L'ANALISI
23 Febbraio 2024 - 05:20
CREMONA - È volata dalla Germania a Cremona per denunciare l’ex marito di sottrazione di minore: il figlio di 9 anni che l’uomo le ha portato via nonostante un giudice tedesco abbia disposto l’affido alla madre dei suoi due bambini, oltre al maschio, la femmina di 8 anni. Il padre, 36 anni, casa a Cremona, alcuni precedenti, ufficialmente venditore di auto, non ha nessuna intenzione di riconsegnare il piccolo.
«Non ci penso nemmeno», aveva detto davanti agli investigatori della Divisione Anticrimine l’11 gennaio scorso. Quel giorno l’uomo era stato convocato in questura e sentito a sommarie informazioni affinché consegnasse spontaneamente il bambino alla madre trentenne. La polizia lo aveva informato che «in caso di rifiuto, verrà instaurato dinanzi al tribunale per i minorenni competenti il giudizio di ritorno come previsto dall’articolo 7 della legge 64/1994»: è la legge che ratifica ed esegue la convenzione europea sul riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia di affidamento dei minori e della convenzione sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori. Non è servito.
Il suo rifiuto a consegnare il bimbo, il padre lo ha ribadito ancora nei giorni scorsi all’ex moglie: «Tu puoi anche denunciarmi, ma il bambino resta con me». La denuncia-querela è stata raccolta due giorni fa negli uffici della squadra mobile dove la donna si è presentata con l’avvocato Marco Azzali. Dopo la separazione, in Germania il tribunale aveva disposto l’affido condiviso dei bambini, successivamente revocato l’1 settembre del 2023, «perché l’ex marito è violento», ha spiegato il legale. Entrambi i figli erano stati affidati alla madre. Al termine di una vacanza, il padre non ha riaccompagnato il maschietto, violando gli accordi. Lo ha portato con sé a Cremona. Da allora, tra i suoi genitori è guerra. L’ex marito non ha mai passato gli alimenti per i figli. La donna tira avanti con il suo lavoro da collaboratrice domestica. Ci ha sempre pensato lei ai suoi bambini.
In questi mesi, il maschietto lo ha sentito alcune volte al telefono. «L’ex marito glielo passava, poi ha smesso di farlo», ha proseguito l’avvocato Azzali. «Tenuto conto del comportamento assunto sino ad oggi dal padre, in spregio di qualunque obbligo giuridico», la donna ha dunque presentato la querela a Cremona, perché, ha precisato il legale, «il genitore affidatario che lamenta la sottrazione del minore, oltre a poter ricorrere all’autorità centrale, può attivarsi autonomamente, rivolgendosi direttamente alle autorità giudiziarie dello Stato nel quale il minore è stato portato e trattenuto, come previsto dall’articolo 29 della Convenzione dell’Aja del 1980». Ieri la madre, disperata, è ripartita per la Germania, «perché non può permettersi di perdere il lavoro».
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