L'ANALISI
25 Settembre 2023 - 18:44
CREMONA - Il 13 novembre del 2022, in sei si scazzottarono al piano superiore del CremonaPo, in mezzo alla gente spaventata e in fuga. Un minuto di violenza, poi i rissosi si allontanarono. Dopo tre mesi di indagini, i carabinieri risalirono ai violenti: tutti albanesi, tra i 18 e 32 anni, quattro residenti a Cremona, due nel Piacentino (tra i difensori, gli avvocati Paolo Brambilla e Andrea Daconto). Se per la Procura, non fu una rissa, ma «una mera lite scaturita per futili motivi» e «gli elementi acquisiti durante le indagini preliminari non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna», il gip non ha archiviato la posizione degli indagati: scioglierà la riserva.
Alle 19.15 la Centrale Operativa dei carabinieri inviò una pattuglia al CremonaPo. Ai militari, gli addetti alla vigilanza e i dipendenti dei locali raccontarono l’accaduto, precisando che nel parapiglia, uno di quei sei ragazzi fu ferito alla testa con un colpo di sedia. I carabinieri si recarono in ospedale, trovarono il giovane con una evidente ferita alla testa. Lo identificarono insieme a chi era con lui. i giovani spiegarono che mentre erano in auto diretti al centro commerciale, sulla tangenziale di via Eridano una vettura, senza alcun motivo, tagliò loro la strada con una manovra improvvisa. Poi, il conducente sarebbe sceso e li avrebbe insultati e minacciati.
Sembrava finita lì, la scazzottata continuò al Cremona Po. Dalle immagini delle telecamere, in mezzo a chi si menava, i militari riconobbero un giovane di Cremona. Lo convocarono in caserma: il ragazzo consentì a chi ha indagato di dare un nome e un volto agli altri tre amici che erano con lui. Una telecamera filmò i sei che si insultarono in fondo alle scale mobili nei pressi dei bar e dei fast food. Poi la situazione degenerò: dalle parole passarono ai fatti. Si aggredirono, creando scompiglio e paura tra la gente.
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