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NELLA MORSA DEL MALTEMPO

Il fiume Po torna a ruggire: livello sopra lo zero idrometrico

Non accadeva dal novembre 2019. Il clou della portata idrica atteso nella notte tra martedì 5 e mercoledì 6 marzo

Fulvio Nicodemo Stumpo

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redazione@laprovinciacr.it

05 Marzo 2024 - 05:30

Il fiume Po torna a ruggire: livello sopra lo zero idrometrico

CREMONA - Erano cinque anni che il Po non superava lo zero idrometrico. L’ultima volta è stata il 26 novembre (ovviamente, essendo il mese tipico delle piene) del 2019. Ieri si è attestato a pochi centimetri sopra lo zero. Ma il colmo di piena arriverà nella notte tra il 5 e il 6, quando il fiume raggiungerà il livello compreso tra il metro e mezzo e i due, spiegano dall’Aipo. Ieri infatti i tecnici hanno monitorato minuto per minuto la situazione, soprattutto quella piemontese, dove imperversa il ciclone Fedra.

Il Po infatti risente delle piene degli emissari Bormida e Tanaro, arrivate quasi al livello di guardia, alimentate dalle forti piogge. Il Tanaro soprattutto si è fermato al secondo allarme arancione, a un passo dall'allerta rossa andando a gonfiare il Po. L’ondata di piena ha ‘viaggiato’ e verso le nove di ieri mattina si è presentata al Ponte della Becca di Pavia, continuando ad aumentare, tanto che verso le 17 è arrivata al colmo.

«Calcolando che per arrivare a Cremona ci impiega tra le 20 e 24 ore, il colmo qui da noi lo avremo nella notte tra il 5 e il 6» spiega Giacomo Pattini, dell’Aipo.

Anche senza l’aiuto del servizio idrografico i segnali erano ben visibili: Canalina del ponte libera, spiagge e isolotti spartiti, quasi del tutto coperta (o tappata) la foce del Riglio. L’acqua ha invaso anche il Mandracchio come non si vedeva da tempo, mentre il forte vento di ieri notte ha fatto crollare la rete di recinzione del cantiere della pista ciclabile che costeggia l’avanconca.

po

Alle canottieri massima attenzione «nulla di allarmante, ma gli uomini sono stati allertati, con il Po non si sa mai, anche perché il maltempo sembra continui», spiega il presidente della Flora e di Assocanottieri Pierangelo Fabris.

In effetti ieri mattina gli addetti delle società, della Flora, della Bissolati, del Dopolavoro ferroviario, della Baldesio, erano tutti al loro posto a sistemare ormeggi, a controllare le cime delle zattere di attracco, a sgottare acqua dalle barche, a controllare le passerelle. E a tal proposito sott’acqua è finita quella del Bodinco, per raggiungere il capanno sul Po è stata sistemata una barca, una veneta, un insolito ponte di barche, insomma.

Proseguendo verso valle sono sparite le grandi spiagge, che fino a qualche giorno fa caratterizzavano il paesaggio, e l’acqua è entrata nelle cosiddette ‘bassure’, ma se gli arginelli di frontiera tengono non dovrebbe addentrarsi più di tanto nei terreni golenali. Anche il resto del paesaggio è totalmente cambiato: bodri in buona forma, lanche finalmente 'libere', gonfi il Morbasco, il Cavo Cerca, la Morta e il Fossadone.

Tutto sotto controllo, ma si guarda sempre al meteo, sul Piemonte sta imperversando il ciclone Fedra (e non cambia l’abitudine di dare il nome di donne fatali ai disastri naturali).

Finalmente uno spettacolo degno del Grande Fiume che nelle piene di portata media si attesta dietro solo a quelle del ‘76-‘77, quando aveva toccato i più cinque metri (fuori classica ovviamente quelle del 1994 e del 2000), uno spettacolo che conferma che il Po muta tutti i giorni, così come vuole il suo nume tutelare, Proteo, il dio che ogni tanto viene a svernare il qualche caverna di Eridano.

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