L'ANALISI
21 Dicembre 2023 - 05:20
CASALMAGGIOE - Integrazione non facile, ma possibile. Questo, almeno, il risultato del progetto che dal 1998 ha consentito a decine di minori della comunità sinti del campo nomadi di via Del Porto di entrare nel mondo della scuola, non solo per assolvere un obbligo di legge, bensì per crescere come uomini e donne ed entrare nel mondo del lavoro con piena dignità. E con successo.
«La scuola locale — spiega Maria Luisa Manfredi, protagonista della lunga stagione dell’integrazione — ha favorito la scolarizzazione con un progetto monitorato anche dal Politecnico di Milano e non c’è stato bisogno di approcci speciali per gli ‘zingari’ perché, alla luce dei fatti, le problematiche e gli scarti, in una scuola dell’obbligo come la secondaria, si moltiplicano sempre più e costituiscono la sfida della diversità. In altro parole, lo svantaggio oggi ha tanti nomi, da quello della non conoscenza linguistica, al lutto affettivo per crisi familiari, per mancanza di competenze di supporto domestico e, non da sottovalutare, per l’approccio unico didattico che non permette di utilizzare offerte cognitive nel rispetto delle intelligenze multiple. L’obbligo legislativo — ‘rimuovere gli ostacoli’ — , tende a essere sempre più accantonato dalla delega del disagio a operatori esterni, vanificando il mandato educativo della scuola pubblica».
Manfredi porta tantissimi esempi di minori dell’epoca, oggi sulla trentina, che hanno raggiunto posizioni lavorative e sociali del tutto ragguardevoli.
«Fra quei ragazzi e ragazze oggi ci sono capi reparto — aggiunge —, operai specializzati, camerieri, meccanici, magazzinieri, assistenti domiciliari, baby sitter. Rappresentano la terza e quarta generazione cresciuta con questo progetto e che fa parte a pieno titolo del nostro territorio e delle sue aziende, senza dimenticare le proprie radici culturali. Una ricchezza che non va assolutamente dispersa. Nelle scuole elementari di Casalmaggiore e Vicomoscano ci sono attualmente dieci alunni, nella media quattro. E tantissimi di loro vivono con le famiglie in case e appartamenti».
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