L'ANALISI
13 Gennaio 2024 - 16:39
CREMONA - Che fare dopo le medie? È l’interrogativo che si stanno ponendo i 3.271 studenti delle classi terze medie che da giovedì 18 gennaio al 10 febbraio dovranno scegliere a quale istituto superiore frequentare il prossimo anno 2024/2025. In realtà fra una settimana le pre-iscrizioni prenderanno il via per le scuole di ogni ordine e grado: dai nidi alle superiori. «Orientamento e informazione: su questo il Comune, attraverso l’Informagiovani, investe moltissimo — spiega Maura Ruggeri, assessore all’istruzione del Comune —. Il dialogo fra famiglie e operatori è importante per indirizzare e accompagnare le scelte, per capire le esigenze dei ragazzi e le loro attitudini. Per questo l’Informagiovani mette in campo risorse, progetti che ne hanno fatto un punto di riferimento, imitato un po’ ovunque».
Il passaggio dalle medie alle superiori è un passaggio delicato e che trova spesso ragazzi e genitori disorientati. «Il nostro compito è di aiutare gli adolescenti a trovare la consapevolezza della scelta che stanno per fare — spiega Carmen Russo, responsabile dell’Informagiovani —. Il lavoro in sinergia con le scuole, i momenti di salone sono la punta dell’iceberg di un’azione che ci ha portato, quest’anno, a fare 250 colloqui di orientamento con ragazzi e genitori, a promuovere 240 sessioni online con famiglie, ma anche ad attivare una cinquantina di percorsi di riorientamento per ragazzi del biennio delle superiori. A questa attività si affiancano le 62 azioni dedicate alla metodologia di studio. Si tratta di tasselli che raccontano di una complessità del fenomeno che chiama in causa le aspettative dei genitori, la necessità dei ragazzi di individuare le inclinazioni e le proprie passioni. Tutto questo passa attraverso il dialogo e la relazione».
È Elena Bassi a mettere sul piatto le difficoltà con cui ragazzi e famiglie si devono misurare e che gli operatori dell’Informagiovani cercano di risolvere e indirizzare: «C’è spesso una conoscenza superficiale delle offerte del territorio, cui si affiancano le attese della famiglia e la paura dei ragazzi, a volte, di disattendere queste attese — racconta —. Paradossalmente chi eccelle in tutte le materie fatica a capire quale scuola scegliere, c’è, in alcuni casi, anche la preoccupazione della futura professione. C’è poi il timore del fallimento, sbagliare non è concesso, cosa che invece può accadere e che spesso diventa rivelatrice di una nuova opportunità. Sono questi nodi che cerchiamo di sciogliere durante i colloqui, tentando di far capire come la condivisione della scelta sia importante».
Così viene naturale chiedere a Carmen Russo una sorta di prontuario per approcciare il momento delle iscrizioni in maniera adeguata e non ansiogena e angosciata: «Noi chiediamo ai genitori di affiancare il figlio, di supportarlo nella ricerca, mettendosi in ascolto — afferma —. Anche in presenza di una idea già indirizzata, consigliamo di immaginare delle alternative e, se possibile, di sfruttare le opportunità che le scuole offrono di conoscere l’offerta formativa. Ma la cosa più importante è quella di mettersi in ascolto delle attitudini, degli interessi dei figli perché, anche se apparentemente lontani dall’ambiente scolastico, possono dare indicazioni sulla tipologia di studio da intraprendere. Anche a questo sono vòlti i colloqui che le famiglie sembrano apprezzare particolarmente».
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