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LE ECCELLENZE CREMONESI

Il super manager Castiglioni è sugli scudi: «Io, dall’Aselli alla City»

Premio Demattè alla società fondata dal cremonese, big degli investimenti e del risparmio indipendente

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

31 Dicembre 2023 - 11:00

Il super manager Castiglioni è sugli scudi: «Io, dall’Aselli alla City»

Il cremonese Ignazio Castiglioni, fondatore e ad di Hat sgr alla premiazione del Premio Demattè insieme a Valentina Rodini

CREMONA - Ha vinto la Coppa dei Campioni dell’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt, ma Ignazio Castiglioni, fondatore e amministratore delegato di Hat sgr, non si monta la testa: «Sono una persona che ama avere i piedi ben piantati a terra, come i cremonesi. A Cremona ho la mia famiglia, anche se vivo a Milano. Ci torno sempre volentieri. Sono un ingegnere; la mia formazione è questa, partire dai dati di fatto e poi agire senza tanti voli pindarici, ma guidato sempre da una forte convinzione riassunta dalla frase del celebre Disney: se puoi sognarlo, puoi farlo». Adesso è arrivato il riconoscimento nel ventesimo anniversario del Premio Demattè pone la società finanziaria fondata da lei fra le protagoniste degli ultimi due decenni. «La cosa bella è aver condiviso la coppa, nella cerimonia di premiazione, con la campionessa olimpionica Valentina Rodini, una che non molla mai, che non si dà per vinta e affronta con determinazione ogni sfida».


Hat sgr, guidata da Castiglioni presieduta da Nino Attanasio, una società di gestione del risparmio indipendente, attiva dal 2007 nel mercato degli investimenti alternativi, con asset in gestione superiori a oltre 400 milioni di euro di capitali in gestione. Negli anni Hat sgr si è conquistata un posizionamento unico nel mercato italiano, grazie alla forte specializzazione in investimenti in innovazione e tecnologia, una grande attenzione alla mitigazione del rischio e l’ottenimento di rendimenti superiori al valore massimo registrato dai peer competitor europei. Caratteristiche che gli hanno permesso di raccogliere i capitali di numerose dinastie italiane di industriali: Paolo Scudieri di Adler, Carlo Pontecorvo, proprietario della Ferrarelle, Aldo e Beppe Fumagalli, gli ex proprietari della Candy, Germano Fanelli di Octotelematics, l’ex socio Prelios, Giuseppe Cornetto Bourlot, Marco Mantovani, ex proprietario di Italdesign, i fratelli Petrone della Pierrel, Ettore Sansavini, patron del gruppo ospedaliero GVM, fino a Francesco Mutti e Luciano Cimmino di Yamamay-Carpisa. Come per molti cremonesi, la formazione di castiglioni è partita da via Palestro.


«Mi sono formato sui banchi del liceo scientifico Aselli, avevo Giorgio Fiora di matematica, poi Pietro Billi di Italiano e Latino, la Giarola di Inglese, la Cristofoletti di scienze, anni importanti e formativi, che mi hanno insegnato ad essere determinato, a non dare nulla per scontato. Poi ho frequentato ingegneria gestionale con specializzazione in finanza presso il Politecnico di Milano, da subito con un’attenzione agli investimenti sui mercati finanziari e allo sviluppo dell’e-commerce e delle start up. Determinanti sono poi state le esperienze in PwC e Pirelli, nella gestione della grande partita immobiliare dell’area della Bicocca, poi l’importante esperienza nella società di private equity del gruppo Gemina con la famiglia Romiti e, l’impegno nella società di investimento di Cattolica Assicurazioni, ma poi la voglia di fare qualcosa di mio e l’incontro con Nino Attanasio, già direttore generale di Mps Capital Services e oggi presidente di Hat sgr, sono stati decisivi Io ingegnere, lui grande conoscitore di aziende, abbiamo messo insieme le nostre competenze fondando la nostra società, battezzata iconicamente e creato la nostra società: Holding all together, da qui l’acronimo Hat».


Così è nata Hat sgr, che è stata, da subito, un successo. «Hat è stata una delle prime realtà a credere nell’importanza di promuovere investimenti attraverso fondi tematici e, con un approccio innovativo, è stata la prima società di gestione in Italia a promuovere sin dal 2010 un fondo tematico di private equity interamente focalizzato sull’innovazione tecnologica, che ci ha permesso di cogliere in anticipo opportunità in un mercato digitale in forte trasformazione. Ed anche nei prossimi anni - spiega Castiglioni - l’innovazione tecnologica continuerà ad essere il più potente megatrend di investimento».

Una capacità di vedere le potenzialità dell’innovazione tecnologica tutta da tradurre nella realtà. «Hat investe in aziende tecnologiche italiane operative in settori strategici ad alto potenziale di crescita, con un’elevata marginalità e ricavi compresi nel range 10-100 milioni di euro ed opera attraverso operazioni di acquisizione di partecipazioni di minoranza qualificata, affiancando gli imprenditori nei loro piani di sviluppo, supportandoli ed accelerandone la crescita, aumentando la massa critica delle imprese, anche per linee esterne attraverso operazioni di buy & build, per migliorare la competitività e favorirne lo sviluppo internazionale».

La foto con i vincitori del Premio Demattè, la ‘Coppa dei Campioni’ dell’Associa-zione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt. La società finanziaria fondata da Castiglioni (Hat sgr) è stata protagonista


Ovviamente, per realizzare tutto questo, servono non poche competenze. «Acquisire minoranze qualificate è sicuramente un’attività complessa, dove occorrono non solo competenze finanziarie ma anche industriali, con un team di persone dedicate con forte know-how specifico di settore che permettano di valorizzare le imprese nei rispettivi mercati. Hat non è un semplice fornitore di capitale, ma un vero partner strategico che affianca gli imprenditori nel medio periodo con competenze specialistiche, finanziarie e industriali e con una forte specializzazione verticale nel settore tecnologico. La comprensione approfondita delle dinamiche di uno specifico settore, la conoscenza dei competitor e la capacità di attrarre dei migliori manager sono fattori chiave ancor più che in passato necessari per ottimizzare i capitali, le risorse investite e ottenere i più elevati rendimenti».

Il 2023 è stato un anno importante per la finanziaria, chiuso con un’operazione di grande valore, non solo economico. «Il 2023 è stato un anno molto intenso - continua Castiglioni -. A febbraio attraverso la nostra partecipata, Huma Therapeutics, abbiamo acquisito Alcedis, società tedesca leader negli studi clinici digitali. In aprile con Primat abbiamo acquisito Curtis Metal Finishing, con sede a Detroit e Chicago, dando così vita al più grande gruppo mondiale di servizi tecnologici per il trattamento dei fastener. A novembre, infine, abbiamo ceduto la MedtTech italiana Burke & Burke al gruppo spagnolo Palex Medical (Fremman Capital) e realizzato un Irr del 55%, a soli due anni dall’investimento, realizzando un grande ritorno, pari a 2,5 volte il capitale investito».


Quello è stato soltanto l’ultimo tassello di una serie di operazioni finanziarie di primo livello. «In questi anni - riprende il manager cremonese - abbiamo completato 37 operazioni di investimento, tra cui Assist Digital, GPI, Lutech, Primat, Safety21, SIA, Wiit, Platum e Luisa Via Roma, oltre 50 acquisizioni di nuove società attraverso le aziende in portafoglio, 29 cessioni exit e due quotazioni in Borsa. E nel 2024 ci concentreremo su nuove operazioni di investimento allargando il nostro focus al più ampio settore TMT (Technology, Media & amp; entertainment, Telecommunications), includendo anche le media company che traggono profitti dalla valorizzazione dei propri contenuti, da diffondere su canali digitali».

E a coronare questo percorso virtuoso è arrivata l’apertura della sede a Londra. «Insediarci nella capitale finanziaria europea, nel cuore di Mayfair - spiega Castiglioni - rappresenta un passo importante per una società che guarda ai mercati internazionali. Londra è il centro della finanza internazionale. Essere lì è importante. L’obiettivo con cui abbiamo aperto la sede londinese è quello di consolidare il network di rapporti professionali con gli investitori internazionali che guardano con forte interesse allo sviluppo del frammentato settore tecnologico italiano, oltre a quello di supportare le aziende in portafoglio nella loro espansione estera, mettendole in contatto con l’ecosistema finanziario e dell’innovazione europeo. Londra rappresenta per le portfolio company di Hat un avamposto estremamente importante per farsi conoscere a livello internazionale, trovare nuovi add-on, ma anche per essere più attrattive per nuovi investitori che oggi sono interessati a fare il loro ingresso in un mercato attrattivo e ancora in fase di sviluppo come quello italiano».

Guardando al futuro, Castiglioni pensa innanzitutto ai giovani, alle loro potenzialità. «Viviamo in un mondo in continua evoluzione dove l’impatto della tecnologia potrà rivoluzionare il nostro futuro, migliorandolo. Spesso si afferma che i giovani abbiano perso la fiducia e la speranza nel futuro. Credo piuttosto che serva incoraggiare i giovani ad essere più consapevoli e responsabili, creando le condizioni affinché possano realmente diventare protagonisti delle loro scelte future, capaci di confrontarsi nelle sfide della società globale. I giovani di oggi si trovano all’inizio di un affascinante processo rivoluzionario guidato dall’intelligenza artificiale generativa. Hanno l’opportunità, quindi, di conoscere sin dall’inizio questo potentissimo strumento e, traendone il meglio, utilizzarlo per sognare e realizzare un futuro migliore».

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