L'ANALISI
10 Ottobre 2023 - 16:47
SONCINO - Sessantamila euro: questa è la cifra che il Gruppo H Quartiere Brolo, grazie al contributo dei soncinesi presenti alla Festa del Fiume, ha donato al mondo delle associazioni e della solidarietà. Un numero che, per quanto imponente, se decontestualizzato potrebbe significare poco. Ma, per meglio comprendere la portata della donazione, basti pensare che con meno del doppio dei soldi, ogni anno, si aggiustano le strade di una città da quasi ottomila abitanti e che rifare la Marconi, una delle «300 vie più belle del mondo» è costato meno di quattro volte il ricavato della fiumana benefica. Insomma, un contributo colossale. Certo, ma a chi?
Presto detto: Scout soncinesi; Protezione civile Il Grifone; Fondazione Soncino; I.C. Giovanni XIII; Salesiani; Acli (per il sostegno alle famiglie ucraine del borgo); associazione Diego Riviera; oratorio San Paolo; Istituto Vescovi Calcio; Fondazione Vismara e ‘A.LA.T.HA’ si spartiscono 20 mila euro.
Gli altri quarantamila, invece, saranno divisi fra: associazione Ginevra; associazione Santina Cedri; Anffas Crema; Il Dosso Castelleone; cooperativa San Giacomo Crema; cooperativa ITACA Romano di Lombardia; ANT Brescia e ‘Donne 8 marzo Borgo San Giacomo’.
Un miracolo? Sarebbe bello pensarlo e raccontarlo. Ma non è così. Ed è forse meglio che non lo sia. Perché non c’è stato nulla di casuale o di fortuito all’origine di questo straordinario risultato. Anzi. A monte c’è il lavoro di chi migliora la vita delle persone, da lontano e in silenzio, friggendo patatine da trent’anni. Di chi potrebbe giocare a pallone con gli amichetti delle medie o del liceo, invece indossa la Promessa e serve ai tavoli della colonia. C’è chi, facendo un centinaio di ‘torte fritte’ in una settimana, nel corso del tempo ha regalato carrozzine a bambini diversamente abili. O libri agli studenti. Strumenti hi-tech agli ospedali, palle da basket a cestisti speciali del domani.
Ma c’è anche chi organizza, chi pulisce, chi conta, chi quei grandi tendoni sull’Oglio deve montarli e smontarli. C’è chi gestisce quel parcheggio impossibile e sempre affollato, chi fa il caffè, chi spilla la birra, chi l’acqua, chi canta e chi balla. Chi quando tutto è finito lascia un fiume più bello di quando l’ha trovato. C’è tanto dietro, ma ne vale la pena.
Davide Maninetti, presidente del sodalizio ‘in giallo’, lo spiega con gli occhi di chi vive questa impresa da tanto: «Ho più volte ringraziato chi durante la festa, ma anche nei mesi prima e dopo, ha aiutato. Perché un evento di questo tipo non esisterebbe senza di loro. È un po’ come a teatro – chiosa –. In scena ci vanno gli attori, ma senza i macchinisti, gli sceneggiatori, i costumisti e tutti i tecnici non si riuscirebbe a fare di un bel racconto un grande spettacolo».
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