei volontari. I numeri di Crema relativi al 2023 lo testimoniano: 450 persone seguite per il servizio trasporto verso i luoghi di cura, con almeno 4.500 viaggi. Merito di 25 volontari attivi ogni giorno.

«Per quanto ci riguarda, la richiesta di servizi da parte di anziani e fragili è decisamente aumentata — è il bilancio tracciato dalla presidente —: sono persone che non saprebbero come fare per fronteggiare le necessità di cura. Sono soli, o hanno familiari in età lavorativa, che non hanno la possibilità di staccarsi quotidianamente per poterli accompagnare nell’accesso ai servizi socio sanitari. Come sappiamo l’età media della popolazione è in aumento e questo è positivo, ma con essa c’è un incremento anche della cronicità».


Inutile sottolineare quanto l’Auser abbia bisogno di forze fresche. Negli ultimi quattro anni l’associazione cittadina è passata da due a quattro auto per i servizi. A breve arriverà la quinta. Nel Cremasco ci sono 26 sedi Auser, 24 delle quali fanno il servizio di trasporto anche per la spesa, i farmaci e si occupano della consegna pasti a casa, per chi fatica a muoversi. L’assistenza sanitaria tocca alle istituzioni, ma i volontari garantiscono una prossimità fondamentale e se a Crema sono 25, nel Cremasco sono quasi 450, più quelli occasionali. Fanno la loro parte anche altre associazioni e Caritas, spesso di concerto con gli enti locali e con Comunità cremasca.

Ci sono ovviamente già numerose iniziative in atto, ad esempio l’assistenza ai più emarginati, tra cui purtroppo non mancano gli anziani, non solo tramite il dormitorio San Martino della Caritas, ma anche con la distribuzione di pasti a domicilio a cura del Comune o nei refettori della stessa organizzazione diocesana. Fondi per queste finalità sociali, destinate alla fascia dei pensionati, sono arrivati anche dal Pnrr. Il Comune, inoltre, ha da tempo attivato i cosiddetti Patti generativi per l’inclusione sociale, che offrono possibilità di presa in carico di famiglie e singoli. Da segnalare anche il progetto PrIns (Pronto intervento sociale) che prevede azioni immediati di sostegno ai bisognosi, in attesa poi di programmare aiuti e iniziative a lungo termine.

Il Centro Primavera di Casalmaggiore è uno dei luoghi dove gli anziani della città possono ritrovarsi e condividere spazi e attività nel loro tempo libero

CASALMAGGIORE PUNTA SUL SOCIALE

di Davide Bazzani

CASALMAGGIORE - Il panorama delle realtà che aggregano e che si occupano di anziani nel territorio casalasco è piuttosto ricco e articolato. A Casalmaggiore, ad esempio, un punto di riferimento molto importante è il Centro Sociale Primavera, con sede in via Formis. Si tratta di una realtà attiva sin dal 1995, che ha ripreso le proprie attività dopo il periodo del Covic a ottobre 2021. Attività che spaziano dal semplice ritrovo per giocare a carte a iniziative di tipo culturale, come proiezioni, mostre, incontri, spettacoli, contatti con associazioni della zona, corsi di attività motoria dolce. Un servizio di enorme valore sociale svolto dal Centro Primavera è il trasporto, attuato da quasi una decina di volontari, di bambini con problemi da casa a scuola e da scuola all’Oglio Po per terapie in Neuropsichiatria infantile. Il Centro Sociale Primavera è apertissimo alla collaborazione di chiunque abbia del tempo libero da mettere a disposizione.


Un’altra realtà sicuramente molto importante a Casalmaggiore è l’Auser, presente anche in altre realtà del territorio, come Gussola, Torricella del Pizzo e Cingia de’ Botti. Si tratta di un'associazione di volontariato che si impegna principalmente nel campo sociale, con l'obiettivo di promuovere l'invecchiamento attivo e migliorare la qualità della vita degli anziani. Le sue attività sono variegate e mirano a contrastare la solitudine, l'isolamento sociale e a promuovere l'autonomia delle persone anziane. Tra le principali attività svolte dall'Auser c’è sicuramente il servizio di trasporto sociale, per l’accompagnamento per anziani e persone con difficoltà di deambulazione per visite mediche, terapie, commissioni o attività sociali. A Gussola è di rilievo l’attività del Coordinamento Popolare.


La presenza di realtà per gli anziani comprende anche i Comitati comunali anziani, come quelli di Calvatone (Centro Aurora Acli) e Piadena Drizzona, Casteldidone. A San Giovanni in Croce opera da tanti anni il Gruppo Terza Primavera che ha sede presso l’ex municipio, organizzando appuntamenti ricreativi e gite. A Spineda un ruolo importante è sempre stato assunto dal Circolo Spinedese. A Motta Baluffi c’è l’AUP (Associazione Unitaria Pensionati) centro La Villa. Inevitabile, in generale, qualche rallentamento causato dalla pandemia.

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