L'ANALISI
02 Febbraio 2024 - 05:05
CREMA - Tra le sfide di quest’anno della Sanità regionale c’è l’avvio delle cure oncologiche a domicilio dei pazienti più fragili. E l’ospedale Maggiore parte già da una posizione di notevole vantaggio. Negli ultimi tre mesi e mezzo del 2023, infatti, è stato portato avanti un progetto pionieristico, chiamato Con gli stessi occhi, che ha comportato le cure a casa per i pazienti oncologici. Sono state 12 le persone seguite, al di fuori delle pareti di largo Dossena, dal personale medico dell’unità operativa diretta da Gianluca Tomasello, grazie al lavoro del team guidato dall’oncologo Salvatore Incardona. Al momento, il progetto è in stand by.
Dovrà infatti essere adeguato alle nuove disposizione regionali. Da Milano, l’assessore al Welfare Guido Bertolaso ha infatti ribadito nei giorni scorsi come l’obiettivo di queste cure domiciliari sia facilitare la vita ai malati, in un momento già difficile, «tenuto conto che molti dei pazienti oncologici, ematologici e onco-ematologici sono in età lavorativa e il tema del costo sociale è sempre più rilevante e attuale». L’oncologia di prossimità è così la nuova strategia che da quest’anno palazzo Lombardia vuole mettere in atto per quanto riguarda i malati di tumore, che devono seguire le terapie per periodi più o meno lunghe.
A Crema, era partita già il 14 settembre con le cure oncologiche domiciliari. Per selezionare gli aventi diritto era stata effettuata una valutazione per conoscerne il livello di fragilità basato sull’età, il grado di disabilità motoria e psichica, lo stato nutrizionale, la presenza di patologie concomitanti a quella tumorale. Il percorso domiciliare è stato poi proposto tramite terapia orale, sottocutanea o intramuscolare. Prevedeva l’attivazione dell’assistenza, l’esecuzione di prelievi ed eventuali medicazioni, oltre alla valutazione clinica da parte dell’oncologo, con la consegna degli esami ematici e dei farmaci. Il tutto a stretto contatto con il medico di medicina generale che segue il paziente.
«Con gli stessi occhi — aveva chiarito Incardona — è una risposta concreta data da un’oncologia che non può essere solo ospedaliera, ma che si reca a casa del paziente e modula la cura tenendo conto delle esigenze manifestate. Perché ognuno ha diritto alle cure, anche e soprattutto quando presenta disabilità, precedenti la diagnosi di tumore o causate dal tumore stesso. Questo progetto è espressione della volontà di curare finalmente ogni persona superando le barriere». Un ulteriore passo avanti nell’ambito di una sanità che vuole farsi sempre più prossima e che vede l’Asst di Crema candidarsi a un ruolo pionieristico a livello lombardo.
La cura della persona che presenta un tumore viene declinata tenendo conto di tutti gli aspetti che contribuiscono al suo benessere. Per chi è ammalato, ha un grande valore la possibilità di potersi curare nel proprio luogo di vita quotidiana, potendo condividere con le persone care il tempo della malattia. È proprio da queste considerazione che nasce l’idea.
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