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LA FERROVIA CHE VERRÀ

Raddoppio della tratta Piadena-Codogno: «Tempi biblici, suolo rovinato»

I Comitati prendono posizione contro il progetto: «Il 2038 è troppo lontano. Condividiamo i timori delle aziende agricole interessate dalla linea»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

19 Dicembre 2023 - 05:10

Raddoppio della tratta Piadena-Codogno: «Tempi biblici, suolo rovinato»

PIADENA DRIZZONA - Tempi biblici di realizzazione e nuova sede dei binari a 20 metri da quella attuale con consumo di suolo, contrariamente al piano di fattibilità del 2018, con tutti i problemi conseguenti. I comitati ambientalisti intervengono sul tema del raddoppio della linea ferroviaria Codogno-Piadena sostenendo che è un «progetto che lascia aperte questioni complesse, su cui riteniamo necessario che venga fatta la massima chiarezza». I comitati esordiscono rimarcando che «uno dei meriti del procedimento di ‘Dibattito pubblico’, da poco avviato sul progetto di fattibilità tecnica ed economica del raddoppio ferroviario Piadena-Cremona-Codogno, è quello di aver fatto emergere criticità e contraddizioni» del progetto.


Tra queste, «quella di conciliare l’esigenza del mantenimento dell’esercizio della linea con quella del minor consumo di suolo possibile: in proposito siamo in attesa della risposta della Commissaria straordinaria dell’opera, Chiara De Gregorio, per capire la motivazione della scelta progettuale di realizzare il raddoppio nel tratto Cremona-Piadena in presenza di esercizio, ma con la realizzazione di una nuova sede a doppio binario in variante, a distanza di circa 20,50 metri dal binario esistente, contrariamente a quanto previsto nel progetto del 2018, in cui si prevedeva, sempre con la linea in esercizio, ‘la realizzazione del binario di raddoppio a 5,50 metri dal binario esistente, in sinistra o in destra a seconda delle necessità funzionali e delle condizioni al contorno’».

Il commissario Chiara De Gregorio e la stazione di Piadena Drizzona


Continuano gli ambientalisti: «La necessità di ridurre al minimo il consumo di suolo, tema a noi molto caro, è in questa occasione condivisa anche dalle aziende agricole cremonesi interessate agli espropri e dalle rispettive associazioni di categoria». Altro tema fondamentale «è rappresentato dai tempi di realizzazione del suddetto raddoppio ferroviario, il cui cronoprogramma ne vede la conclusione alla data del 2036/2038, cioè ben dieci anni dopo il loro avvio. Considerato che per il tratto Piadena-Mantova di 34 chilometri, e con il ponte sul fiume Oglio, i lavori avranno una durata di tre anni, logica vorrebbe che proporzionalmente, quelli per il tratto Piadena-Codogno di 50 chilometri e con il ponte sul fiume Adda, dovrebbero avere una durata di circa quattro anni e mezzo».

«Come mai si prevedono tempi così biblici per un'opera tanto necessaria ed attesa - continuano -? Qualcuno suggerirebbe, non a torto, di appaltarne i lavori all’omologa cinese della nostra Italfer, che in tempi rapidissimi ne eseguirebbe i lavori. Siamo tuttavia convinti che, battute a parte, la risposta al quesito debba ricercarsi ancora una volta nella presenza ‘ingombrante’ dell’agonizzante progetto dell’autostrada della Cr-Mn, che ancora una volta si cerca di tenere in gioco. Costi quel che costi. Ribadiamo la sempre più urgente necessità di procedere alla cancellazione dalla programmazione regionale di tale inutile progetto».

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