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Liuteria, da Cremona alla conquista della Cina

I liutai e il Consorzio Stradivari impegnati alla fiera internazionale Music China a Shanghai

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

14 Ottobre 2023 - 10:34

Liuteria, da Cremona alla conquista della Cina

CREMONA - Una scarica di foto arrivano su WhatsApp: alle 7,30 di ieri mattina: i liutai cremonesi appaiono sorridenti, quasi radiosi. A Shanghai è tarda mattinata ed è in corso in questi giorni la mostra Music China Shanghai che dopo quattro anni torna ad aprirsi al mondo. I liutai cremonesi hanno sguardi che brillano nelle foto e per telefono la voce e i racconti hanno i colori dell’entusiasmo. Riuniti nel padiglione Italia, realizzato dall’Istituto per il commercio estero (Ice), fanno gruppo, ma ognuno ha la propria postazione. «C’è un affluenza pazzesca — afferma Simeone Morassi —, credo sia maggiore rispetto al 2019. L’economia cinese va bene, non temono il costo degli strumenti di liuteria artistica. Ho visto anche tanti violini dell’età classica. Ieri ero a cena con un musicista che aveva uno Stradivari, un Amati e un Bergonzi. Dire che questa fiera è immensa è dir poco, ma soprattutto è tornata ad essere la porta aperta sull’oriente e non solo».

«L’Ice ha fatto un gran lavoro, lo stand è bello, la liuteria italiana ben rappresentata. Noi — sottolinea Andrea Schudtz, liutaio di origine russa ma ormai cremonese d’adozione — facciamo la parte del leone. Abbiamo lavorato bene con gli operatori, nelle ultime giornate ci sono musicisti importanti che vengono e i contatti sono molto interessanti. Mi sembra passato un secolo dal 2019, credo che l’affluenza sia superiore a quella di quattro anni fa». Andrea Varazzani ha lo stand con Arturo Ponche e dice: «Bella, bella, una bellissima fiera. Questo è l’ombelico del mondo. Ognuno di noi è impegnato a incontrare i propri contatti cinesi e del sud est asiatico, ma poi ci sono le conoscenze estemporanee. C’è un fermento veramente eccitante. Va bene, va bene: il 2020 è un lontano ricordo».

Ed in merito allo stop imposto dalla pandemia che ha bloccato la comunità liutaria nelle botteghe, Sandro Asinari osserva: «Qui è come se il Covid non fosse mai esistito. Percepisci nettamente che c’è la voglia di gettarsi alle spalle quello che è successo. C’è grande entusiasmo, il poter circolare senza limitazioni mette euforia. Credo che stia accadendo quello che due anni fa è accaduto da noi a Cremona Musica. Io mi occupo del mio stand e insieme a Giulia Prato di quello del Consorzio Stradivari, la presenza cremonese è forte e riconosciuta, oltre che attesa».


Edgar Russ, autore del violino più prezioso al mondo, sorride: «Non l’ho portato con me, ma qui non ce nera bisogno. Music China Shaghai è tornata alla portata di quello che era negli anni prepandemia. Questa fiera gioca con Cremona Musica un ruolo importante per tutto il settore. Da quando non c’è più Francoforte è questo l’appuntamento che ti apre al mondo, penso non solo a Cina e Sud Est asiatico, ma anche all’Australia e agli Stati Uniti. Chi non è venuto a Cremona qualche settimana fa, è qui». Il mondo è veramente piccolo per la comunità dei liutai che si è ritrovata a Shanghai e ha condiviso — nel padiglione Italia firmato Ice — la voglia di un ritorno alla normalità che si legge nell’euforia di chi racconta i ritmi concitati e frenetici di una fiera musicale che rappresenta una porta aperta sul grande Oriente fino ai confini australi del mondo. E a raccontare questa visione sono i nostri maestri liutai, i veri e unici ambasciatori di Cremona nel mondo.

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