L'ANALISI
19 Dicembre 2023 - 07:59
Cremona vista dall'alto
CREMONA - Via libera con i 19 voti della maggioranza e il no dei 9 dell’opposizione al bilancio di previsione 2024/2026, con relativi allegati: il piano delle alienazioni, delle opere pubbliche, degli incarichi, la rendicontazione delle partecipazioni societarie e le 593 pagine di Dup. Si tratta di una gestione da 143,4 milioni che nel 2024 prevede spese correnti per 98,2 milioni e spese per investimenti per 45,2 milioni. Restano ferme le imposte e le tariffe e non si prevedono tagli ai servizi. Si tratta dell’ultimo bilancio della giunta Galimberti e la discussione è stata una sorta di rendiconto dei 10 anni di doppio mandato.
Per quanto riguarda l’Irperf, è stata confermata per il 2024 l’aliquota dell’addizionale comunale nella misura dello 0,80 per cento. Confermata anche la soglia di esenzione a 12mila euro, per tutelare le fasce più deboli. Per quanto riguarda l’Imu, resta la struttura tariffaria già in vigore. L’aliquota ordinaria è del 10,6 per mille. Confermate anche le agevolazioni: azzeramento per gli immobili rurali ad uso strumentale; 6 per mille per le abitazioni principali nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. Aliquote ridotte per le case popolari (5,1 per mille); onlus ed enti senza scopo di lucro (8,6 per mille); per le botteghe ed attività storiche riconosciute dalla Regione Lombardia, per le abitazioni date in uso gratuito a parenti fino al secondo grado (8,8 per mille); per gli opifici e per i negozi e botteghe (9,6 per mille); per le abitazioni di tipo rurale e per i terreni agricoli (8,1); per gli immobili locati a canone agevolato (9,4). Sono previste ulteriori aliquote ridotte rispetto all’aliquota ordinaria per incentivare nuovi insediamenti in particolari zone del territorio comunale. Resta il 10,6 per mille per le aree fabbricabili, le abitazioni non locate, negozi e botteghe non locati e unità immobiliari destinate alla media e grande struttura di vendita.
Fra i punti qualificanti del bilancio, illustrato dall’assessore Maurizio Manzi, c’è la conferma (dal 2014) del no all’accensione di nuovi mutui, una scelta che «ha permesso — ha spiegato Manzi — di abbassare il debito netto pro capite dei cremonesi del 29,5%, passando dai 562 euro del 2014 ai 396 del 2024». Confermate anche le agevolazioni e le tariffe dei servizi a domanda. Invariata anche l’imposta di soggiorno. Il tempo medio di pagamento dei fornitori è passato dai 58 giorni del 2015 ai 16 giorni del 2023, «tempi che poche città possono vantare». Ad Alessandro Zagni (FdI), che ha osservato come lo 0,80% sia in realtà l’aliquota massima consentita, Manzi ha ricordato che «è così dal 2013, quando fu fissata dalla giunta di diverso colore politico che ci ha preceduto, che l’ha elevata in step successivi dallo 0,15 del 2010. Noi abbiamo ampliato la zona di esenzione, passando da 10 a 11 a 12mila euro».
Altro capitolo è la lotta all’evasione: 3,7 milioni di previsione nel 2024 e un totale di 43 milioni dal 2014. Anche qui Zagni ha evidenziato una flessione nelle previsioni, smentita da Manzi che ha sottolineato il dato di consuntivo. L’assessore si è poi concentrato sulla Tarip, la tariffa puntuale: «Sono disponibile a confrontarmi sui dati, ma siamo su un percorso virtuoso. Ridurre la frazione secca e incrementare la parte che va al riuso è infatti una necessità ambientale. Ha quindi osservato che mentre la tariffa a Cremona per tre persone e un appartamento di 100 metri quadrati è di 198 euro, in Italia è pari a 312 e in Lombardia è di 246 euro.
«Ci manca solo che andiamo io e l’assessore Pasquali con il piccone a lavorare, poi per il resto abbiamo fatto di tutto. E il parcheggio multipiano di via Dante si farà e sarà un tassello importante per la città». Lo ha detto il sindaco Gianluca Galimberti rispondendo alle critiche dell’opposizione e passando in rassegna i temi del suo doppio mandato. E Galimberti ha rivendicato: «Siamo una città turistica con numeri importanti e prima non lo eravamo. Ristoranti e alberghi sono pieni in occasione dei tanti eventi. Un risultato ottenuto anche grazie allo straordinario Museo del violino e alla Fondazione Arvedi Buschini. Ma se non c’è un’amministrazione che programma, questi apporti importanti non fioriscono».
Galimberti ha poi parlato del Ponchielli che «ha fatto un percorso strepitoso per numeri e qualità». «Cinicamente — ha poi detto — le critiche ingiuste che ho ricevuto non mi interessano più, conta il risultato». E qui ha battibeccato con Carlo Malvezzi (FI), secondo cui il cinismo del sindaco è insuperabile: «Detto da lei è un complimento», ha ribattuto Galimberti. Il sindaco ha rivendicato l’accordo con Tamoil, l’operazione A2A, il risanamento di Aem: «Il dato politico è che restituiamo dopo tanto lavoro un mondo di partecipate sane e che fanno investimenti». Prima del sindaco sono intervenuti tutti gli esponenti della giunta. Sul tema sicurezza Barbara Manfredini ha sottolineato che per la microcriminalità «a Cremona siamo sotto la media nazionale per tutti gli indicatori».
Simona Pasquali ha parlato dei parcheggi a corona e di collegamento verso lo shopping con le navette: «L’anno scorso, all’esordio, abbiamo registrato 450 passeggeri. Durante le fiere, quest’anno abbiamo portato 5.300 persone a Cremona Musica. Durante la festa del Torrone sono state 3.800. Sono tutte auto in meno in strada». Maura Ruggeri ha parlato della conclusione di un percorso e ha sottolineato: «L’orientamento al futuro ha permeato in modo trasversale tutte le scelte di questa amministrazione». Luca Zanacchi ha ricordato il Piano del Verde «costruito in maniera democratica e partecipata». Rosita Viola ha sottolineato: «Il sociale non è un costo ma una risorsa per il benessere del territorio».
Fra le tante iniziative ha citato la scuola di seconda opportunità e ha lanciato l’allarme risorse per un settore che dovrà fronteggiare sempre maggiori sfide. Luca Burgazzi ha parlato della necessità di lavorare di più sulla fascia di età 18-25 anni. Di ampio respiro, quasi un discorso di investitura, quello del vicesindaco Andrea Virgilio che sulle questioni di sua pertinenza ha parlato di «partite infrastrutturali su percorsi molto concreti», ma ha poi ha allargato il discorso al livello regionale esortando maggioranza e opposizione a sostenere il territorio: «C’è grande attenzione in campagna elettorale, che poi si dissolve quando si tratta di concretizzare». Ha quindi fatto riferimento a Marcello Ventura: «Abbiamo una presidenza di commissione che finora non ha portato granché a Cremona». Gli ha replicato Alessandro Zagni che ha letto un messaggio di Ventura: «Mai stato contattato da esponenti della giunta».
Ultimo della giunta Galimberti, il bilancio di previsione è stato anche l’occasione di un rendiconto dei 10 anni di amministrazione. Sia da parte dell’opposizione, ma anche dalla stessa giunta. All’attacco la minoranza, con Maria Vittoria Ceraso (Viva Cremona): «Parto dall’operazione che il sindaco ritiene tra le più strategiche dei suoi mandati: la fusione di Lgh in A2A che consegna ai prossimi amministratori una partecipata senza debiti, ma anche senza patrimonio, che vale lo 0,84% in A2A. Sul tema dell’illuminazione l’eredità è rappresentata da una convenzione pluriennale con Citelium, che riesce a garantire, in maniera alternata, il buio totale ai quartieri come come il mal funzionamento dei semafori». Sul tema viabilità, «cito il comparto Giordano/Cadore dove l’unico provvedimento adottato in 10 anni è stata la cancellazione della Strada Sud. Nemmeno le costose consulenze sul tema dei parcheggi hanno portato ad un riordino della sosta in quel comparto che con il nuovo supermercato, vede peggiorata la congestione del traffico». Sulla manutenzione del verde «la gestione di Aem si è rivelata fallimentare» con «vere e proprie giungle urbane».
All’attacco anche il capogruppo di Forza Italia, Carlo Malvezzi: «Dopo 10 anni di governo, il centrosinistra ci restituisce una città dove prevalgono i problemi irrisolti piuttosto che le soluzioni attuate». Per quanto riguarda le infrastrutture, «nessuno degli snodi infrastrutturali è stato affrontato. La maggioranza non è stata in grado di esprimere una sola idea progettuale. La situazione viabilista di via Giordano è irrisolta. Nonostante il notevole incremento degli insediamenti commerciali e una mozione votata all’unanimità, sulla direttrice Paullese – via Castellone, nessun intervento è stato previsto per rendere più scorrevole il traffico sulla tangenziale cittadina. Via Dante è la grande incompiuta. Piazza Roma, il cuore della città, è desolatamente transennata perché per buona parte inagibile per ragioni di sicurezza statica delle montagnole: un danno d’immagine per una città che vuole rafforzare la propria vocazione turistica».
Il capitolo strade: «In molti tratti il manto stradale è talmente compromesso da risultare pericoloso». Sui parcheggi «sono stati trasformati circa 500 posti auto liberi in sosta a pagamento e sono state incrementate le tariffe orarie. Il tutto in assenza di uno studio accurato: ancora oggi il Comune di Cremona non è dotato di un Piano della Sosta e le scelte effettuate non hanno alcun fondamento tecnico». Sul piano energetico, «l’inceneritore, di cui era stato promesso lo spegnimento, è attivo ed è stato venduto ad A2A che non ha alcuna intenzione di dismetterlo. Dei 13 progetti contenuti nel piano Cremona 2030 che avrebbero dovuto essere realizzati da A2A con un investimento di circa 150 milioni non rimane più nulla».
Alessandro Zagni (FdI), invece ha sottolineato il dato della spesa corrente relativo a ‘sviluppo economico e competitività’, che vale lo 0,64% del bilancio: «Per voi lo sviluppo economico non è evidentemente una priorità su cui puntare. Eppure altre città hanno messo a disposizione fondi di garanzia per le Pmi o agevolazioni per le startup. Ma voi siete all’ultimo giro e vorrà dire che queste risposte le metteremo in campo noi». Simona Sommi (Lega) ha sottolineato il tema della sicurezza e si è chiesta: «Dei 36 milioni di euro dedicati al sociale, quanto potrebbe essere assegnato non ad un assistenzialismo rassegnato ma a iniziative che facciano da stimolo?».
Dalla maggioranza Enrico Manfredini, sottolinea la difficoltà di riuscire a mantenere ferme tariffe e imposte, in alcuni casi da 10 anni: «Una scelta necessaria: gli stipendi dei cittadini non hanno tenuto il passo dell’inflazione». Quanto al valore di Aem, «il patrimonio è di 50 milioni e ha in pancia la partecipazione in A2A che vale 55 milioni. Avercene di imprese messe così male...». Roberto Poli (Pd) ha ricordato che «il progetto Cremona 20-30 ha come termine, appunto, il 2030». La raccolta puntuale, «è una scommessa vinta grazie alla maggioranza dei cremonesi sia in termini di risultato che di decoro. Non ho nostalgia dei cassonetti».
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