L'ANALISI
18 Novembre 2023 - 19:30
CREMONA - Ai tempi del Covid, quando gli ospedali erano chiusi e non si eseguivano visite, in una Cremona spaventata e quasi annientata nelle sue attività la sede dell’associazione è rimasta aperta. «Così molte donne si sono rivolte a noi per fare i controlli. Ne siamo orgogliosi».
Basterebbe questo per giustificare l’assegnazione a Carla Fiorentino, medico radiologo molto conosciuta in città, e alla Lilt (Lega italiana lotta ai tumori), di cui è presidente e colonna, del Premio bontà Rivoltini, giunto alla quinta edizione e diventato un appuntamento fisso della Festa del Torrone.
Certo, parlare di salute e malattia mentre, pochi metri più in là, si celebra il dolce cremonese, può sembrare bizzarro, quasi fuori luogo. Non per Massimo Rivoltini, l’imprenditore che ha avuto l’idea del prestigioso riconoscimento.
«Così il torrone diventa un bel pretesto non solo per far conoscere Cremona, ma anche il suo cuore che pulsa. La dottoressa Fiorentino è una grande professionista e una grande persona. Una persona che aiuta gli altri».
Concetti ripresi dall’assessore al Turismo, Barbara Manfredini, che, portando i saluti dell’amministrazione comunale, ha sottolineato «la generosità della nostra città e del territorio».
Sollecitata dalle domande del direttore del quotidiano La Provincia di Cremona e di Crema, Paolo Gualandris, la premiata ha spiegato come la Lilt cerchi di diffondere la cultura della prevenzione.
«Lo facciamo attraverso incontri pubblici e andando nelle scuole — ha spiegato —. Stiamo approntando un kit digitale per avvicinarci ai giovani parlando il loro linguaggio. Prevenire correggendo stili di vita sbagliati, come il fumo e l’alcol, la sedentarietà e l’obesità, può ridurre del 35% la comparsa delle malattie oncologiche».
L’associazione, nata quarant’anni fa, può contare su una ventina di volontari in città e altrettanti in provincia, grazie alle sezioni di Cremona, Crema, Soresina, Rivolta d’Adda.
«Non siamo tanti, ma abbiamo molti amici. Per essere uno di noi non bisogna essere medici, ma persone che desiderano dare voglia e tempo».
In via Alfeno Varo ci si può sottoporre a mammografie e pap test.
«Ci sono donne che rivedo da 30 anni, e questa è la testimonianza del risultato ottenuto. La nostra provincia è una delle più colpite per i tumori, ma abbiamo ottime strutture che se ne occupano. È vero che qui ci si ammala molto, ma ci si cura tanto e bene. Si deve continuare a parlare di tumori, senza però paura».
Poi, ‘provocata’ da Gualandris, la radiologa ha lanciato un appello: «Ci sarebbe bisogno di personale medico che fa questo lavoro. La mia generazione non trova rimpiazzi per prendere il testimone che vorrei poter passare. Servirebbe un intervento della politica».
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