L'ANALISI
LOMBARDIA
18 Dicembre 2023 - 19:37
MILANO - «I posti letto di terapia intensiva che sono stati ricavati nella struttura realizzata grazie alle donazioni raccolte da Fedez e Chiara Ferragni erano 14 e non 150. All’ospedale in Fiera, invece, grazie alle donazioni di oltre 6.000 donatori privati, anche semplici cittadini, si è potuto realizzare un vero reparto di terapia intensiva con 157 posti letto, che ha potuto ricoverare e curare 538 pazienti». Così in una nota la Regione Lombardia in merito alle dichiarazioni di Fedez sull'ospedale in Fiera di Milano. Sottolineando, comunque, «quanto importanti, meritevoli e utili siano state tutte le raccolte di donazioni che hanno permesso di realizzare strutture e tensostrutture in cui ricoverare i pazienti più gravi, come quella da loro realizzata».
Il cantante, ieri, rispondendo alla premier Giorgia Meloni, aveva detto che, insieme alla moglie, «abbiamo fatto una raccolta fondi di 4 milioni di euro e abbiamo costruito una terapia intensiva da 150 posti letto in 10 giorni che ha permesso di salvare centinaia di vite; al governo e alla Regione Lombardia sono serviti 10 milioni di euro per costruirne una dopo mesi». Sul tema dell’entrata in funzione delle due strutture «occorre ricordare - precisa la nota della Regione Lombardia - che dal primo paziente ricoverato nella tensostruttura del San Raffaele, il 23 marzo 2020, a quello ricoverato in Fiera, il 6 aprile 2020, sono trascorsi solo 14 giorni, motivati dalla differente complessità degli interventi e dal numero assolutamente più elevato dei posti letto messi a disposizione nell’ospedale in Fiera».
La precisazione «era doverosa da parte di Regione Lombardia» per «ringraziare ancora una volta i 6.000 donatori dell’Ospedale in Fiera che, con la loro grande sensibilità, hanno permesso di curare e salvare la vita a centinaia di malati. Questo episodio di generosità non deve rischiare di essere 'svalutato' da dichiarazioni imprecise e fuorvianti - conclude il comunicato - che poco c'entrano con i gesti di solidarietà che tanti lombardi hanno manifestato durante la pandemia». (ANSA)
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