L'ANALISI
31 Agosto 2023 - 05:20
Vittore Soldo
CREMONA - Pd di governo a livello locale, ma in cerca di riscatto in ambito regionale e nazionale, dopo le sconfitte alle elezioni lombarde del febbraio scorso e alle politiche 2022. Indietro anche negli ultimi sondaggi, i ‘Dem’ cercheranno il riscatto il prossimo anno quando ci saranno due appuntamenti decisivi: le Europee e le Comunali, in particolare quelle del capoluogo. A livello locale si lavora alla squadra che affronterà l’appuntamento. Al timone potrebbe esserci ancora Vittore Soldo, che si ricandida alla segreteria provinciale. Potrebbe non avere competitor. La scommessa è quella di riuscire a replicare il 2019, quando il Pd vinse localmente nonostante il vento contrario alle Europee.
La giunta Galimberti è agli sgoccioli, qual è il bilancio?
«Non sta a me tracciare un consuntivo, ma agli elettori. Senza dubbio ci sono stati passi avanti importanti, a partire dalla questione dell’università così come tutti gli investimenti messi in campo sul tema della rigenerazione urbana, frutto di uno sforzo di ‘sistema’ che giocoforza ha penalizzato altre voci di bilancio. Ormai tutti sanno che per le amministrazioni locali, la coperta è corta e penso che la scelta fatta sia stata opportuna e corretta: renderà la città ed il territorio circostante un luogo di crescita e di formazione di alto livello per le prossime generazioni. Prepariamo il futuro: la Cremona dei prossimi 10-15 anni».
Come giudica il lavoro degli esponenti del Pd in giunta?
«Il bilancio è positivo soprattutto per l’investimento fatto sul futuro e sulle nuove generazioni. Ogni scelta e iniziativa è sempre perfettibile, ma sempre con il senno di poi».
E dopo Galimberti?
«È ancora presto. Il nome deve essere il frutto di un percorso che prima di tutto permetta di individuare temi, metodi e condizioni che consentano di mettere in campo una formula competitiva e vincente. Sbagliato, oltre che dannoso politicamente, incaponirsi prima di tutto sui nomi. Si perderebbe la prospettiva».
Sarà il Pd, partito di maggioranza relativa, ad avere l'ultima parola? La coalizione con le civiche prosegue?
«Le amministrative 2024 riguarderanno più di 90 comuni in provincia. Dove ci sono le condizioni, vogliamo rilanciare il ruolo del partito nel nostro territorio. Questi ultimi anni hanno dimostrato che la democrazia ha disperato bisogno di partiti in buona salute. Lo dice anche l’articolo 49 della nostra Costituzione. Abbiamo coinvolto nelle nostre iniziative cittadini che non avevano la tessera, ma che hanno manifestato interesse verso i nostri contenuti ed il nostro modo di portarli avanti. È un tempo troppo importante per pensare di fare le cose in solitudine».
Sì ricandiderà alla segreteria provinciale?
«Sì, anche se la decisione è stata sofferta: sono stati cinque anni molto intensi che hanno visto il carico di lavoro su poche persone. So che è quasi sempre così, ma nelle condizioni attuali, tanto più in provincia, la politica non è più fatta da funzionari, ma da persone che mettono a disposizione il proprio tempo libero. Questo ha come conseguenza diretta un effetto sulla quantità e sulla qualità della politica che si fa a livello locale e questa considerazione va fatta pesare soprattutto nei confronti di chi ha assecondato la spinta populista di togliere risorse alla politica: insieme all’acqua sporca si è buttato anche il bambino. Noi, in buona compagnia degli altri partiti, abbiamo una parte di responsabilità di questa deriva autodistruttiva. L’impegno di un segretario provinciale non si vede, ma è quotidiano e si scarica soprattutto sulla sua famiglia e sul suo lavoro: ovvio non ci sia la fila per assumere questo ruolo. Io poi non sono funzionario di partito e lavoro per un privato che niente ha a che vedere con le istituzioni o la politica: tenere insieme tutto non è stato semplice».
La festa dell'Unità di Crema, fiore all’occhiello dell’organizzazione Pd, quest’anno sembra sottotono. È così? Stanno venendo meno i volontari?
«Scontiamo il pesante evento atmosferico del 2022: alcune parti del complesso non sono ancora disponibili per essere aperte al pubblico, in sicurezza. Oltre a questo e dopo il Covid, indubbiamente si riscontra una certa stanchezza e una certa difficoltà di ricambio generazionale, ma a Ombrianello quest’anno abbiamo i Giovani democratici, ciò che manca nelle comunità politiche è l’apporto di almeno due generazioni, quelle di mezzo, probabilmente concentrate nel lavoro e nella famiglia. Dopo il Covid è rimasto solo il Pd a fare le feste popolari di partito. Nessun altro, nemmeno di centrodestra, che in questo momento è maggioranza in parlamento, ha la forza di organizzare le feste».
I circoli sul territorio sono ancora un luogo di confronto politico reale che coinvolge i militanti o sono ormai strutture morte?
«Sicuramente. Sono un luogo di costruzione della politica sui territori, ma proprio per questo motivo dovrebbero godere di maggior attenzione e di maggiori risorse. Per quanto riguarda il Pd, negli ultimi anni alle parole sono seguiti alcuni fatti: in Lombardia c’è una ridistribuzione delle risorse provenienti dal 2x1000 e dalle donazioni volontarie, verso i territori. È certamente ancora troppo poco, ma c’è un segnale di controtendenza».
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