L'ANALISI
22 Gennaio 2024 - 17:54
CREMONA - L’influencer e imprenditrice digitale cremonese, Chiara Ferragni, è stata iscritta nel registro degli indagati di Milano, con l’ipotesi di truffa aggravata, non solo per la vicenda del pandoro Pink Chiristmas della Balocco, ma anche per quelle delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi e per la bambola Trudi.
È quanto emerge dall’atto con cui la Procura milanese giovedì scorso ha sollevato davanti al Pg della Cassazione il conflitto tra uffici del pm sulla competenza ad indagare per il caso del dolce natalizio della casa dolciaria in provincia di Cuneo.
Il procuratore aggiunto di Milano, Eugenio Fusco, che ha delegato le indagini al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, giovedì scorso ha inviato al Pg della Cassazione (in base all’articolo 54-bis del codice di procedura penale) l’atto con cui ha sollevato il conflitto tra uffici del pm, affinché chiarisca a chi spetta occuparsi della vicenda del pandoro Pink Christmas. A questo proposito sono stati portati all’attenzione anche gli altri due casi, ossia quello delle uova di cioccolato e quello della bambola, ovvero la «Mascotte Chiara Ferragni» prodotta in collaborazione con Trudi, l’azienda friulana acquisita nel 2019 dalla Giochi Preziosi, con sede legale a Milano e per i quali inizialmente l’ipotesi di reato era frode in commercio, poi diventata truffa aggravata.
Ora la parola passa al sostituto Procuratore generale della Suprema Corte, posto che l’unica Procura ad aver sollevato la questione di competenza chiedendo gli atti relativi al pandoro è quella di Cuneo, guidata da Onelio Dodero.
Al momento, invece, non è ancora arrivato sul tavolo dei pm milanesi l’esposto annunciato da Codacons nei giorni scorsi e relativo alla campagna del 2020 per raccogliere fondi contro il Covid attraverso una «capsule collection» a edizione limitata realizzata insieme a Oreo.
I pm di Cuneo sono convinti di essere competenti sull’inchiesta, visto che la Balocco, azienda che avrebbe agito in concorso con Ferragni (è indagata anche Alessandra Balocco, la presidente e l'amministratrice delegata dell’azienda dolciaria omonima) ha sede a Fossano, nel cuneese.
I pm di Milano sono invece convinti di essere titolati ad indagare sulla base di alcuni criteri: non solo la residenza di Ferragni, ma anche perché i tre casi - pandoro Balocco, uova di Pasqua e bambola Trudi - sono legati da uno stesso modus operandi.
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