L'ANALISI
18 Ottobre 2023 - 05:10
L’arresto di Paolo Bergamaschi
VIADANA - Il 20 ottobre 1983 nove cittadini di Viadana vennero arrestati dai carabinieri dopo due settimane di blocchi antinucleari contro il progetto di una centrale a Bellaguarda, episodio culminante della protesta che coinvolse tutto il territorio dell'Oglio Po. A quarant’anni di distanza, quegli avvenimenti saranno rievocati venerdì all’Ecomuseo di San Matteo delle Chiaviche in una serata speciale. Alle 19 Giuseppe Flisi, presidente emerito della Società storica viadanese, presenterà l’archivio antinucleare. Dalle 19.30 spazio al dibattito dal titolo ‘Quale energia per quale futuro?’, con interventi del biologo Gianni Tamino, dell’ex europarlamentare Monica Frassoni, di Sergio Andreis del Kyoto Club e di Lorenzo Barili di Fridays for Future. Alle 20.30 apericena e musica curato da Antares. Dalle 21.30, infine, sarà trasmesso il documentario ‘Il fronte Antinucleare: le lotte dell’Oglio Po contro l’atomo’, a cura di Simone Bacchetta. Immagini nelle quali si potranno vedere le manifestazioni del 1983 che fecero di Viadana uno dei centri più importanti sul territorio nazionale della battaglia antinucleare.
Era il 20 ottobre di quell’anno quando su iniziativa del pretore Antonio Scapellato nove cittadini di Viadana vennero arrestati dai carabinieri per aver partecipato ai blocchi: Leida Avigni, Paolo Bergamaschi, Carla Bonato, Angelo Mario Boni, Gaetano Carnevali, Amedeo Grazzi, Ferdinando Massari, Ettore Masseroni, Agostino Soliani. Nei giorni precedenti, centinaia di manifestanti provenienti da tutta la Bassa avevano impedito in modo pacifico l’accesso delle trivelle dell’Enel che dovevano iniziare i sondaggi finalizzati alla costruzione di una centrale atomica, come previsto dal Piano Energetico Nazionale. Invece di fiaccare la resistenza della popolazione, l’arresto dei nove dimostranti accrebbe la mobilitazione della gente, rafforzò l’opposizione all’energia nucleare e spinse i politici locali a prendere una posizione chiara e netta. La volontà della popolazione viadanese si manifestò in modo inequivocabile con il referendum consultivo comunale che nel 1984 vide più del 91% dei partecipanti esprimersi contro l’ipotesi nucleare.
Una battaglia che vide in prima linea anche molti casalaschi, primo fra tutti Umberto Chiarini. Poi avvenne la catastrofe di Chernobyl in Ucraina, i referendum sia locali che nazionali degli anni Ottanta, la nuova catastrofe nucleare del 2011 a Fukushima in Giappone e il referendum successivo che mise fine definitivamente all’avventura atomica in Italia.
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