L'ANALISI
LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA'
14 Luglio 2023 - 05:05
CREMONA - L’aumento del costo del denaro, l’incremento dei tassi e la corsa dell’inflazione riducono il reddito disponibile e mettono in difficoltà i clienti delle banche nel rispettare le scadenze. È così che i crediti deteriorati delle famiglie italiane sono arrivati, nel marzo scorso, a 14,9 miliardi. In provincia di Cremona fra sofferenze e cioè credito che la clientela non rimborserà più, inadempienze probabili (denaro che realisticamente le banche non recupereranno) e rate scadute si arriva a 59,5 milioni di euro. Insomma, calcolatrice alla mano, statisticamente si potrebbe dire che ogni cremonese ha un debito di circa 170 euro. Il poco rassicurante quadro economico è stato tracciato dalla Fabi, Federazione autonoma bancari italiani, sulla base dei dati forniti della Banca d’Italia.
Emerge innanzitutto che in Lombardia e nel Lazio l’ammontare delle rate non pagate è oltre i 2 miliardi (più di 2,6 nella nostra regione) e che i mutui a tasso variabile, colpiti dai tassi in salita, complessivamente ammontano a 140 miliardi. Anche Campania, Puglia e Basilicata, Sicilia e Veneto superano il miliardo di mancati pagamenti. In Lombardia un miliardo e 52 milioni sono già diventati sofferenze (618 milioni da mutui e 277 milioni da altri prestiti); le inadempienze probabili sono un miliardo e 282 milioni provenienti per oltre la metà (707 milioni) da mutui. Le rate scadute, infine, sono pari a 320 milioni: 150 milioni nel credito al consumo, 124 milioni da mutui e 46 milioni da altri prestiti.
Essendo una piccola provincia, Cremona incide sul preoccupante totale lombardo solo per il 2,2% e questo significa che i cittadini sono più solerti nei pagamenti. Ma resta la preoccupazione per un indebitamento crescente che è inevitabile conseguenza della pesante crisi economica degli ultimi anni. Entrando nel dettaglio, a Cremona nell’ambito del credito al consumo sono stimate in 3,5 milioni di euro le sofferenze e a 4,5 le inadempienze probabili, mentre le rate già scadute ammontano a 3,4 milioni di euro. Parlando di mutui bancari Fabi fa sapere che le sofferenze ammontano a 13,8 milioni di euro di rate, le inadempienze probabili sono per circa 15,8 milioni e le rate scadute sono a quota 2,8 milioni. Ci sono poi le altre tipologie di prestiti: le sofferenze ammontano a 6,2 milioni, le inadempienze probabili a 8,3 e le rate già scadute ad un milione. Il totale è appunto pari a 59,5 milioni di indebitamento, così suddivisi: 11,4 per il credito al consumo, 32,5 per i mutui e 15,6 per gli altri prestiti.
«È ormai evidente che l’azione della Banca centrale europea per contrastare l’inflazione non sta generando i frutti sperati – commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni –. I prezzi non calano significativamente e l’aumento così veloce del costo del denaro sta provocando un rialzo dei tassi di interesse su prestiti e mutui che mette in difficoltà sia le famiglie sia le imprese. La Bce ha già preannunciato di portare il tasso base al 4,25% il prossimo 27 luglio. Noi speriamo in un ripensamento e, comunque, ci auguriamo che tutte le prossime decisioni siano assunte con maggiore cautela da parte della Banca centrale europea. Quanto alle iniziative delle banche per dare respiro alle famiglie, occorre dire con chiarezza che qualsiasi decisione deve essere presa senza ansia e soltanto dopo una adeguata valutazione. Va sfruttata, per ricevere giusti consigli e per essere orientati a compiere scelte consapevoli, anche la competenza e la professionalità di tutte le lavoratrici e i lavoratori delle banche, molti dei quali affrontano, personalmente, problemi identici a quelli della clientela. In particolare, va detto che lo spalma-mutui non è privo di rischi né è un’operazione a costo zero. L’allungamento del piano di rimborso di un mutuo a tasso variabile, infatti, comporta un maggior ammontare di interessi da pagare alla banca oltre al fatto che ci si pregiudica la possibilità di poter beneficiare, nel medio-lungo periodo, di un’auspicabile riduzione dei tassi d’interesse».
La conclusione è preoccupante: quasi un milione di famiglie italiane stretto tra la morsa dei tassi e il rialzo dei prezzi, in arretrato con le scadenze relative a prestiti bancari. La massa di debiti ammalorati è suddivisa fra i 5,7 miliardi di sofferenze (clientela che non pagherà più), i 7,1 miliardi di credito che potrebbe diventare sofferenza e circa 2 miliardi di rate scadute e dunque posizioni debitorie meno rischiose.
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