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RIVAROLO DEL RE

Chiesa piena all’inverosimile per l'ultimo saluto a Reina Buttarelli

Molto conosciuto, è scomparso a 49 anni in seguito all’incidente stradale avvenuto a San Michele in Bosco vicino a Marcaria

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

27 Luglio 2023 - 15:17

Reina

Reina Buttarelli e il funerale del 49enne morto in un incidente stradale

RIVAROLO DEL RE - Chiesa piena all’inverosimile e tanta gente all’esterno, questa mattina, per i funerali di Reina Buttarelli, scomparso a 49 anni in seguito all’incidente stradale avvenuto a San Michele in Bosco, vicino a Marcaria. Un abbraccio collettivo alla famiglia, raccolta nei primi banchi, attorno alla bara coperta da un cuscino di rose bianche e sormontata da una foto di Reina sorridente. Presenti anche i sindaci di Rivarolo del Re e Marcaria, Luca Zanichelli e Carlo Alberto Malatesta, oltre a tanti amici e conoscenti provenienti da varie zone. Reina era molto conosciuto. Sul presbiterio, a presiedere la funzione, il parroco don Giuseppe Allevi, affiancato da don Luigi Pisani, parroco di Bozzolo, Padre Luigi Brioni, originario di Villanova e missionario saveriano in Sierra Leone, don Alfredo Assandri, parroco di Vicoboneghisio e cappellano dell’ospedale Oglio Po di Casalmaggiore. Presente anche il rivarolese Guglielmo Decò, ministro straordinario della Eucarestia.

Dopo la lettura del passo evangelico di Matteo da parte di don Pisani, don Allevi nell’omelia ha invitato a lasciarsi guidare dalle parole di Gesù: «Diversamente, lo svolgersi della nostra vita sarebbe incomprensibile». E se è comunque straziante essere colti da momenti come la improvvisa scomparsa di un proprio caro, affidarsi alla fede può far superare l’incapacità di capire, «perché possiamo avere la certezza» che la vita non si conclude con il cessare della vita fisica. Importante, per chi resta, «è il conforto umano che possiamo offrire ai famigliari, lo stringersi a loro. La nostra vicinanza è fatta di silenzio, perché le parole umane rischiano di non essere adeguate. Quelle più importanti sono quelle del Vangelo. Possono essere una fiammella nella notte, ma nel buio anche una fiammella può rappresentare un aiuto. Tutti possiamo domandarci qual è la prospettiva, dopo la morte. Per noi cristiani è Gesù, che nei momenti di dolore è sempre accanto a noi. Dio è un padre amorevole, al quale ci affidiamo come dei bambini che nel momento della paura corrono tra le braccia di papà e mamma».

Prima della conclusione della funzione, Cristina Roffia, cugina di Reina, ha letto un noto brano di Henry Scott Holland, canonico della cattedrale di St. Paul (Londra), intitolato ‘La morte non è niente’: «Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme (...)». Poi un commento personale: «Ciao Reina, questo saluto è solo un abbraccio, un arrivederci. Un giorno ci ritroveremo. La tua grande famiglia». Prima dell’uscita della bara dall’edificio sacro, un grande applauso ha dato l’ultimo saluto a Reina.

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