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‘I problemi di Matematica del fascismo’: le scienze come propaganda

Mostra al Muvi organizzata dall’Anpi locale per evidenziare l’uso ideologico delle materie scientifiche durante il Ventennio

Nicola Barili

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redazione@laprovinciacr.it

19 Gennaio 2024 - 05:20

‘I problemi di Matematica del fascismo’: le scienze come propaganda

VIADANA - ‘Libro e moschetto, fascista perfetto’: era uno dei tanti slogan di propaganda che venivano usati durante il Ventennio in cui l’Italia era retta dal regime di Benito Mussolini. Parole sulle quali l’Anpi viadanese invita ora a riflettere proponendo la curiosa e interessante mostra documentaria ‘I problemi di Matematica del fascismo’, che sarà inaugurata domenica al MuVi, alle ore 11, e poi rimarrà aperta sino a domenica 4 febbraio. «Sono stati realizzati 29 pannelli per illustrare come si insegnavano i problemi di matematica dal 1922 al 1945, ponendo in luce il rapporto tra didattica e ideologia fascista», spiegano dall’Anpi.

«L’approccio totalitario anche nella preparazione scientifica degli alunni metteva in campo l'armamentario del regime, l'intero arsenale tematico del fascismo stesso: la militarizzazione della società fin dall'infanzia, l'immobilità sociale, la segregazione di genere, il pregiudizio politico e razziale e il culto dello stato assoluto e del suo duce». Va ricordato che nel 1923 il il filosofo Giovanni Gentile, ministro dell’Istruzione pubblica, realizzò con la collaborazione del pedagogista Giuseppe Lombardo Radice un’organica riforma della scuola, che Mussolini definì ‘la più fascista’.

Una classe elementare ai tempi del regime 

La riforma innalzò obbligo scolastico a 14 anni, con la scuola elementare obbligatoria e gratuita dai sei ai dieci anni. Il ciclo di studi era suddiviso in due corsi: inferiore fino alla terza classe e superiore fino alla quinta, a cui si accedeva superando un apposito esame di Stato. Dal 1929 in poi, il sistema dell’istruzione fu di nuovo modificato: il ministero della Pubblica istruzione assunse la denominazione di ministero dell’Educazione Nazionale, allo scopo di renderlo più adatto al progetto di fascistizzare la scuola per renderla un elemento importante nella costruzione del regime totalitario.

«L'efficacia dell'aritmetica della propaganda, spesso nascosta da espressioni edulcorate, è forse la più insidiosa delle violenze pedagogiche», spiegano ancora dall’Anpi. «Tutto quello che è in mostra sembra apparentemente trattare solo di matematica, innocente e pura, in realtà nasconde una formidabile architettura del consenso e della propaganda, che limitava e reprimeva la vivacità critica del singolo individuo». Dopo l’inaugurazione di domenica, lunedì alle ore 11 seguirà la presentazione ufficiale della mostra agli istituti scolastici viadanesi.

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