L'ANALISI
VIABILITA' DEL TERRITORIO
23 Febbraio 2024 - 09:28
SPINO D'ADDA - «Se la situazione non si sblocca, siamo pronti, come amministrazione comunale, anche ad azioni di protesta ad esempio l’occupazione della strada». Il sindaco Enzo Galbiati ha perso la pazienza, dopo l’ennesima fumata grigia con cui si è concluso l’incontro di mercoledì con la Provincia, per la messa in sicurezza del tratto della Paullese, prima del ponte sull’Adda. «A quanto ci è stato spiegato, per poter chiudere gli accessi a raso alle due proprietà laterali, in particolare la stazione di servizio Tamoil, serve il parere di Prefettura e Polizia stradale, che deve confermare la pericolosità della strada. Senza quello, la provincia non può sostanzialmente imporre nulla», chiarisce Galbiati. La sicurezza dei cittadini prevarrebbe così sugli interessi economici dei privati.
«Lo stesso presidente provinciale Mirko Signoroni sostiene la nostra richiesta — prosegue il sindaco —: ha dato mandato ai tecnici di coinvolgere appunto Prefettura e Polizia stradale». I due accessi all’altezza dei quali, in questi anni, si sono verificati la stragrande maggioranza degli incidenti stradali (anche mortali) che hanno interessato il tratto dell’ex statale sono quello che porta nel parcheggio del ristorante e quello della stazione di servizio.
«Per il primo, la Provincia ha già avviato una comunicazione con la proprietà, in quanto risulta che non ci fosse il vecchio permesso dell’Anas per poter tenere aperto il passaggio — aggiunge —: la Tamoil l’aveva invece ottenuto. Al di là dei retaggi tecnico burocratici risalenti, entrambi vanno chiusi. La Paullese in quel tratto conta 26mila passaggi al giorno e dunque la stazione di servizio perde i clienti, ma anche in caso di chiusura dell’accesso a raso la stazione di rifornimento potrebbe comunque contare sulla strada di ingresso dal paese, che permette di raggiungere la Tamoil. Sino ad oggi Prefettura e Polizia stradale hanno sempre sostenuto che gli incidenti avvengano per il mancato rispetto della segnaletica. Evidente che il fattore umano ha sempre una parte fondamentale. Ma non si può fare finta di nulla».
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