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L'ultimo saluto a Giorgio Veneri: il calcio cremasco riunito a San Bartolomeo

A stringersi attorno alla moglie Letizia e ai figli Davide, Ilaria e Giulio, sono stati tanti dei suoi ex calciatori, che al Pergo ha allenato in due momenti, dal 1976 al 1980, portandolo in serie C1, e dal 1990 al 1992

Dario Dolci

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11 Novembre 2023 - 15:06

Il calcio cremasco riunito a San Bartolomeo per i funerali di Giorgio Veneri

CREMA - «Ho vissuto una bella vita, ho fatto il lavoro che mi piaceva e che mi ha dato tante soddisfazioni. E ho avuto una bella famiglia. Mi dispiace per mia moglie, non per me. Chiedo ai miei figli di prendersi cura di lei». Le ultime parole di Giorgio Veneri, ex allenatore del Pergocrema, sono state riportate stamattina, nella cerimonia funebre svoltasi nella chiesa di San Bartolomeo, da don Michelangelo Nufi. A stringersi attorno alla moglie Letizia e ai figli Davide, Ilaria e Giulio, sono stati tanti dei suoi ex calciatori, che al Pergo ha allenato in due momenti, dal 1976 al 1980, portandolo in serie C1, e dal 1990 al 1992.

C’erano Gianni Piacentini, Paolo Locatelli, Natalino Ghiozzi, Piero Bonizzoni, Italo Groppi, Roberto Venturato, Mimmo Tassiero, Andrea Bottazzi, Emilio Rossi e Luca Coti. Insieme a loro, l'ex medico sociale Walter Della Frera, l’ex segretario Agostino Maccalli, Walter Rimoldi, figlio del presidentissimo Arnaldo, ma anche Pier Manzi e Corrado Verdelli, coi quali Veneri aveva lavorato e vinto al Fanfulla, oltre all’ex calciatore Franco Ogliari all’osservatore Giancarlo Pariscenti e al presidente degli arbitri Annunziato Scopelliti. A rappresentare l’attuale società gialloblù, Marino Bussi e Walter Pellegrini.

E poi gli amici di sempre, Gigi Severgnini e Roberto Branchi, coi quali seguiva le partite del Pergo dalla tribuna laterale, e una rappresentanza di tifosi cannibali. «Con persone come Giorgio – ha detto don Nufi nell’omelia – c’è il pericolo di scivolare nella sua immagine pubblica, dimenticando l’uomo. Che invece è stato un marito fedele e premuroso, per 62 anni con Letizia, un padre sempre presente e attento, nonostante la sua professione lo portasse a volte lontano. Giorgio era un uomo forte dall’animo delicato».

Don Francesco Ruini, che ha concelebrato la messa, ha aggiunto: «Era una persona giusta, un cristiano che ha vissuto la vita con semplicità, il santo della porta accanto. Un uomo credibile e autorevole, attento ai giovani ma esigente. Elegante e riservato». E per una persona che ha vissuto una bella vita, la cerimonia non poteva che chiudersi sulle note di ‘La vita è bella’.

FOTO: FOTOLIVE/MASSIMO MARINONI

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