L'ANALISI
13 Marzo 2024 - 12:35
VILLANOVA - Nella notte di lunedì i Carabinieri Forestali sono intervenuti sul fiume Po per fermare due presunti pescatori di frodo, sulla base di segnalazioni dei guardiapesca volontari. L’intervento è avvenuto intorno alle quattro del mattino in un’area golenale del Po, più precisamente in un lago di cava ubicato località Soarza.
I militari, che erano appostati dall’imbrunire, hanno sorpreso i due bracconieri, di origine romena, intenti ad issare delle reti a bordo di un gommone. Terminate le operazioni di trasbordo dei materiali e del pescato, il mezzo con i due uomini a bordo stava per lasciare il sito; a quel punto è scattato il controllo dei Carabinieri Forestali: i soggetti sono risultati in possesso di circa 200 kg di pescato illegale e di una articolata attrezzatura da pesca. Tra i vari strumenti presenti nell’auto i militari hanno rinvenuto quello che viene definito come “elettrostorditore”, strumento in grado di emanare scariche elettriche all’interno della colonna d’acqua al fine di stordire o mettere in fuga il pesce verso trappole disseminate appositamente in luoghi strategici del fiume, come insenature o lanche.
A conclusione dell’accertamento i due sono stati ritenuti responsabili dei reati di bracconaggio ittico in acque interne e maltrattamenti di animali ed è pertanto scattato il sequestro del mezzo su cui stavano viaggiando, dei due gommoni, dei cinquecento metri di reti da pesca, del pescato (carpe, pesci gatto, amur, pesci siluro e lucci perca) e di tutti gli strumenti di pesca illegali.
I Carabinieri Forestali evidenziano che ad essere gravemente minacciata dall’impiego di “elettrostrorditori”, oltre che le specie ittiche oggetto di pesca, è l’ittiofauna minore, i crostaci e i molluschi che rimangono accidentalmente uccisi dall’utilizzo di questi metodi di pesca estremante letali e per nulla selettivi.
Da diversi anni i delicati ambienti fluviali del bacino padano sono sempre più minacciati da casi di bracconaggio ittico, perpetrati da pescatori irregolari che catturano ingenti quantità di pesce utilizzando metodi di pesca vietati, che perturbano pesantemente gli habitat di acque dolci. Tuttavia, l’attività di contrasto alla pesca illegale, compito specifico svolto dalla specialità forestale dell’Arma dei Carabinieri, svolta in sinergia con i pescatori e i volontari delle diverse località, ha contribuito in maniera sostanziale ad una riduzione degli episodi di bracconaggio lungo l’intera asta fluviale del Po.
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