L'ANALISI
16 Settembre 2023 - 11:00
PANDINO - Lo avevano arrestato tre anni fa, in aprile. In pieno lockdown aveva raggiunto la Svizzera con sei chilogrammi di eroina a bordo della sua auto. Un 26enne di Pandino da allora è finito in carcere e la sua successiva collaborazione è stata decisiva per smantellare una super organizzazione criminale dedita al traffico di stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione. Le indagini del Nucleo investigativo di Milano si sono svolte in in collaborazione con l’autorità giudiziaria elvetica. Mercoledì sono scattate le manette per 24 persone su disposizione della procura meneghina. Nel corso delle investigazioni sono stati ricostruiti numerosissimi episodi di detenzione, trasporto e consegna di droga in varie province dell’Italia settentrionale (Bergamo, Monza e Brianza, Torino e Verona). Gli arrestati devono ora rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale stupefacenti, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, rapina ed estorsione. Una rete radicata nel Milanese e collegata all’Albania.
In manette sono finiti 16 albanesi, cinque marocchini, due italiani e un tunisino. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Milano, Bergamo, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Monza Brianza, Piacenza, Savona, Torino e Varese, Brescia e Cosenza. Sono state effettuate 40 perquisizioni. Un giro d’affari che si ipotizza fosse milionario. Sono stati sequestrati 42 chili di stupefacenti tra eroina, cocaina e hashish e 40 chilogrammi di sostanza da taglio, oltre a due fucili detenuti illegalmente e 13mila euro in contanti. Sono stati anche individuati un appartamento e un capannone utilizzati come raffinerie per il narcotico, oltre a diversi appartamenti e box utilizzati per lo stoccaggio dei carichi di droga.
Il ragazzo pandinese, stando a quanto emerso dalle indagini, era uno dei principali corrieri di questa organizzazione. Il sistema d’importazione e cessione di eroina e cocaina, alimentava quotidianamente una fitta rete di spaccio di droga sul territorio italiano e svizzero. Come trafficanti, l’organizzazione utilizzava giovani di origine nord-africana, che vendevano la droga al dettaglio nelle aree boschive e agricole. Nel corso delle indagini sono stati ricostruiti numerosi episodi di detenzione, trasporto e consegna di droga in varie province dell’Italia settentrionale.
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