L'ANALISI
03 Settembre 2023 - 05:10
Maria Anna Albanese e una stanza del nuovo Day Hospital oncologico dell'ospedale Oglio Po
CASALMAGGIORE - Nella realizzazione del nuovo Day Hospital oncologico dell’ospedale Oglio Po, diventato una delle punte di diamante dell’Asst di Cremona per il suo carattere innovativo e la bellezza del suoi ambienti, operativo da venerdì dopo l’inaugurazione ufficiale del 13 dicembre, un ruolo di rilievo è stato giocato dai pazienti e dai loro famigliari. Lo sottolinea una delle infermiere, Maria Anna Albanese, da circa dieci anni attiva nel reparto. «Venerdì, il giorno dell’apertura - dice - tutte noi infermiere eravamo troppo emozionate e agitate, ma ora mi sento di fare una riflessione», dice Maria Anna, che come le sue colleghe è investita di una funzione molto particolare vista la tipologia di pazienti con cui ha a che fare. Pazienti, cioè, che vivono ogni giorno uno stato emotivo particolare e che le infermiere cercano di alleggerire con il loro spirito sempre positivo e allegro. Un aiuto non da poco per chi soffre e ha già i suoi pensieri. Essere accolti da un sorriso - e ora anche da un ambiente piacevole - è sicuramente importante e questo si riflette poi in uno spirito di condivisione e gratitudine.
«La realizzazione del progetto - evidenzia Maria Anna - è stata possibile anche grazie a tante donazioni fatte da persone in terapia o da famigliari che hanno donato in memoria di qualche caro che ha intrapreso un percorso di cura. Ad ognuno di loro va il nostro ringraziamento più grande, perché loro vivono o hanno vissuto un tratto della loro vita con noi».
Per questo motivo la giornata di venerdì è stata estremamente importante per tantissime persone. «Tutti i pazienti e i loro famigliari - sottolinea Maria Anna - hanno aspettato questo momento e vederli arrivare e rimanere stupiti davanti a tanta bellezza è stata una soddisfazione immensa».
Anche perché i nuovi ambienti rappresentano veramente una ‘rivoluzione’, in senso migliorativo, rispetto alla ‘asetticità’ del precedente reparto evocata da Luigi Borghesi, anestesista dell’ospedale. «In questi anni - evidenzia Albanese - tutti abbiamo contributo a rendere il reparto "più casa”. Tante persone portano libri, altre lavoretti artigianali, altri sassi dipinti, altri merende da offrire durante la giornata. Voglio dire grazie a tutti loro, che vengono nel Day Hospital e paradossalmente lasciano molto. Non pretendono, ma lasciano qualcosa per qualcuno che verrà. Il Day Hospital è sempre stato questo, un luogo dove condividiamo il nostro essere, dove, nel rispetto delle competenze, non manca mai una relazione umana intensa, empatica. Da venerdì abbiamo un luogo di cura che assomiglia molto a una casa. Per noi operatrici e operatori venerdì è stata una giornata speciale. Il nuovo DH è un luogo che verrà vissuto più piacevolmente: dalle persone, dai famigliari e dagli operatori».
Detto ciò, Maria Anna Albanese, anche a nome di tutte le sue colleghe, ringrazia «tutte le associazioni, gli architetti, le realtà che a qualunque titolo hanno investito in questo progetto, consentendone la realizzazione. Ma è davvero fondamentale ringraziare le persone, le "nostre" persone».
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