L'ANALISI
23 Febbraio 2024 - 05:05
CREMA - In città ci sono più di sei pensionati ogni dieci lavoratori. Negli ultimi venti anni questa percentuale è cresciuta in maniera esponenziale. Basti pensare che, nel 2004, il rapporto era di cinque persone a carico del sistema pensionistico ogni dieci attive. In gergo statistico si chiama Indice di dipendenza strutturale. Evidente che la prima conseguenza di questo squilibrio, dovuto essenzialmente all’invecchiamento costante della popolazione, sia la possibilità che il sistema pensionistico regga a livello finanziario. Un tema nazionale, che coinvolge Inps e governo.
La città, intesa come istituzioni, dal Comune agli altri enti, ma anche come associazioni, deve invece affrontare sfide locali che riguardano ad esempio la difficoltà di un quinto dei residenti ad arrivare a fine mese. E la stragrande maggioranza di queste persone, con un reddito inferiore ai 10mila euro annui, sono anziani. La popolazione sopra i 65 anni, in poco più di tre decenni, è passata infatti dal rappresentare il 16% dei residenti della città (nel 1991) a superare il 27% (dato aggiornato al primo gennaio 2023).
Oltre all’indice di dipendenza strutturale, che va ricordato comprende anche la popolazione non in età lavorativa in quanto troppo giovane, dunque la fascia di età sino ai 14 anni, l’Istat rileva infatti anche quello vecchiaia, salito dai 126 punti del 1991, ai 232 del 2023. Questo incremento segnala una pressione sempre maggiore sulle spalle dei lavoratori, con implicazioni significative per la qualità della vita della comunità. La necessità di garantire assistenza socio sanitaria per una popolazione sempre più in età avanzata mette alla prova le risorse economiche della città. Dal punto di vista sociale, è essenziale garantire un sostegno adeguato agli anziani, compresi servizi sanitari e strutture di cura.
«Ma i pensionati sono anche una risorsa», ricorda Mimmo Palmieri, segretario provinciale dello Spi Cgil. E il riferimento è chiaramente al volontariato, sepre più all’insegna dei capelli grigi. Enti locali e Comunità cremasca, intanto, lavorano insieme per sviluppare politiche che affrontano le crescente dipendenza strutturale. Ci sono ovviamente già numerose iniziative in atto, ad esempio l’assistenza ai più emarginati, non solo tramite il dormitorio San Martino della Caritas, ma anche con la distribuzione di pasti a domicilio a cura del Comune o nei refettori della stessa organizzazione diocesana. Poi la presenza di associazioni come l’Auser, che garantiscono servizi di trasporto agli anziani in difficoltà e privi di un’auto.
Li portano in case di cura, centri medici e ricreativi. Fondi per queste finalità sociali, destinate alla fascia dei pensionati, sono arrivati anche dal Pnrr. Il Comune, inoltre, ha da tempo attivato i cosiddetti Patti generativi per l’inclusione sociale, che offrono interessanti possibilità di presa in carico di famiglie e singoli. Da segnalare anche il progetto PrIns (Pronto intervento sociale) che prevede azioni immediati di sostegno ai bisognosi, in attesa poi di programmare aiuti e iniziative a lungo termine.
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