CREMONA - ‘Precettati’ li aveva definiti il vicesindaco Roberto Nolli al sorgere delle prime polemiche. Il problema è che i contestatori del ‘caro scuola’ incominciano ad essere un po’ troppi per essere ancora considerati solamente come ‘militanti assoldati’ dal centro sinistra e, così, liquidati.
Dopo l’invasione pacifica e colorata del consiglio comunale, lo scorso lunedì animato di mamme, nonni e bimbi con cartelli, il fronte del dissenso si sta rafforzando di giorno in giorno e sembra potersi trasformare nella ‘carica dei mille’: tante sono, infatti, le firme già raccolte contro l’introduzione delle rette negli istituti dell’infanzia. Nello specifico: 528, fra l’altro appena depositate, sono le sottoscrizioni racimolate dai genitori mobilitati sotto lo slogan ‘Non siamo il Bancomat del Comune’; e oltre 400 i nomi e i cognomi che compaiono sotto la petizione aperta in Internet dal movimento ‘Rete donne-Se non ora quando?’.