L'ANALISI
19 Ottobre 2023 - 18:39
CREMONA - Hanno scelto l’ultimo piano del parcheggio Massarotti per mettere in scena ‘Altrove’, l’idea degli attori della Compagnia dei Piccoli, tutti giovani, giovanissimi, ha fatto breccia. E l’altrove scenico per Giorgia Dordoni, autrice di una lettera inviata al giornale e pubblicata il 10 ottobre scorso, è diventato uno stimolo che le ha fatto scrivere: «Sarebbe un sogno che questi fossero i primi passi verso l’individuazione in città di un luogo dedicato all’innovazione in campo teatrale, magari in un luogo in disuso e recuperato, che diventi casa di queste buone sperimentazioni alle quali possiamo partecipare sia come attori sia come spettatori».
Un bisogno, quello di uno spazio ad hoc per la scena contemporanea, che non è nuovo, ma che può essere uno spunto interessante per coloro che nei prossimi anni amministreranno la città. Bello sarebbe che nell’agenda elettorale delle prossime amministrative possa esserci la nascita di un nuovo teatro per giovani compagnie per spettacoli di teatro contemporaneo cui mal s’addice il pur prestigioso spazio del Ponchielli. Il Filo e il Monteverdi sono spazi adibiti ad altro e non hanno le caratteristiche adatte per spettacoli contemporanei.
Eppure in città a noi vicine più sale teatrali non faticano a coesistere. A Brescia, il Centro teatrale bresciano sta per aprire un nuovo (il terzo) teatro; a Piacenza sono attive almeno cinque sale: Municipale, Filodrammatici, San Matteo, Gioia e Politeama; a Parma gli spazi sono molteplici e differenziati; a Reggio Emilia tre sono le sale che fanno tradizionalmente spettacolo. Detto questo, si è voluto chiedere ai teatranti cremonesi quanto e in che termini ci sia bisogno di una sala per il teatro contemporaneo, che vuol dire una sala dalle dimensioni ridotte con 300 o 400 posti, con la possibilità di una scena modulare.
Mattia Cabrini, regista dello spettacolo Altrove e fondatore della Compagnia dei Piccoli, dichiara: «Magari ci fosse un teatro per la scena contemporanea, sia per poter vedere spettacoli di artisti contemporanei che per poter ospitare spettacoli di compagnie cremonesi. Io sto preparando il Don Giovanni e a tutt’oggi non so dove debuttare. Noi abbiamo la possibilità di provare al Silvio Pellico, ma la possibilità di andare in scena richiede un altro spazio. Sarebbe bello poter avere una sala dedicata, in cui magari alcune compagnie semi professioniste possano esibirsi, ma che possa fungere anche da spazio per ospitalità per compagnie che non sono mai state in città».
Lorenzo Garozzo, drammaturgo e organizzatore teatrale, osserva che «l’idea di un nuovo teatro è allettante, ma bisogna stare attenti a non pensare solo al contenitore, ma capire i contenuti, la tipologia di spettacolo che si vuole proporre, la destinazione di una nuova sala è strettamente connessa alla tipologia di spettacolo, ma anche alla sostenibilità economica che non limiti le scelte artistiche». Stefano Guereschi, della compagnia TrAttori, dice: «Noi ci siamo innamorati del Filo e ci piacerebbe che potesse dare più spazio al teatro. La nascita di uno spazio per compagnie è auspicabile, ma con una raccomandazione: che si decida di fare un teatro e non una sala polivalente».
Paolo Ascagni, presidente dell’Unione Italiana Libero Teatro e del Centro Culturale Next, afferma: «Noi come Next abbiamo una sede nostra, ma la possibilità di aprire un nuovo teatro aperto ai gruppi cremonesi e non solo è senza dubbio una opportunità per far crescere la cultura teatrale e la sensibilità verso il contemporaneo». La voglia di teatro c’è ed è tanta, bisogna crederci. Il dato è tratto.
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