L'ANALISI
21 Luglio 2023 - 15:30
Alcuni degli alberi morti in via Rampazzini a Ombriano
CREMA - «Gli alberi di via Rampazzini a Ombriano non sono morti per la mancanza di irrigazione. Hanno più di sessant’anni e un radicamento profondo. L’acqua la prendono dalla falda, quella di superficie non servirebbe a niente». Franco Bordo, assessore comunale all’Ambiente, spiega il fenomeno per il quale una decina di sempreverdi sono seccati, cosa che non è passata inosservata agli abitanti del quartiere. «La grande siccità dell’anno scorso e quella di quest’anno possono avere accelerato il processo, ma erano già piante sofferenti e malate, come risulta da censimento che abbiamo svolto in città. Era già successo ad altre tre o quattro, che abbiamo abbattuto lo scorso autunno».
Destino che riguarderà anche quelle delle cosiddette «muntagnète» di via Rampazzini: il piccolo rilievo davanti alle scuole medie di Ombriano, sul quale ovviamente, per le radici degli alberi, arrivare alla falda è oltremodo difficile. «Verranno tolte — conferma l’assessore —: non saranno le uniche. In giro ce ne sono altre. Ci saranno sicuramente nuove piantumazioni, ma occorrerà studiarle bene, per fare in modo che attecchiscano. È nostra intenzione, nell’arco dei prossimi due anni, dare nuova vita alle montagnole di Ombriano».
Oggi intanto, il Comune ha inviato una nota relativa alle bagnature degli alberi piantumati di recente. Quest’anno ne saranno effettuate 35. A garantirle è l’ufficio ecologia, per una spesa complessiva di 27mila euro. A questi, potrebbero aggiungersene altri 10mila, nel caso in cui le condizioni meteo rendessero necessari interventi extra. Le bagnature riguardano in particolare le piantumazioni effettuate negli ultimi tre anni. Si tratta di circa trecento alberi, che non hanno ancora completamente sviluppato l’apparato radicale e richiedono quindi interventi esterni. Entrando nel dettaglio, le bagnature già effettuate nel 2023 sono state 13: una in marzo, due in aprile, quattro a maggio e sei a giugno.
Al termine del mese in corso, se ne aggiungeranno altre sette. Poi ce ne saranno ancora sette in agosto, quattro a settembre e altrettante in ottobre. «A causa dell’emergenza climatica — aggiunge l’assessore all’Ambiente — il nostro patrimonio arboreo è sottoposto a notevoli cambiamenti, con periodi di siccità alternati a violenti temporali e nubifragi, che spesso portano a varie forme di sofferenza. Il nostro impegno per la cura del verde è sempre costante e si adegua anche a queste nuove condizioni. Stiamo affrontando questa situazione con molta attenzione, in modo particolare per le piante più giovani, per portarle a un radicamento che sia definitivo».
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