L'ANALISI
25 Agosto 2023 - 05:25
Laura Nardi e Christian Rossi
SAN GIOVANNI IN CROCE - A quasi dieci giorni dall’inizio dei roghi, sono ancora attivi diversi incendi sull’isola spagnola di Tenerife, dove sono state evacuate circa 12mila persone e dove la situazione è lontana dall’essere risolta completamente.
A raccontare questi giorni concitati Laura Nardi e Christian Rossi di San Giovanni in Croce, coppia che da alcuni mesi si è trasferita sulla costa settentrionale dell’isola, nella città di Puerto De la Cruz, dove hanno avviato un'attività di gestione e vendita di case vacanze.
«Sono stati giorni di preoccupazione, naturalmente meno sentita da chi era sull'isola in vacanza ma molto di più da chi come noi ci vive» racconta Laura Nardi, manager per la cultura e il turismo ed ex responsabile di Villa Medici del Vascello a San Giovanni in Croce. «Tutto è iniziato nel giorno di Ferragosto e a causa di condizioni climatiche favorevoli si è propagato a una velocità incredibile».
All'inizio la situazione non aveva destato particolare stupore. «Si erano verificati già nelle settimane precedenti piccoli episodi di incendio, risolti in breve» aggiunge Christian Rossi. «Quando il Governo di Tenerife ha richiesto l'invio dalla Spagna dei Canadair abbiamo capito che la situazione era molto più grave e anche la stampa ha iniziato a seguirne con più attenzione le evoluzioni. Un aspetto che ci ha molto colpito è stato quello organizzativo: nonostante il propagarsi delle fiamme in un'area sempre più estesa, le evacuazioni di diverse migliaia di persone, la messa in salvo degli animali da allevamento e da compagnia, le istituzioni e la stampa riuscivano a dare un quadro della situazione preciso e veritiero, senza generare panico.
È stato attivato anche un canale diretto con tutti i residenti grazie alla geolocalizzazione dei telefoni cellulari: in questo modo abbiamo ricevuto avvisi e allarmi in tempo reale e nonostante la forte preoccupazione non ci siamo sentiti smarriti, nemmeno quando il fuoco iniziava a vedersi dal balcone di casa. Per quanto riguarda la qualità dell’aria, la direzione di emergenza ha riferito che è ancora molto sfavorevole sul versante nord a causa del regime di brezza soprattutto tra le prime ore della notte e le prime del mattino» raccontano.
«Alcuni giorni fa l'incendio era stato dichiarato di sesta generazione, ovvero ‘non estinguibile’ ma grazie all'incredibile lavoro dei pompieri e dei 22 mezzi aerei coinvolti, ad oggi, nonostante le enormi dimensioni dell'incendio non si contano né morti né feriti e nessuna abitazione è stata distrutta. Dati alla mano l'incendio, che si è propagato dalle alture per poi scendere verso i centri urbani delle zone costiere, ha bruciato il 32% dell'area protetta denominata Corona Forestal, una zona pari a 15mila ettari con un perimetro di circa 90 chilometri. Ora la situazione sta sempre più rientrando e nelle ultime ore le autorità si sono sempre più concentrate anche sulle indagini per chiarire l'origine dell'incendio, pare non ci siano dubbi sul fatto che sia doloso» conclude la coppia.
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