L'ANALISI
01 Febbraio 2024 - 09:52
Alessandro Portesani
CREMONA - Né con la destra né con la sinistra. Ma solo per il momento. Alessandro Portesani, leader (o meglio portavoce, per dirla con le sue parole) del gruppo civico Novità a Cremona, svela nomi e volti di metà della sua squadra, ma non scopre le sue carte. Di qua o di là? La risposta è una sola: «Sosterremo la coalizione disposta ad accogliere integralmente il nostro programma, altrimenti valuteremo l’opportunità di correre da soli».
Praticamente un mantra, ribadito a più riprese al direttore del giornale La Provincia Paolo Gualandris, ieri sera nella sede del Crit, di fronte a una platea bipartisan letteralmente traboccante. Con numerosi spettatori interessati: da un lato l’eminenza grigia Luciano Pizzetti , il presidente del Consiglio comunale Paolo Carletti e il segretario provinciale del Pd Vittore Soldo; dall’altro i consiglieri regionali Marcello Ventura per FdI e Riccardo Vitari per la Lega, il capogruppo di Forza Italia Carlo Malvezzi e anche il presidente della onlus Siamo Noi Claudio Bodini, papabile candidato sindaco del centrodestra. Giusto per citare qualche nome noto.
Quel che certo è gli occhi di entrambi gli schieramenti sono puntati sul 41enne ex presidente della coop sociale Il Cerchio (poi Meraki), da molti considerato possibile ago della bilancia della sfida elettorale. Occorre scavare tra le pieghe delle dichiarazioni — sempre misuratissime — del volto nuovo della politica cremonese per immaginare quale direzione potrà imboccare nel cammino verso le urne.
La parola chiave, ripetuta in loop, è «discontinuità» rispetto agli ultimi vent’anni di governo della città. Prima l’ammiccamento al centrosinistra: «È vero che la discesa in campo di Andrea Virgilio incarna l’ideale prosecuzione dell’attuale linea amministrativa, ma l’onorevole Pizzetti ha espresso con chiarezza l’ossimoro fra continuità e necessità di cambiamento».
Poi la carezza al centrodestra: «Ho presentato le linee programmatiche alla coalizione e ritengo di aver ricevuto un’accoglienza quasi entusiasta». La sensazione è che il piatto progressista della bilancia sia più leggero. Così il centrodestra gongola. Almeno per il momento. Perché, si sa, le vie della politica sono infinite.
Portesani ha illustrato i cinque pilastri del suo piano. A partire dal capitolo ‘Giovani, università e impresa’: «Cremona — ha detto — è virtuosa per il basso costo della vita e la dimensione del centro urbano, ma sconta evidenti criticità sul fronte delle infrastrutture, della disponibilità di posti letto e di vivacità della proposta di animazione. C’è ancora molto da fare per costruire una città a misura di giovani. Per quanto riguarda le imprese, l’ispirazione è il MasterPlan 3C, piattaforma programmatica e progettuale già condivisa dalle categorie e dal tessuto sociale e produttivo».
Ha linee precise la strategia a favore di ‘Natalità e Famiglie’: «Occorre agevolare l’accesso ai servizi educativi: asili, centri estivi e doposcuola. I regolamenti Isee vigenti prevedono solo due scaglioni, ma in una famiglia in cui entrambi i genitori lavorano è praticamente automatico il superamento della soglia dei 25mila euro. Un approccio che consideriamo sbagliato: i servizi servono soprattutto ai genitori lavoratori».
In tema di ‘Welfare’ — suo cavallo di battaglia — Portesani ha spiegato: «Vanno valorizzate le competenze e migliorate le condizioni di lavoro degli assistenti sociali. È essenziale restituire all’Azienda Sociale Cremonese la funzione di programmazione delle politiche sul territorio. A sostegno della Golden age, poi, servono azioni preventive in chiave socializzante e piani per arginare la solitudine degli anziani».
Quindi, la strategia per ‘Turismo e Commercio’: «Va detto che la giunta Galimberti ha fatto un grande lavoro sul tema dell’internazionalizzazione. A Cremona abbiamo anche grandi filantropi che hanno messo a frutto gli investimenti fatti sulla città. La stabilizzazione delle attività culturali e i grandi eventi devono convivere nel quadro di una programmazione indirizzata al prolungamento della permanenza turistica: la figura del city manager, professionista capace di ricostruire le relazioni con le categorie e con i commercianti, e l’analisi delle abitudini tramite i big data sono strumenti su cui puntare con convinzione». Infine, il nodo ‘Cremona capoluogo’: «È vitale ricostruire una più ampia fiducia territoriale, riappropriarsi della consapevolezza del ruolo di città capoluogo e assumersi la responsabilità di esserlo: riteniamo fondamentale favorire interlocuzioni e consultazioni con i Comuni di tutto il territorio, non solo quelli del distretto cremonese. Si deve lavorare sull’omogeneità dei servizi e sulla condivisione delle strategie».
In coda al primo incontro pubblico della sua carriera politica, Portesani ha presentato sette dei membri di Novità a Cremona: Cristiano Beltrami, 52 anni, responsabile di impresa sociale; Maurizio Dossena, 48 anni, responsabile commerciale; Enzo Gaboardi, 55 anni, auditor di sistemi di gestione; Gianluca Gambarotti, 41 anni, IT manager; Giovanni Merlini, 41 anni, psicologo psicoterapeuta volontario; Giacomo Vecchia, 45 anni, formatore e consulente; Ilaria Zotaj, 22 anni, studentessa di Giurisprudenza. Il resto del gruppo, che attualmente comprende 15 persone, sarà presentato nelle prossime settimane. Quando — forse — Portesani avrà sciolto le riserve sulla collocazione nello scacchiere elettorale.
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