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I NODI DELLA SOSTENIBILITÀ

Automotive, svolta green: l'alleanza per la filiera

Regione in prima linea in difesa del settore, la rotta dettata da Guidesi al vertice di Pamplona: «L’Europa non imponga ai cittadini il tipo di automobile da utilizzare, carburanti rinnovabili ok»

Mauro Cabrini

Email:

mcabrini@laprovinciacr.it

10 Novembre 2023 - 05:00

Automotive, svolta green: l'alleanza per la filiera

CREMONA - Lo scenario si specchia nei numeri che lo definiscono: in provincia di Cremona, secondo lo studio di AutoScout24 elaborato su dati Aci, a fronte dei quasi 300mila veicoli circolanti quelli elettrici o ibridi sono 10.901. Rappresentano solo il 4,8% cento del totale: pochi anche in prospettiva, pur volendo considerare il trend di crescita determinato da un aumento del 40,3% tra il 2021 e il 2022, incremento superiore alla media regionale attestata al 39,1%. E al netto degli auspici, oltre che di dichiarazioni che appaiono spesso troppo ottimistiche nel loro proiettarsi a quel futuro green dell’automotive che invece appare ancora indeterminato nella realtà, non sono migliori i dati relativi alle colonnine di ricarica: nel territorio sono 108 (85 pubbliche e 23 private), che significa una ogni 3.200 abitanti.


Morale: se si cerca il salto, ammesso che siano pronti a farlo settore e utenti, molto resta da fare. Nel senso che l’elettrico rimane certamente un’alternativa, non la strada maestra. Lo ha sostenuto chiaramente, con un messaggio forte e chiaro lanciato in difesa della filiera al confronto di Pamplona, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi: «Noi riteniamo ci sia la possibilità di raggiungere gli obiettivi in tema di sostenibilità ambientale imposti dalla Commissione Europea: il ‘sistema lombardo’ li condivide pienamente. Ma vanno perseguiti attraverso tutte le possibilità scientificamente certificate, come i carburanti rinnovabili, salvando i motori endotermici che invece l’Europa, con una visione troppo ideologica, non vuole prendere in considerazione» ha alzato la bandiera della sostenibilità anche economica l’assessore durante la seconda conferenza annuale dell’Alleanza delle Regioni Europee dell’Automotive.


E in difesa dell’automotive si schierano 9 regioni: alleanza formata da Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria. Al fianco hanno 25 regioni europee dei principali paesi del Continente, Germania, Spagna e Francia. «Territori che insieme fanno un prodotto interno lordo pari a 5mila miliardi di euro, il 34% del Pil europeo, oltre a rappresentare complessivamente 134 milioni di cittadini europei, il 31% della popolazione di tutti i paesi della Comunità Europea — entra nel merito di un sistema che si mostra già largo oltre che compatto, Guidesi —. Inoltre, il Pil totale delle regioni dell’Alleanza è l’8,7% superiore a quello medio dell’Europa».


Nello specifico, l’Alleanza dell’automotive è una rete politica di regioni impegnate a realizzare la transizione dell’industria automobilistica e del relativo indotto in Europa. Punta a riunire i territori con un tessuto industriale specializzato nel settore automobilistico e un forte indotto e ha già fissato i suoi obiettivi: «Rafforzare gli ecosistemi industriali regionali, stimolare la creazione di valore tutelando la coesione economica e sociale dei territori» li ha declinati al vertice e li ribadisce, Guidesi. Intanto, durante la plenaria è stata confermata la presidenza dell’Alleanza per il 2025 all’Italia, con la Lombardia leader e lo stesso Guidesi presidente. Con la tesi lombarda riassumibile in una priorità: la neutralità tecnologica.


«Che equivale a dire che l’Europa non deve imporre ai cittadini quale tipo di automobile utilizzare, ma concentrarsi sulla definizione degli obiettivi ambientali lasciando la libertà sulle modalità di raggiungimento ai singoli territori. Non a caso, è proprio dal principio della neutralità tecnologica che la Lombardia nel marzo 2022 ha iniziato un percorso in difesa della filiera dell’automotive che oggi vede i punti massimi nell’elaborazione di un apposito studio che conferma la forza e le grandi potenzialità dei carburanti rinnovabili, in grado da subito di abbattere le emissioni, e nell’essere riusciti a far inserire un preciso e importante paragrafo nel documento ufficiale firmato a Pamplona da tutte le 34 regioni dell’Alleanza delle regioni europee».

Guido Guidesi


Nello specifico, il testo fatto inserire dalla Lombardia, recita così: ‘I regolamenti europei devono tenere conto dell’impatto esercitato sull’economia regionale dalle misure volte a mantenere e rafforzare la competitività dell’intera catena dell’industria automotive europea e raccomanda di tenere conto delle varie soluzioni tecnologiche (ad esempio l’elettrificazione, le tecnologie dell’idrogeno e i combustibili alternativi) che possono anch’esse svolgere un ruolo importante nel processo di decarbonizzazione’.
Lo studio, invece, è stato preparato, su richiesta di Regione Lombardia, dal Cluster Lombardo della Mobilità, che comprende la filiera del settore, dalle università, dai centri di ricerca e dalle associazioni di categoria.


«Quella che stiamo giocando è una battaglia di equità — detta la linea, Guidesi — per tutelare una filiera di circa 15mila lavoratori solo nella locomotiva d’Italia e 70mila in tutto il Paese. Lo stop del motore endotermico provocherebbe infatti l’interruzione di molte attività per l’impossibilità di gestire una riconversione con il conseguente crollo dell’intera filiera automotive ed il rischio di una perdita di competitività del settore produttivo europeo nello scenario globale, a vantaggio principalmente della Cina».


E la Lombardia, per scongiurare una tempesta economica e sociale, ha voluto confermarsi capofila nella difesa e nel sostegno alle imprese, grazie sia al lavoro di sistema che rende più ‘autorevoli’ le istanze presentate alle istituzioni sovraregionali sia influenzando le posizioni ufficiali della più importante istituzione europea dell’automotive, appunto quella dell’Alleanza delle 34 regioni.
«Una sfida certamente complessa — non nasconde le difficoltà, l’assessore lombardo allo Sviluppo Economico — ma che fino a due anni fa sembrava impossibile e che ora trova sempre più consensi e conferme scientifiche. L’obiettivo è creare le condizioni per una graduale e razionale transizione contraddistinta dalla neutralità tecnologica, evitando inopportune accelerazioni che determinerebbero per il nostro continente la perdita di una leadership conquistata in cento anni di ricerca, innovazione e scelte imprenditoriali. Mettendo a confronto la pluralità di soluzioni disponibili nel breve, medio e lungo periodo, con riguardo all’intero ciclo di vita del veicolo e del carburante/vettore energetico impiegato. La Lombardia continuerà la sua battaglia».


Forte anche del sostegno del Governo e sicura di riuscire a dimostrare entro il 2026, quando la Commissione Europea valuterà i dati delle emissioni e quelli del consumo di carburanti ed energia, l’affidabilità, in ambito ambientale, dei carburanti alternativi. «Una sfida difficile — la definisce Guidesi — ma fattibile grazie al know how e alle tecnologie già presenti. Grazie al lavoro fatto in Lombardia, nel 2026 saremo in grado di dimostrare il raggiungimento degli obiettivi ambientali di mobilità continuando a utilizzare i motori endotermici. Ed è così che la scienza, la ricerca e l’innovazione vinceranno sull’ideologia e sull’irrazionalità». Ad una condizione, però: «Accadrà, ovviamente, se saremo lasciati liberi di agire, senza il cambio degli obiettivi, ma in piena neutralità tecnologica».

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