L'ANALISI
12 Dicembre 2023 - 19:15
Il tribunale di Cremona
CREMONA - Tre pagine di capo di imputazione e un racconto dell’orrore. Secondo l’accusa, un papà di 45 anni avrebbe ripetutamente abusato della sua bambina. Avrebbe cominciato quando la piccola di anni ne aveva 6 e sarebbe andato avanti per sette anni. Sulla minore avrebbe allungato le mani anche un vicino di casa 26enne.
Il giudice dell’udienza preliminare ha rinviato a giudizio i due uomini per violenza sessuale. Il processo è stato fissato al 13 febbraio prossimo.
Al padre la Procura contesta tre aggravanti. C’è l’aggravante di essere il genitore. C’è quella di aver commesso gli abusi nei confronti della figlia di 10 anni «per le condotte agite sino al 10 giugno del 2020». E quella di aver commesso le violenze «per le condotte agite dall’11 giugno 2020 sino al 17 novembre 2022», quando la figlia non era ancora quattordicenne. L’uomo è difeso dall’avvocato Luca Barcellini del Foro di Bergamo.
Al vicino è stata contestata l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti della minore «in epoca antecedente al 20 ottobre 2019», quando la bambina non aveva compiuto i 10 anni. Quest’ultimo è difeso dagli avvocati Monica Fassera e Alessandro Vezzoni.
Tre pagine di capo di imputazione e un racconto spaventoso, se le accuse saranno confermate.
Per quanto riguarda la posizione del padre, secondo l’accusa la piccola avrebbe subito le violenze in casa: all’età di 6 anni nella camera da letto di mamma e papà, all’età di 10 in salotto dove la bambina dormiva e dove un giorno, mentre lei stava guardando lo smartphone del papà, lui le si è avvicinato. Lei era «paralizzata dalla paura», è scritto nel capo di imputazione. In salotto sarebbe avvenuto un altro abuso, mentre la moglie era in camera da letto con la figlia più piccola.
La bambina avrebbe subito violenza anche nel bagno di casa e nell’agosto di un anno fa, in un altro bagno, «mentre era in vacanza con il padre e con la sorellina».
La mamma non si è mai accorta di nulla.
Il vicino di casa avrebbe palpeggiato la bambina in due occasioni. Le carte dell’inchiesta raccontano di un giorno in cui l’uomo la portò «in un piccolo parco», poi la condusse «in un piccolo vano sotto gli scivoli» e l’avrebbe toccata. Il secondo episodio sarebbe avvenuto sul letto matrimoniale. C’era anche la sorellina. Il vicino avrebbe atteso che quest’ultima si addormentasse per palpeggiare la bimba.
Il vicino di casa nega. Sostiene di non essere stato in Italia nel periodo in cui sarebbero avvenute le violenze.
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