L'ANALISI
02 Marzo 2024 - 10:22
CREMONA - “Ero molto innamorata, dovevamo sposarci”. Poi le storie finiscono, accade. “L’ho chiusa io, dopo due anni, perché c’erano cose che non mi tornavano e i miei dubbi erano fondati, ma l’ho chiusa senza rancore. E invece”. Maria (nome di fantasia, ndr) fa una pausa. Riprende fiato: “Nell’ultimo anno mi ha distrutto la vita, vendicandosi nella maniera più terribile. È diventato il mio stalker, mi ha seguito, tempestato di telefonate e messaggi. E ha fatto di peggio. Ha divulgato sui social, ai miei amici e ai miei familiari video e fotografie che mi ritraevano in intimità. Ho subito umiliazioni dalla persona di cui mi ero fidata. Sono precipitata in un baratro”.
Dal quale Maria adesso è uscita. L’ex compagno, straniero, è finito in carcere per stalking e revenge porn. Lo ha arrestato la squadra mobile al termine di un’ indagine complicata. Perché i poliziotti avevano a che fare con un mago della tecnologia, un campione nel creare falsi profili e nell’utilizzare utenze ogni giorno diverse. Con un ‘fantasma’ che si spostava senza lasciare tracce. Prima che lo braccassero, ad alcuni conoscenti l’uomo aveva fatto credere di essersi trasferito negli Stati Uniti. Invece era a Bergamo. Alloggiava in un albergo nel centro della città. Lì lo hanno rintracciato i poliziotti del commissario capo Marco Masia. Gli hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Cremona su richiesta del pm. L’uomo resta in carcere. Il gip ha convalidato la misura dopo l’interrogatorio di garanzia. E Maria è tornata a sorridere. Si sta sta ripigliando in mano la vita con l’aiuto di una psichiatra e della famiglia, anch’essa trascinata nell’inferno.
Indagine complessa, cominciata a gennaio di quest’anno, quando una mattina Maria, disperata, si è rivolta alla squadra mobile per querelare l’uomo. Ha raccontato quello che stava passando dal 2023. Troncata la relazione, l’ex ha cominciato a tartassarla di messaggi e chiamate: se ne contano a centinaia. Più di una volta si è fatto trovare sotto casa. Il tono era minaccioso. Un’altra si è presentato nel luogo di villeggiatura dove lei era in vacanza con la famiglia. Maria lo ha bloccato sui social, ha bloccato il suo numero, ma non è servito, perché l’ex dai mille profili e dalle mille utenze riusciva sempre a ‘colpire’. Lei e la madre di lei: un giorno l’ha contattata, minacciandola di assumere un investigatore privato per scoprire dove si trovasse sua figlia.
Dallo stalking al revenge porn, è stata una escalation. Negli ultimi mesi, l’ex compagno si è vendicato, cominciando a divulgare sui social video e foto intime di Maria. Li ha mandati anche ai parenti e agli amici della donna per denigrarla, offenderla. Quel giorno in questura, agli investigatori lei ha raccontato che l’ansia la stava divorando, di aver cambiato le abitudini di vita. Ha riferito che temendo per la sua vita e per quella dei familiari, si era chiusa in casa, aveva cambiato il numero di telefono e il domicilio.
Capita la gravità del reato, gli investigatori l’hanno tranquillizzata, sono rimasti in contatto con la donna ogni giorno, hanno via via acquisito tutti gli elementi utili all’indagine complessa e articolata. L’informativa è stata poi trasmessa alla Procura. Alla luce delle gravi risultanze probatorie, il gip ha disposto che l’uomo venisse sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere. Bisognava cercarlo, perché lo stalker non aveva una stabile dimora in Italia. Gli investigatori hanno scoperto che si muoveva in alcune zone della Lombardia, pernottando negli alberghi. E benché ai conoscenti avesse fatto credere di essere volato negli Usa, dopo alcuni giorni di ricerche, i poliziotti della squadra mobile di Cremona, con la collaborazione dei colleghi di Bergamo, lo hanno rintracciato in un hotel nel centro della città orobica. L’uomo è finito in carcere. Nei suoi confronti, il questore di Cremona, Michele Sinigaglia, ha emesso anche la misura di prevenzione dell’avviso orale, che gli è stata notificata contestualmente all’ordinanza di custodia cautelare.
“Non ci speravo più e invece. Ringrazio la squadra mobile. Quando sono andata in questura ero quasi in confusione. Mi scoppiava la testa. Sto ricominciando a vivere”.
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