L'ANALISI
30 Ottobre 2023 - 11:32
Francesco Buzzella
MILANO - L’Assemblea di Federchimica, riunitasi a Milano, ha eletto all’unanimità Francesco Buzzella alla presidenza della Federazione nazionale dell’Industria chimica per il quadriennio 2023 - 2027. Buzzella, 55 anni, laureato in economia e commercio, è comproprietario e componente il consiglio di amministrazione di Coim, gruppo multinazionale fondato nel 1962, che conta 20 siti in 4 differenti continenti, di cui 10 produttivi. Dal 2017 al 2021 Francesco Buzzella è stato Presidente dell’Associazione degli industriali della provincia di Cremona; dal 2021 è Presidente di Confindustria Lombardia; in Federchimica è componente del consiglio di presidenza dal 2017; è altresì componente il consiglio generale di confindustria. All’assemblea Federchimica hanno preso parte Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica; Carlo Bonomi, Presidente Confindustria; Ferruccio de Bortoli, giornalista e scrittore; Marco Fortis, economista, Vicepresidente Fondazione Edison.
“Nel 2023 l’Industria chimica in Italia subirà un calo della produzione stimato in un -9%: è un pessimo segnale per tutto il sistema economico, sociale e ambientale”. Francesco Buzzella, eletto Presidente Federchimica dall’Assemblea di oggi, non nasconde viva preoccupazione sull’andamento del settore. Con un valore della produzione di oltre 66 miliardi di euro nel 2022, la Chimica è la quinta industria (dopo alimentare, metalli, meccanica, auto e componentistica)in Italia, con circa 2.800 imprese che occupano oltre 112 mila addetti. Nel 2023 il saldo commerciale, pur avendo visto un parziale riassorbimento rispetto ad un 2022 segnato dall’esplosione dei costi energetici, mostra un significativo deterioramento nel confronto con il 2021.Nel 2024 si stima un recupero modesto della produzione chimica in Italia (+1%) e comunque soggetto a rischi al ribasso in relazione all’evolvere dei costi energetici e del quadro economico complessivo. “La chimica – ricorda Buzzella - è presente nel 95% di tutti i manufatti di uso comune e contribuisce ad alimentare la competitività del Made in Italy e di tutta l’Industria. La nostra capacità di innovazione e le nostre ottime performance ambientali di processo e di prodotto ci rendono, di fatto, un veicolo di tecnologia e sostenibilità per tutti i settori a valle”.
“Siamo però il settore più impattato dal Green Deal in termini normativi – prosegue Buzzella; rischiamo di perdere vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti extra-europei per adeguarci a un impianto regolatorio concepito, temo, con tempi e modalità che lo renderanno inattuabile o, peggio, nocivo per lo sviluppo nostro e delle future generazioni. “Gli obiettivi ambientali UE - prosegue Buzzella - sono certamente virtuosi, ma non potranno avere incidenza significativa sull’inquinamento globale, non potendo certo compensare la crescita delle emissioni dei Paesi in via di sviluppo”.
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