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IL ‘MATTONE’ SOTTO LA LENTE

«Freddi quei dati sui prezzi, il mercato è più variegato»

Tre super esperti cremonesi analizzano il report di Immobiliare.it: «Sul territorio scenari differenti»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

08 Ottobre 2023 - 05:10

Il mattone

CREMONA - Fanno discutere i dati del report statistico del portale Immobiliare.it, resi noti nei giorni scorsi, secondo i quali la provincia di Cremona è la più economica della Lombardia per quel che concerne i prezzi di vendita e di locazione di immobili. Gli addetti ai lavori che operano in città si interrogano su quanto emerso. Non tanto sui numeri, quanto sull’analisi che va fatta di un’indagine prettamente statistica, che non entra nel merito, ad esempio, delle grandi differenze tra le varie zone del territorio provinciale. Senza dimenticare che anche in città, tra una via e l’altra cambiano i prezzi di vendita e di affitto, per non parlare poi della forbice tra centro storico e periferia e soprattutto tra nuovo o comunque di recente costruzione, e immobili che hanno 40 o 50 anni.

Facendo un passo indietro, l’Osservatorio trimestrale di Immobiliare.it sul mercato residenziale lombardo nel 2023 ha diffuso i dati raccolti ed elaborati da Immobiliare.it Insights, la proptech company del gruppo, specializzata in analisi di mercato e data intelligence. Da essi emerge che comprare casa in Lombardia costa oggi 2.500 euro al metro quadrato di media, anche se Milano supera quota 5.300 euro al metro quadrato (+0,9% nel trimestre). La città più economica della Lombardia è, come detto, Cremona, con i suoi 1.367 euro al metro quadrato di media (-1,6% nel trimestre). Guardando agli affitti, il canone medio in regione è di 16,7 euro al metro quadro. Anche in questo caso, Milano si conferma la città più cara con 22,4 euro al metro quadrato (+1,7% nel trimestre), e Cremona resta la più economica, con 7,7 euro al metro quadrato di media.

Claudio Villa

«Ci sono prezzi minimi che sono riferiti alle case più datate, che una volta acquistate vanno ristrutturate e messe a norma – sottolinea Claudio Villa, presidente del collegio provinciale Fiaip –: poi ci sono numerosi immobili di pregio o comunque più recenti, in città come in tutto il resto del territorio provinciale, che hanno ovviamente valori molto più alti. A Cremona è il centro storico è ben oltre i 3.000 euro al metro quadrato. Nell’ultimo ventennio c’è stata una svalutazione importante, direi del 20% rispetto ai prezzi degli acquisti dei primi anni dell’euro. In ogni caso, per chi fa investimenti Cremona rimane una piazza appetibile».

Remo Castelli

Il collega Remo Castelli, presidente provinciale di Anama, un’altra associazione di categoria degli immobiliaristi, aggiunge altre valutazioni. «Il report di Immobiliare.it, seppur autorevole e con dati corretti, va letto tenendo conto delle caratteristiche del mercato cittadino e provinciale. Cremona non è una zona depressa, non è la Bella addormentata nel bosco. In città ci sono ovviamente grandi differenze dal centro storico alla periferie. I dati di Immobiliare.it sono quelli estrapolati da richieste fatte da chi vende una casa tramite il portale, magari senza nemmeno sentire il parere di un professionista del settore. Ci sono molte altre variabili di cui tenere conto. Ad esempio, la trattativa. Banalmente, il prezzo può anche salire in caso ci siano numerose richieste. Insomma, si tratta di una fotografia reale, ma non così puntuale».

Luca Arcari

Infine, Luca Arcari, presidente di Fimaa. «Il dato è sicuramente corretto, ma rischia di essere fuorviante per il consumatore. Sul prezzo medio al metro quadrato degli immobili messi in vendita in città e in provincia pesa lo stock di immobili di 40 o 50 anni fa. Anche alla luce di ciò, comunque Cremona rimane sicuramente tra le città più economiche in Regione dove comprare casa. Storicamente non ha mai avuto un mercato frizzante, ma ha il vantaggio di aver sempre dato a tutti la possibilità di comprare un appartamento, al contrario di altre città come Milano dove c’è una reale emergenza abitativa per via dei prezzi troppo alti».

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