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Violenza sessuale sui figli della compagna, 5 anni e 8 mesi per l'orco

Da tre anni, il patrigno di notte entrava nella cameretta dei due bambini e si infilava sotto le lenzuola. Almeno in tre occasioni, davanti al bimbo si è invece masturbato sotto la doccia

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

24 Novembre 2023 - 17:48

Violenza sessuale sui figli della compagna, 5 anni e 8 mesi per l'orco

Il Palazzo di Giustizia di Brescia

CREMONA - Lunedì 21 maggio 2018, madre e figlioletta di 10 anni stanno pranzando in casa. «Mamma, ma è una cosa normale che il papà venga spesso nella nostra camera?». «In che senso viene nella vostra camera?». E dalla domanda in apparenza innocua, viene a galla l’obbrobrio. Da tre anni, il patrigno di notte entrava nella cameretta dei due bambini nati dal primo matrimonio della donna: la femmina nel 2008, il maschio nel 2011. Si coricava accanto alla piccola, si infilava sotto le lenzuola. E lì sotto, le grandi mani dell’orco scivolavano sul corpicino. Almeno in tre occasioni, davanti al bimbo il patrigno si è invece masturbato sotto la doccia. Guai a dirlo alla mamma: «Vi ammazzo tutti!».


Due giorni fa, la Corte d’appello di Brescia ha confermato la sentenza di condanna per violenza sessuale a 5 anni e 8 mesi di reclusione emessa dal gup di Cremona il 19 gennaio scorso nei confronti del patrigno, oggi 35enne, da qualche tempo residente in un’altra regione. Processato in abbreviato, non merita le attenuanti. L’uomo che con la donna ha poi avuto una figlia, è stato dichiarato interdetto in perpetuo da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, curatela e all’amministrazione di sostegno, interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, interdetto in perpetuo da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori. Sono le pene accessorie.

L’avvocato Nadia Baldini


Il patrigno è stato inoltre condannato a risarcire, nel separato giudizio civile, la mamma dei bimbi, nel processo parte civile assistita dall’avvocato Nadia Baldini. Il procedimento è nato dalla segnalazione inoltrata il 24 maggio del 2018 alla Procura del Tribunale dei minori di Brescia dai servizi sociali, ai quali la mamma si era immediatamente rivolta dopo le confidenze ricevute durante il pranzo dalla piccola. Confidenze su che cosa le faceva «il papà» da quando la bimba di anni ne aveva 6-7.


Un obbrobrio ripetuto in sede di incidente probatorio (l’audizione protetta in fase di indagini). «Ogni notte veniva in camera mia e mi sentivo che mi toccava». «Ho poi capito che i toccamenti erano sbagliati, ma avevo paura di confidarmi con la mamma, perché lui mi minacciava che se glielo avessi detto, lui avrebbe ammazzato tutti». La bimba ha raccontato di quelle volte in cui mentre si faceva la doccia, il patrigno è entrato in bagno, ha aperto la tenda e si metteva a guardarla. O di quelle altre volte in cui l’ha tirata a sé e l’ha obbligata vedere dei video porno sullo smartphone di lui.

«Vi erano persone che si baciavano e si toccavano come lui toccava me». Ma poi la piccola scoppiava in lacrime e l’orco la lasciava andare. «Non è vero niente», aveva detto il patrigno un anno fa in udienza preliminare, quando aveva aveva rilasciato dichiarazioni spontanee. Si era difeso, accusando i bambini di mendacio. Aveva spiegato che la compagna gli aveva chiesto di controllare i bambini la notte e che, quindi, solo per questo lui entrava nella cameretta. «Sono come i miei figli, non so spiegarmi perché mi abbiano rivolto queste accuse». Né il gup di Cremona né i giudici del processo bis a Brescia gli hanno creduto.

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