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Avventura. «A 68 anni sfido ancora le dune. Capo Verde, arrivo!»

L’ex direttore della piscina comunale Rosolo Orini torna alla Boa Vista Ultra Trail. «Ci riprovo: 150 chilometri e al traguardo di solito arrivano in meno di 20»

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

16 Novembre 2023 - 05:20

Avventura. «A 68 anni sfido ancora le dune. Capo Verde, arrivo!»

Il runner cremasco Rosolo Orini con la medaglia vinta in una passata edizione

CREMA - I chilometri tra sabbia di dune e di spiagge, pietraie e sterrati sono 150. Da affrontare a 68 anni suonati. Rosolo Orini ci riprova, dopo 36 mesi di stop dovuto alla pandemia, è pronto a ripresentarsi al via della Boa Vista Ultra Trail, la maratona estrema che si correrà il 9 dicembre sull’isola di Boa Vista, nell’arcipelago di Capo Verde. Il runner sabbionese, ex direttore della piscina comunale, si sta preparando da mesi su terreni che possano assomigliare a quelli che troverà sull’isola africana. «Il fondo del percorso — racconta — è vario e impervio. Allenarsi sull’asfalto vorrebbe dire avere i crampi. La gamba deve essere abituata ad altri terreni». Per Orini si tratterà dell’ottava partecipazione. «È l’edizione numero venti e non potevo mancare. Voglio andare a salutare gli amici». 

Rosolo Orini in marcia sulle dune dell’arcipelago di Capo Verde

I partecipanti all’Ultra Trail sono una cinquantina, tutti amanti dell’estremo e si conoscono fra loro. «La corsa è dura — ammette Orini — e di solito al traguardo ne arrivano meno di venti. Io l’ho fatta sette volte. In due occasioni ho dovuto ritirarmi, in un’altra mi sono fermato a 75 chilometri. Quattro volte sono arrivato al traguardo e il mio miglior piazzamento è il sesto assoluto in 25 ore, nel 2016». Orini ha sempre corso la 150 chilometri, ma si possono fare anche le distanze sui 75 o sui 42. «Per correre per 150 chilometri devi avere le gambe ma soprattutto la testa. A Capo Verde devi trovare il tuo percorso. Ci sono 15 check point che occorre per forza attraversare, ma per il resto ti puoi orientare da solo. I runners capoverdiani conoscono il percorso e sono avvantaggiati rispetto agli stranieri, ma adesso lo conosco bene anch’io. Di notte è facile perdersi. A me è capitato una volta e anziché 150 chilometri ne ho corsi 170. Per portare a termine il tragitto più lunga hai 40 ore a disposizione, ma agli 80 chilometri bisogna arrivarci entro 20».

La sicurezza è un fattore che viene assicurato. «Ogni concorrente — spiega – ha un microchip, grazie al quale è individuabile. Se gli organizzatori vedono che per troppo tempo resti fermo, ti vengono a prendere». La corsa avviene praticamente in solitaria e in autosufficienza. Alla Boa Vista Ultra Trail, oltre a correre contro il cronometro e gli avversari, i partecipanti devono misurarsi con la natura selvaggia dell’isola e contro se stessi. «Possiamo portare 4.000 calorie e uno zaino con un sacco a pelo. L’acqua viene fornita dagli organizzatori lungo il percorso».

Il runner cremasco racconta il segreto per arrivare in fondo: «Mai andare oltre la soglia di resistenza, perché alla Boa Vista, finché non ha tagliato il traguardo, non sei mai sicuro di arrivare». La soddisfazione di Orini, prima ancora di partire per la gara, è quella di non essere più il solo cremasco. «Sono felice di aver trasmesso ad altri il desiderio. Quest’anno ci saranno anche il 63enne Carlo Milanesi, presidente dell’Aperunning, ma anche la 33enne Sara Dorato, che risiede all’Aprica ma è nata a Crema: lui correrà l’Eco Marathon di 42 chilometri, lei i 150».

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