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L'ENNESIMA DONNA UCCISA

Omicidio Cecchettin, l'esperta: «Il rispetto deve essere insegnato»

Paola Cattenati: «Segnali di rischio sin dalle scuole medie, fattori che non promuovono buone relazioni»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

20 Novembre 2023 - 05:00

Omicidio Cecchettin, l'esperta: «Il rispetto deve essere insegnato»

Paola Cattenati, a fianco Giulia Cecchettin e Filippo Turetta

CREMONA - L’ennesima donna uccisa: Giulia Cecchettin, per il cui omicidio è stato fermato ieri in Germania l’ex fidanzato Filippo Turetta, accusato di omicidio volontario premeditato. Una violenza che non si ferma mai, con 101 vittime da inizio anno. «Il rispetto delle donne va insegnato sin dalla più tenera età» sottolinea Paola Cattenati, membro dell’Osservatorio nazionale per il contrasto alla violenza di genere. «Mi preoccupo quando sento dire dalle giovanissime che ritengono una prova di amore il fatto che i fidanzati minaccino altri ragazzi che si interessano a loro. O addirittura quando vedo che indossano braccialetti di un colore piuttosto che di un altro, così da comunicare di essere proprietà di un ragazzo. Conosciamo questi segnali di rischio sin dalle scuole medie, fattori che non promuovono buone relazioni».


Le nuove tecnologie hanno aggravato ulteriormente questa situazione. Sono nate forme di abusi come il cyberbullismo. Cattenati da anni lavora anche su questo fronte, per il Criaf e come componente dell’organismo nazionale per il contrasto al bullismo promosso dal ministero della Pubblica istruzione. Le ragazze sono più frequentemente vittime di atti di cyberbullismo, ma esiste anche una quota di femmine che colpiscono le compagne per isolarle e deriderle, soprattutto negli anni della pre-adolescenza, quando i tempi dello sviluppo fisico non sono uguali per tutte. Per dare la misura di quanto i più piccoli siano già a rischio, basta citare i dati di Save the Children, secondo i quali il 71% di bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 anni che vivono in Lombardia utilizza internet tutti i giorni e lo fa soprattutto attraverso lo smartphone (la media nazionale è il 73%).

Considerando i dati Istat della popolazione residente aggiornati al 2022, i baby navigatori sono quasi 809mila. In un recente lavoro dal titolo ‘Secor-Net in rete – relazioni sicure dentro e fuori la rete’, promosso dalla presidenza del consiglio dei ministri e sviluppato in territorio bresciano, Cattenati ha approfondito il tema. Coinvolti oltre 13.400 studenti: è emerso come uno su quattro almeno una volta sia stato vittima di cyberbullismo. Sono state redatte delle linee operative, utili per le scuole, per interpretare i segnali, riconoscere i fattori di rischio (ad esempio, l’elevata competitività all’interno delle classi che può generare violenza) e prevenire il dilagare di cyberbullismo e violenza. «Abbiamo visto — evidenzia Cattenati — che buona parte dei ragazzi riconosce che la violenza fisica e verbale è un ostacolo alle buone relazioni con i propri pari».

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