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L'INTERVISTA

Daniela Santanchè: «Cremona esalta il Made in Italy»

Il ministro del Turismo: «Le Fiere Zootecniche una spinta all’enogastronomia. Asset strategico che dà forza al binomio turismo-settore primario»

Andrea Gandolfi

Email:

agandolfi@laprovinciacr.it

09 Dicembre 2023 - 05:25

Daniela Santanchè: «Cremona esalta il Made in Italy»

Il ministro del Turismo Daniela Santanchè

CREMONA - A pochi giorni dalla visita alle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona, il ministro del Turismo, Daniela Santanchè torna a parlare dei punti di forza del territorio, dal punto di vista delle risorse turistiche e del potenziamento di questo comparto, con questa intervista a La Provincia di Cremona e Crema.

Ministro Santanchè, la sua visita alle Fiere Zootecnich è stata anche l’occasione per ribadire lo stretto legame fra settore primario e turismo; con riferimento all’offerta enogastronomica italiana (sempre più trainante) e al crescente successo delle vacanze in agriturismo. Da questo punto di vista, quali sono state fino a ora le iniziative del governo, e quali i programmi per questa legislatura?
«Le Fiere Zootecniche Internazionali Cremonesi offrono un’importante occasione per esaltare il Made in Italy e l’enogastronomia come asset strategico per il turismo, nonché per sottolineare la stretta correlazione tra il turismo e il settore primario, fondato sullo sfruttamento di risorse naturali e materie prime basilari. L’offerta enogastronomica italiana, sempre più influente a livello globale, rappresenta un vero e proprio punto di forza e è un elemento capace di attrarre turisti nazionali e internazionali. La promozione e la valorizzazione dei prodotti dell’agriturismo e delle tradizioni culinarie locali consentono di arricchire l’esperienza turistica e sostenere l’industria agroalimentare e non è un caso che la cucina italiana sia stata ufficialmente candidata a patrimonio culturale immateriale dell’Unesco; una candidatura che rappresenta il riconoscimento dell’importanza della tradizione culinaria nell’enogastronomia italiana. Il ministero ha focalizzato l’attenzione sulla riscoperta delle piccole località, quei borghi, dove vengono prodotte oltre il 90% delle nostre eccellenze enogastronomiche. Proprio per questo abbiamo istituito un fondo da 34 milioni di euro per la valorizzazione dei piccoli Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti. E parlando di eccellenze enogastronomiche e italianità, non posso che sottolineare l’importanza del ddl Made in Italy, già approvato alla Camera e in attesa di approvazione al Senato, che rappresenta un passo importante per l’Italia e, nello specifico, per il turismo italiano: le misure a supporto della promozione della nostra Nazione come destinazione turistica, il sostegno al settore turistico e la certificazione della qualità della ristorazione italiana all’estero sono chiavi strategiche fondamentali per rafforzare la valorizzazione e lo sviluppo della nostra industria turistica».

Quali i risultati e le indicazioni più importanti emerse in proposito dal Forum Internazionale del Turismo che lei ha promosso nei giorni scorsi a Baveno?
«Abbiamo costruito la più grande squadra del turismo mai messa in campo per valorizzare questo comparto che, per troppo tempo, è stato relegato a complementare e non protagonista. Quello che ha detto il presidente Meloni nel suo intervento è come e quanto il turismo sia centrale nel tessuto socioeconomico della Nazione. Quello di Giorgia Meloni è stato l’intervento che ha sancito – insieme alla presenza di quasi tutti gli esponenti dell’esecutivo, degli assessori regionali, degli operatori del settore – come questo appuntamento abbia dato al comparto, l’importanza e il riconoscimento che merita. L’industria turistica posiziona l’Italia al settimo posto in Europa per incidenza del settore sul Pil nazionale, posizionandosi davanti a competitor quali Francia e Germania. Ma sono convinta che possiamo fare molto meglio. Il turismo è un comparto trasversale in quanto coinvolge molteplici aspetti e settori, tra cui l’economia, la cultura, la formazione, il lavoro, l’ambiente e la società. Questa trasversalità richiede un approccio olistico e la collaborazione tra diverse discipline al fine di promuovere uno sviluppo turistico sostenibile e integrato. Abbiamo bisogno di questa nuova prospettiva industriale. E il Piano strategico del turismo rappresenta proprio il cambio di marcia in questo senso. Inoltre, a margine del Forum internazionale del turismo che si è svolto a Baveno, ho annunciato i ‘Verticali del turismo’, che rappresentano la prima azione programmatica del 2024, per portare avanti il percorso di crescita e sviluppo del comparto che il dicastero ha avviato nell’arco del primo anno di governo. L’iniziativa consisterà in una serie di appuntamenti tematici che si svolgeranno in ogni Regione d’Italia, al fine di approfondire le diverse specificità e peculiarità regionali, vere e proprie verticali su cui poggia l’industria del turismo, rafforzandone la valorizzazione in termini di attrattività turistica con lo scopo di liberare tutto il potenziale a oggi latente e inespresso dei vari territori».

Turismo è anche comunicazione e immagine, due punti tradizionalmente deboli del mondo dell’agricoltura, che fatica a dialogare con i consumatori e a raccontarsi per quello che realmente è e produce, anche a favore dell’ambiente. Come può essere trasmesso al mondo dei produttori agricoli il dinamismo comunicativo proprio del suo comparto?
«Innanzitutto, bisogna sempre e comunque fare squadra, puntando all’integrazione in maniera unitaria e non frammentaria e a compartimenti stagni. Un’idea, poi, potrebbe essere quella di partecipare ai nostri Verticali per trovare insieme una chiave di lettura e una linea d’azione da seguire. D’altronde, l’agricoltura è indispensabile per il benessere e l’attrattività del nostro settore, perché senza di essa non ci sarebbe il buon cibo – potente fattore identitario che attira tanti turisti in Italia.
L’attenzione al piano comunicativo e alla costruzione dell’immagine e della reputazione possono senz’altro essere strumenti efficaci per connettere il mondo dell’agricoltura con i consumatori, aiutandoli a comprendere e apprezzare meglio il lavoro agricolo e i prodotti locali, e contribuendo quindi a promuovere la sostenibilità, la valorizzazione delle tradizioni e un rapporto più stretto tra produttori e consumatori».

Le Fiere Zootecniche Internazionali Cremonesi si sono confermate anche in questa edizione una rassegna di livello internazionale per qualità delle proposte. Quali sono gli elementi che l’hanno maggiormente interessata, quali – a suo giudizio – i possibili fronti di sviluppo della programmazione di CremonaFiere in questo ambito? L’agriturismo potrebbe essere uno di questi?
«Direi di sì, assolutamente, l’agriturismo può essere fonte di soddisfazioni e crescita in diversi ambiti.
Il comparto agrituristico è in crescita, con oltre 25mila imprese che generano un valore superiore ai 12 miliardi di euro. Anche grazie alla riscoperta della ruralità e delle vacanze di prossimità, come ‘contraccolpo’ – per così dire – della pandemia, più di 7 milioni di italiani scelgono di trascorrere le loro vacanze in agriturismo. È un turismo che valorizza le prelibatezze enogastronomiche e territoriali italiane, che favorisce la sostenibilità e il contatto con la natura, offrendo vere e proprie esperienze, le quali rappresentano un driver di passaggio da un turismo inteso come offerta di servizi a sé stante a uno percepito, invece, come vera e propria economia esperienziale strutturata. E è in questa direzione che, a mio avviso, il turismo deve evolversi – e in ciò tutti noi dobbiamo essere bravi a intercettare e mettere a sistema questa tendenza: non si tratta più di proporre una semplice vacanza, bensì un’esperienza esistenziale, che trasforma il visitatore in un abitante del luogo, pienamente integrato nelle tradizioni, nella cultura, nelle dinamiche locali. In tal modo, essendo il turismo esperienziale slegato da fenomeni di stagionalità e condizioni climatiche, si andrebbe anche a incentivare ulteriormente il processo di destagionalizzazione».

A Cremona lei ha confermato vicinanza e disponibilità del suo ministero nei confronti dell’Ente Fiera nelle due manifestazioni principali come Mondomusica e Fiere Zootecniche, impegnando risorse del Funt (Fondo unico per lo sviluppo del turismo). Questa importante collaborazione potrebbe svilupparsi verso ulteriori idee innovative?
«Il ruolo del ministero deve essere precisamente questo, nella nostra visione: fornire al comparto quel fondamentale sostegno che spesso, in passato, è mancato. Un ruolo che si gioca anche attraverso finanziamenti che favoriscono la realizzazione di eventi importanti, dal punto di vista economico e turistico, come lo sono manifestazioni del calibro di Mondomusica e Fiere Zootecniche. Le fiere, per restare in tema, apportano un valore della produzione di oltre 10 miliardi di euro l’anno, con un valore aggiunto di 4,8 miliardi e un impatto occupazionale stimato in 90mila addetti, e attraggono turisti alto-spendenti con un budget di spesa giornaliero superiore del 60% a quello del turista medio. La collaborazione tra enti pubblici, centrali e periferici, e operatori privati dev’essere il filo conduttore della sequenza di azioni e attività orientate alla crescita e allo sviluppo dell’industria turistica italiana. E è esattamente in questo spirito che il mio ministero sarà sempre pronto ad ascoltare e accogliere le idee che verranno proposte, cercando di capire insieme a chi le formula come poterle tradurre in un operato concreto, percorrendo insieme la strada verso un’innovazione che passa attraverso tecnologie e digitalizzazione, intelligenza artificiale e realtà aumentata, pratiche sostenibili e responsabili in quanto vettori di rafforzamento della competitività del turismo italiano».

Prima di lasciarci, ministro, le chiedo di soffermarci sul grande traguardo raggiunto questa settimana dal suo dicastero e dal Governo: la riforma delle guide turistiche.
«Dice bene: un grande traguardo. Una legge attesa da dieci anni e che dovevamo fare, in rispetto delle scadenze Pnrr, entro il 31 dicembre. Dico quindi che dobbiamo essere orgogliosi di aver raggiunto questo importante risultato, reso possibile anche grazie alla fondamentale collaborazione che il ministero ha avviato nei mesi scorsi con le associazioni delle guide turistiche, che ci ha portati a trovare una sintesi efficace sulla disciplina, dimostrando – una volta di più – come solo con il gioco di squadra si possano raggiungere grandi risultati. Considerando l’attuale frammentazione regionale, era necessario definire un ordinamento professionale univoco e uno standard omogeneo dei livelli prestazionali, nonché uno strumento di contrasto all’abusivismo, per quella categoria di operatori che rappresentano la colonna portante e il biglietto da visita per chi viene in Italia. Sono consapevole che, come accade in occasione di ogni cambiamento, anche questa riforma attirerà delle polemiche su di sé, ed è giusto che sia così, ma si trattava di un passaggio necessario per rivolgere la dovuta attenzione a una figura che non era mai stata valorizzata tanto quanto adesso».

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