L'ANALISI
23 Luglio 2023 - 10:01
Il consigliere comunale Maurizio Borghetti e una lite tra giovani in foto d'archivio
CREMA - «Ormai, i casi sono troppo frequenti. La città ha la necessità di un osservatorio permanente sul disagio giovanile. Ed è il Comune, che se ne deve far carico». La riflessione arriva da chi, spogliato il camice da medico ospedaliero, indossa il blazer da consigliere d’opposizione nell’aula degli Ostaggi. Travasando, quindi, nell’universo della politica locale gli oltre trent’anni, trascorsi in corsia da Maurizio Borghetti. Perché è una Crema che si pone più di una domanda, quella che si è risvegliata ieri, con la notizia dell’aggressione nel sottopasso ciclopedonale di viale De Gasperi. Ossia, la rapina di un cellulare e pochi spiccioli, messa a segno da due sedicenni, che hanno preso di mira proprio un coetaneo: uno sconosciuto, che è semplicemente parso loro la preda perfetta, da terrorizzare nel buio di una sera d’estate e cui strappare smartphone, cuffiette e i trenta euro infilati in tasca. Ma non prima di avergli assestato un pugno in pieno viso.
A far riflettere, peraltro, non è soltanto l’episodio in sé, comunque definito «odioso» dagli stessi investigatori. Ma anche e soprattutto le parole di Lara Ghirardi, il magistrato della Procura dei minori di Brescia che si è occupata del caso. Insomma, colei che ha curato l’iscrizione nel registro degli indagati dei presunti responsabili dell’episodio, denunciati a piede libero dalla polizia al termine di una ‘caccia’ durata appena una manciata di giorni. Il pubblico ministero, proprio dalle colonne del quotidiano La Provincia di Cremona e Crema, ha infatti parlato dell’importanza di sporgere querela. Sottolineando come, spesso, «ad aver paura siano proprio i genitori delle vittime; temendo ritorsioni». Un muro di omertà, in buona sostanza, alimentato dal timore della violenza.
Vale a dire la barriera, prima di tutto culturale, cui fa riferimento il consigliere comunale Borghetti: «Chiunque abbia figli sa bene che, fatti come quello accaduto in viale De Gasperi non rappresentano un’eccezione», la premessa. «La polizia e i carabinieri fanno il possibile. Ma siamo noi, ora, a dover dare il nostro contributo, analizzando puntualmente quanto si verifica e garantendo interventi mirati, attraverso lo strumento dei Servizi sociali. E utilizzando la presenza sul territorio della polizia locale, non solo come deterrente, ma in chiave di canale informativo, per intercettare le situazioni a rischio prima che possano deflagrare».
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