L'ANALISI
27 Giugno 2013 - 20:23
CREMONA - Il giudice di pace ha accolto il ricorso di una automobilista beccata da un vigile a parlare al telefonino mentre stava guidando. Multa di 160 euro annullata, 4 punti restituiti, perché l’agente della polizia locale, pur essendo nelle condizioni di farlo, non aveva fermato la donna per farle la contestazione immediata. Il fatto risale al 27 aprile del 2013, in corso Garibaldi. Circa tre settimane dopo, all’automobilista è stato recapitato il verbale.
Nella causa promossa davanti al giudice di pace, Gaetano Lecce, il legale Alessandro De Nittis ha contestato «la motivazione apparente contenuta nel verbale redatto dall’agente di contestazione differita». Il vigile non aveva potuto fermare l’automobilista «perché era in servizio di viabilità». «La mia assistita — ha ribattuto De Nittis — stava percorrendo una via del centro storico, precisamente corso Garibaldi, ad una velocità ridotta di circa venti chilometri. Dunque ben poteva essere sottoposta a contestazione immediata. Con gli strumenti a sua disposizione, ad esempio, la paletta, il vigile doveva fermarla, anziché farle la contestazione differita, sottraendole così le garanzie previste dalla legge».
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