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Altri 34 laureati al Campus del Politecnico di Milano

Con la sessione di oggi raggiunta quota 2mila

La Provincia Redazione

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07 Marzo 2024 - 17:42

Altri 34 laureati al Campus del Politecnico di Milano

I laureati in Ingegneria Gestionale

CREMONA - Con la sessione di oggi altri 34 giovani hanno conseguito il titolo in Ingegneria. Per i 19 laureandi in Ingegneria Gestionale la proclamazione si è svolta alle 13, mentre alle 15 sono stati proclamati i 15 laureandi in Ingegneria Informatica. E oggi nel Campus cremonese c’era un po’ di emozione in più perché con questi 34 neo ingegneri sono ben 2mila i ragazzi che hanno conseguito il titolo in Ingegneria presso il Polo di Cremona.

poli

I laureati in Ingegneria Informatica

Nonostante a prima vista il numero di laureati possa sembrare altissimo in realtà sono ancora troppo pochi rispetto a quelli che richiede il mercato del lavoro, come sottolinea Gianni Ferretti, prorettore del Polo: “Ricevo quotidianamente richieste da parte di aziende che stanno cercando Ingegneri gestionali o informatici e non riescono a trovarli, uno su tre dei nostri laureati è entrato in aula oggi per ritirare la sua pergamena avendo già trovato lavoro da qualche mese e la richiesta delle aziende è destinata a crescere ulteriormente. Solo con un’adeguata preparazione tecnico scientifica potremo rispondere adeguatamente al cambiamento del mercato del lavoro che porterà la rapidissima avanzata dell’Intelligenza Artificiale”.

Questi 2mila laureati possono vantare un titolo di una delle migliori università al mondo, infatti secondo le principali agenzie di ranking universitarie, tra cui l’ultima edizione del QS World University Rankings, il Politecnico di Milano è una delle migliori università scientifico-tecnologiche al mondo. In particolare, secondo la classifica delle migliori università per ambito disciplinare, il QS World University Rankings by Subject 2023, incorona il Politecnico primo in Italia e tra le prime 20 università al mondo nelle tre aree di specializzazione: 8° in Design, 10° in Architettura e 18° in Ingegneria.

Il percorso accademico a Cremona può essere arricchito dai Percorsi di Eccellenza, caratterizzati da attività di formazione avanzata - concomitanti con il Corso di Laurea in Ingegneria Informatica o Ingegneria Gestionale - che consentiranno a dieci giovani talentuosi di migliorare fortemente le proprie capacità a livello di approccio meritocratico, multidisciplinarietà e comportamento aziendale e ai primi 5 assegnatari di ottenere anche una borsa di studio da 5mila euro.

Per chi fosse alle prese con la scelta del percorso universitario il Polo di Cremona sta organizzando per il 16 aprile l’Open Day. Durante questo appuntamento sarà possibile non solo approfondire l’offerta formativa del campus cremonese, ma anche svolgere colloqui individuali rivolti sia agli studenti che alle loro famiglie per poter sciogliere ogni dubbio prima dell’immatricolazione. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito del Polo o inviare un'email a orientamento-cremona@polimi.it.

I laureati di oggi in Ingegneria gestionale: Alessio Alessio, Aurora Antolini, Elena Antoniazzi, Francesca Balestreri, Karmina Bebawy, Maria Vittoria Benedini, Pietro Comizzoli, Angelo Corrado, Camilla Lazzaretti, Benedetta Martinelli, Alessandra Milanesi, Riccardo Piaser, Margherita Riccomi, Emanuele Luigi Roasio, Alessio Sciarra, Emma Tonghini, Chiara Toninelli, Alessia Vailati, Isabella Vercelli.

I laureati oggi in Ingegneria Informatica: Felice Annunziata, Matteo Bernardi, Matteo Blasoni, Davide Cattivelli, Matteo Ceruti, Filippo Farina, Antonio Hu, Luca La Pietra, Gabriele Losi, Domenico Moccia, Luca Pirani, Luca Pugnetti, Samuel Sponchioni, Alessandro Turazza, Camilla Velluti.

L'INTERVISTA A KARMINA BEBAWY

Dalla Toscana a Cremona per studiare Ingegneria Gestionale, quali sono le motivazioni della tua scelta? 
“Avevo tanta voglia di uscire dalla mia zona comfort. Tutti i miei compagni di scuola sarebbero andati a Pisa o Firenze, pochi volevano uscire dalla Toscana. Ovviamente, iniziare il percorso con persone che conosci da una vita sarebbe stato totalmente diverso e forse più facile, questo non lo so… So solo che la vita cremonese/politecnica ha fatto di me una persona molto diversa dalla piccola me che era partita dalla Toscana. Infatti, in questi anni mi sono buttata in tantissime attività: dalle collaborazioni studentesche alla candidatura come rappresentante di Polo e tante altre cose bellissime, che mai mi sarei immaginata di fare. Probabilmente questo spirito di iniziativa ce l’avevo già, ma la vita universitaria, il rapporto con studenti e professori hanno innescato in me una grandissima voglia di mettermi in gioco. La cosa meravigliosa del polo di Cremona è che la maggior parte erano fuori sede, quindi avevi modo di avere a che fare con persone da tutta l’Italia con modi di fare e visioni diverse rispetto a quelle a cui ero abituata in Toscana, forse è stato questo a innescare in me questo spirito d’iniziativa".

Hai partecipato attivamente alla vita universitaria svolgendo l'attività di tutoring per gli studenti che avevano bisogno di un supporto nella preparazione degli esami, secondo te quali sono i punti di forza di questa attività? “Ho partecipato e usufruito tantissimo delle attività svolte dall’università. Oltre a darmi una piccola entrata economica, che sarebbe stata difficile ottenere studiando, mi ha concesso di conoscere altri studenti e scambiarci informazioni utilissime per lo svolgimento degli esami. Spesso gli studenti sono timidi e si vergognano a chiedere delle cose ai professori. Avere a disposizione delle persone coetanee a cui puoi chiedere davvero tutto quello che ti salta in mente è davvero di grande aiuto. Inoltre, gli studenti che hanno fatto l’esame hanno più esperienza e sanno dove andare a parare per fare al meglio l’esame, cose che spesso il professore non ti dice”.

Le statistiche dicono che un laureato magistrale su tre risulta già assunto alla data della laurea ma tu hai iniziato a lavorare ancora prima di conseguire la laurea triennale, vuoi raccontarci come hai trovato lavoro, di cosa ti occupi e di come ti trovi?
“Avevo iniziato a cercare lavoro per gioco, studiare e basta mi stava buttando giù e stavo facendo fatica a concentrarmi. Durante una brutta sessione d’esami, mentre facevo un orale per alzare il voto di uno scritto andato male, un professore mi fece un sacco di domande. Alla fine, mi chiese come avevo preso quel voto allo scritto, perché l’orale era andato davvero bene e mi lancio questa affermazione: “Hai mai pensato di iniziare a lavorare?”. Non so perché non gli chiesi mai il perché di questa affermazione. Con il tempo il mio spirito d’iniziativa mi fece riflettere e iniziai a buttarmi su qualche colloquio. Poi con il tempo scoprii il perché dell’affermazione del professore, mi resi conto che avevo delle competenze nascoste che non riuscivo a vedere studiando. Ingegneria al politecnico ti dà tantissimo, spesso mentre uno studia non se ne rende conto, ma quando inizi a lavorare con persone che hanno un background diverso, te ne rendi conto. Il politecnico ti insegna a buttarti, ti insegna che se vuoi davvero qualcosa, devi solo trovare il modo di raggiungerla. Ti insegna ad avere una mente molto analitica, ad analizzare le cose con tranquillità e razionalità. Questo perché spesso ti trovi a fare esami davvero difficili, in cui non conta solo lo studio, ma conta la tecnica e la strategia che si adotta fin dal primo giorno di corso. Ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare 8 mesi prima della laurea triennale, proprio nel mio settore di studi. Lavoro in una società di consulenza in Toscana che fa progetti di sviluppo software in ambito logistico. Ho trovato questa opportunità tramite LinkedIn e devo dire che mi sta piacendo molto. Il ruolo è estremamente versatile perché si colloca in un settore relativamente nuovo per l'azienda, il che potrebbe essere il motivo per cui hanno scelto di assumere una persona e con ancora tanta voglia di mettersi in gioco. Apprezzo il fatto che il lavoro non si concentri solo sullo sviluppo tecnico del software, ma abbia anche un aspetto funzionale legato all'analisi dei processi aziendali nelle fasi iniziali dei progetti. Sono contenta perché oltre a questo ho avuto modo di toccare anche aspetti legati all’intelligenza artificiale e al machine learning, rendendo il lavoro ancora più stimolante. Inoltre, ho avuto l'occasione di fare trasferte, incluso un viaggio in Svizzera poco dopo essere entrata in azienda. Le trasferte sono una scuola a sé per me, perché ti danno modo di approcciarti anche a modi di lavoro e mentalità diverse da quelle italiane”.

Quali sono secondo te le competenze richieste oggi dal mondo del lavoro? E quale ruolo ha avuto il Politecnico di Milano nel fornirti queste competenze?
“Per rispondere a questa domanda, riporto una frase emersa durante il colloquio: 'Sulla carta non ha niente, però ha la sua personalità'. Lì per lì non sapevo se considerarlo come un complimento o meno. Qualche mese dopo chiesi il perché di questa affermazione e mi dissero che per fare questo tipo di lavoro c’è bisogno di una persona curiosa, che abbia voglia di imparare e che abbia il carattere di prendere decisioni importanti in momenti progettuali difficili. Qualche mese dopo, ad un colloquio di metà anno, mi dissero che sapevo razionalizzare le cose anche quando si avevano un sacco di compiti e i miei responsabili andavano un po' nel caos, e che questo era davvero strano vista la mia giovane età. Io credo che senza il Politecnico non sarei mai riuscita a costruire questo tipo di personalità. Perché il politecnico non ti insegna solo la fisica e la matematica, ti insegna proprio ad approcciarti ai problemi. Ti insegna ad essere preciso, a non dare nulla per scontato, ti insegna a razionalizzare i problemi e a gestire anche dei 'momenti difficili', perché può capitare che ti trovi a dare una materia più volte e a perdere davvero le staffe, ma tu sai dove vuoi arrivare e nonostante tutto continui. Ho sempre odiato questi esami, ma adesso mi rendo conto che quelle situazioni difficili mi hanno davvero formata come persona. Credo che siano queste le competenze che il mondo del lavoro chiede ai giovani laureandi: curiosità, capacità di razionalizzazione e personalità".

Che consiglio daresti a chi deve scegliere oggi il suo percorso universitario?
“Io gli direi di immaginarsi come si vuole vedere a 30 anni: che stile di vita vuole avere e come vuole investire il suo tempo. Ad esempio, quando ho iniziato, avevo persone con me che avevano una grandissima passione per la matematica e la fisica. A me piacevano, ma non ero follemente appassionata e sinceramente non avevo chiarissimo cosa avrebbe fatto l’Ingegnere gestionale; lo sapevo solo a grandi linee. Sapevo solo che volevo fare l’ingegnere e che volevo risolvere problemi. Adesso mi rendo conto che non vorrei fare altro. Mi piace tantissimo quello che faccio, e sono molto felice di investire così il mio tempo. Quindi consiglierei di valutare, oltre alle singole materie, anche di avere una visione più sul lungo periodo e di immaginare cosa vorrebbe fare dopo la laurea".

Se dovessi scegliere 3 aggettivi per descrivere questo percorso universitario quali sceglieresti e perché?
“Impegnativo, soddisfacente ed entusiasmante".

C'è un momento particolarmente significativo di questi tre anni che ricordi con piacere e che vuoi condividere.
“Sì, il mio esame di fisica. Vorrei utilizzare questa domanda per sottolineare il lato umano dei professori e di quanto Cremona, essendo molto piccola, dia davvero la possibilità di notare anche questo lato. Ho fatto una scuola che non mi ha preparata per niente per approcciarmi a materie tecniche; quindi, inizialmente facevo un sacco di fatica a studiare. Mi ricordo che era appena passata la pandemia e che io non sapevo davvero nulla di fisica. Pensai che non l’avrei mai passato quell’esame, però mi venne in mente la disponibilità del professore e quindi pensai che potesse avere senso chiedere un ricevimento, il problema è che non sapevo neanche da dove partire. Andai dal professore e gli dissi proprio così: 'Prof, io non so davvero nulla di fisica e non so neanche da dove partire per iniziare a studiarla, ha qualche consiglio?'. Lui mi guardò un po', poi iniziò a tirare fuori tutta una serie di consigli e tecniche che non mi servirono solo per il suo esame, ma che mi svoltarono proprio tutto il metodo di studio. Non so come sarebbe cambiato il mio percorso se non avessi avuto il coraggio di fare quel ricevimento. In quella situazione mi sono resa conto di quanto è importante imparare a chiedere aiuto quando ne abbiamo bisogno, di quanto le persone possano essere molto più umane di come ce le immaginiamo e di quanto valga la pena superare la vergogna e imparare a buttarsi anche in situazioni un po' scomode".

INTERVISTA AD ALESSANDRO TURAZZA

Come hai maturato la scelta di iscriverti ad Ingegneria Informatica? Le tue aspettative sono state soddisfatte?
“Io trovo interessante come l’informatica sia un aspetto fondamentale e innovativo in qualsiasi ambito lavorativo e sociale, quindi ho scelto questa strada, dal momento che, oltre a fornire competenze avanzate in ambito informatico, offre una solida conoscenza di base su molte altre discipline ingegneristiche. Il percorso che ho seguito ha in gran parte soddisfatto le mie aspettative iniziali, talvolta superandole in alcuni corsi che si sono rivelati più interessanti di quanto mi fossi inizialmente aspettato".

Hai superato gli esami con esiti sempre ottimi, in molti casi eccellenti con tanto di lode, hai seguito un particolare metodo di studio?
“Dal mio punto di vista una metodologia essenziale per superare gli esami in generale è quella di seguire attentamente ogni corso, stando al passo con le lezioni ma soprattutto cercando di mettere in pratica i concetti teorici “sporcandosi le mani”, sia da soli che in piccoli gruppi, su quanti più esercizi o esempi possibili, anche quelli che a prima vista possono sembrare banali perché sono le fondamenta senza cui non si possono poi affrontare i problemi più complessi".

Ti sentiresti di consigliare il tuo percorso di studi? Ed eventualmente perché?
“Sicuramente sì, consiglierei questo percorso perché oltre a fornire conoscenze e competenze specifiche nel settore prettamente informatico, di cui non è necessario avere conoscenze pregresse, consente, grazie ai classici corsi di ingegneria, di avere una formazione interdisciplinare necessaria in vari contesti che richiedono diverse competenze e figure professionali”.

Tra i banchi del Poli sono nati legami forti che pensi di portare avanti anche dopo la laurea?
“Sicuramente ho conosciuto varie persone durante il mio percorso di laurea triennale, soprattutto grazie a progetti e lavori in team durante i corsi, con le quali avrò la possibilità di confrontarmi anche durante la laurea magistrale".

Quali sono le tue aspirazioni per il futuro?
“L’offerta che viene proposta dopo questo percorso è talmente vasta, dato che l’ingegnere informatico è una figura che potenzialmente può operare in qualsiasi ambito, che al momento per me è difficile aspirare ad una carriera ben precisa. Nell’immediato futuro continuerò i miei studi al Politecnico affrontando la laurea magistrale in Computer Science Engineering per approfondire alcune tra le tematiche più innovative dell’informatica".

Se dovessi indicare 3 aggettivi per descrivere questo percorso universitario quali sceglieresti e perché?
“Stimolante, impegnativo, gratificante. Ho trovato questo percorso molto stimolante perché, a parer mio, mi ha dato la possibilità di affrontare con entusiasmo nuove sfide e problemi di elevata complessità che si presentano durante tutto il corso, detto ciò il percorso necessita di un impegno serio e costante. Infine ho trovato il corso gratificante perché una volta terminato, la soddisfazione e le opportunità che si aprono ripagano abbondantemente l’impegno profuso.”

C'è un momento particolarmente significativo di questi tre anni che ricordi con piacere e che vuoi condividere.
“Non ricordo un momento particolarmente significativo.”

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