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SCANDOLARA RAVARA

Per l'ex sindaco e la vecchia giunta la stangata trent’anni dopo

Caso Italservizi: la Corte dei Conti ha inviato i moduli per pagare la sanzione di 120mila e

Davide Luigi Bazzani

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davideluigibazzani@gmail.com

29 Febbraio 2024 - 05:20

Per l'ex sindaco e la vecchia giunta la stangata  trent’anni dopo

Il consiglio comunale nel 1991 (foto d'archivio)

SCANDOLARA RAVARA - È arrivata poche ore fa a casa dell’ex sindaco Antonio Borghesi, 88 anni, degli ex assessori Palmiro Paini, 82, Carlo Pasquali, 68, e dell’ex segretario comunale Franco Nardone, 69, la richiesta ufficiale di pagamento di circa 30mila euro ciascuno in seguito alla decisione definitiva della Corte dei Conti sulla nota vicenda Italservizi Srl di Desenzano del Garda. La questione ha avuto origine dall'adozione, risalente al 1992, di una delibera comunale che ha revocato un precedente accordo del 1991 per il noleggio dall’azienda bresciana di un misuratore di velocità, decisione che ha portato a una serie di azioni legali culminate in una transazione stragiudiziale e nel riconoscimento di un danno erariale a carico del Comune.

La Procura contabile lombarda avviò un'istruttoria in seguito alla delibera del consiglio comunale di Scandolara Ravara del 30 marzo 2017, che riconosceva un debito fuori bilancio di 143.387,52 euro nei confronti del Fallimento Italservizi srl. L’ 11 dicembre 2017, il Comune inviò una nota per revocare tale delibera, riconoscendo un debito minore di 100mila euro, risultato da una transazione con Italservizi.

corte die conti

Il debito trae origine da una delibera del 1° luglio 1991, esecutiva dal 29 luglio 1991, per il noleggio di un apparecchio per il controllo della velocità da parte della polizia locale, con durata annuale e rinnovo tacito se non disdetto entro 150 giorni prima della scadenza (1° marzo 1992). Il compenso era legato alle riscossioni delle contravvenzioni.

Tuttavia, il 6 marzo 1992, cinque giorni dopo il termine previsto, la giunta revocò la delibera precedente a causa della mancanza di personale per contestare le sanzioni, interrompendo il rapporto con Italservizi, che il 1° aprile 1993 citò in giudizio il Comune, chiedendo la risoluzione del contratto e il risarcimento per l'interruzione anticipata del vincolo. Il Tribunale di Cremona, il 3 settembre 2003, accettò la richiesta di Italservizi, condannando il Comune a pagare 68.482,18 euro più interessi e spese processuali.

Un appello del Comune contro la sentenza di primo grado fu dichiarato inammissibile dalla Corte d'Appello di Brescia in quanto ritenuto tardivo perché proposto oltre il termine breve di 60 giorni. La vicenda è continuata nell’ambito della magistratura contabile, fino alla sentenza del 7 novembre 2023, con cui è stato quantificato il danno erariale nell'intera somma ‘transatta’ più i compensi legali sostenuti dal Comune nei vari gradi di giudizio, attribuendo la responsabilità sia agli amministratori che al segretario comunale, con specifiche cifre attribuite a ciascuno. E così si è arrivati al riconoscimento della responsabilità amministrativa dei quattro.

Tutti sconcertati, ovviamente, sia per l’entità della somma da versare che per le tempistiche ultradecennali di tutta la questione.

L'EX SINDACO 

«So che non c’è più nulla da fare, purtroppo. Quello che mi chiedo è: quale danno reale, concreto, abbiamo fatto al Comune di Scandolara Ravara per aver dato la disdetta di un contratto?». Antonio Borghesi, sindaco tra il 1990 e il 1995, ha accolto con grandissima amarezza la ‘botta’ della Corte dei Conti. «Abbiamo sempre svolto il nostro compito di amministratori con la massima attenzione – afferma -, cercando di fare solo il bene della comunità di Scandolara. Dover pagare 31mila euro, a distanza di 33 anni dall’avvio di questa vicenda, mi sembra assurdo, soprattutto perché, ripeto, non capisco quale sia stato in concreto il danno causato al paese».

Borghesi non nasconde il suo dispiacere per la vicenda: «Ho 88 anni, ho i miei problemi di salute, e così pure mia moglie. Riesco a pagare quella somma, ma chiunque può capire che doverlo fare dopo oltre tre decenni fa veramente male. Erano soldi destinati a trascorrere un po’ più in serenità la vecchiaia e invece tutto è sfumato in questo modo».

Borghesi ha deciso di pagare tutto appena possibile, anche per togliersi il ‘dente’. «Ma anche perché diversamente – osserva -, se dovessi dilazionare il pagamento, com’è possibile, dovrei versare ogni anno anche gli interessi. Non ci penso neanche».

Inevitabile la riflessione sui rischi che corre un amministratore: «Che voglia può venire di andare ad amministrare un paese se poi succedono queste cose? Purtroppo a suo tempo non venne presentato entro i termini il ricorso in appello alla sentenza di primo grado e poi le cose sono andate come abbiamo visto. Dove i ricorsi sono stati presentati in tempo, i Comuni sono usciti vincenti nello stesso tipo di causa. Solo a noi è andato tutto storto».

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